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10 Dicembre 2016
In memoria
di Stefania Castella



In memoria
Frida Kahlo

Guardami negli occhi e vieni più vicino, ogni tratto di questi colori mi appartiene. E parlerà di me. Spero di non tornare. E’ stato bello, vivere, è stato troppo vivere. Mi bagna leggera la pioggia e sono le lacrime che ci spendevo sopra. La vita mi ha spezzata fin da quando lasciavo il grembo di mia madre, e io l’amavo questa vita, questo continuo lottare per averla vinta. E ho lottato fino all'ultimo e sparso semi che parlavano di me disciogliendoli nell’ acqua e sparso sogni nei riflessi per non aver memoria del dolore, stordita di morfina che dolenza la vita.

 

La mia follia, prendermi gioco del dolore e ridere come sa ridere un folle davanti alla tristezza. Ricordi corrono incontro, si perdono nelle tele. Quelle tele che accoglievano come un abbraccio, tele a cui io mi aggrappavo per sopravvivere alla vita. Lo schianto mi spezzava in due, la mia schiena già piegata, storta, affranta dalla vita, rumori lamiere dolore e sangue. TI intravedo amore mio, intatto come un bimbo, mi intravedo amore mio, disfatta come cosa da gettare via. Il mio corpo trapassato, oltraggiato dall'esistenza stessa me lo riprenderò con ogni forza in ogni fibra per la quale starò in piedi.

 

Ti abbraccio, abbraccio i tuoi vent’anni avanti ai miei, e correrò nel mondo insieme a te e chiederemo al mondo spazio per noi due, e poi da parte noi due ci metteremo un po’ da parte. Attraverso un ponte per tornarti accanto, che strana metafora la vita stessa. Senti il calore della mia terra, accostati ai miei occhi, occhi di brace che hanno visto l’orrido volto della morte da vicino e mai nessuno può cambiarne la visione. Manca, mi mancano le mani strette al ventre e quel cullare che non posso, perché la vita ci destina ad altre cose. Attraverso spoglia e nuda, quel terreno incolto che fu l’esistenza, fiorisce dietro me ad ogni passo.

 

Sono un nome che ritornerà domani, e torneranno ad ammirarmi fermi immobili per riportami in vita e tornerò altrove per guardare i loro volti scrutare tutti i miei volti. Quanti dei miei volti alla tela ho dedicato, fragile tela, forza di vita, nell'immobilità muovevo le mie mani e la mia testa e il mondo era soltanto un mondo chiuso tra i pensieri, il mondo mio che davo al mondo. Non datemi etichette che non mi appartengono, io sono quello che ho mostrato agli altri, il mio sorriso che resiste ad ogni colpo basso. La vita sfigurata, la vita smisurata di chi ha stretto l’aria tra le dita, e che ha creduto e poi delusa, ha ritrovato quell'insulsa umanità nel tradimento. Siamo umani amore mio, e ti tradii come facesti tu.

 

Ho amato donne e uomini con la stessa forza con la quale la vita mi bastonava ancora, Adesso vado, e spero sia più dolce andare via. Vado e spero di non ritornare più.








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