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RaccontiStefania Castella

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11 Giugno 2016
,,,E mi manchi tanto
di Stefania Castella



,,,E mi manchi tanto
uno scatto di Elliott Erwitt

“Secondo te perché non ci siamo mai sposati?” ... “Non lo so, forse solo perché non ne avevamo bisogno”. “Ma tu mi amavi? e io ti ho amato” … “E quante domande mo’ lasciami lavurà, che mì son una che s’impegna”. Com'è fredda Milan de sta stagione. Forse per questo dico a chi mi chiede, che quella è la ragione per cui son sempre sembrata così fredda. Non è che sono fredda, è quella mia aria un pochino spigolosa, da signorina di ringhiera…come la mamma…Pensar che mica lo credevano lei e il babbo che io arrivavo fino a qui. Però quanto devono esser stati contenti… Questa è la mia casa, questo il calore, questo l’abbraccio tra le mie braccia che perdono la forza un po’ ogni giorno.

 

Ce la faccio, vado avanti stringo i denti, che non si dica che mi sono arresa, che non si dica che non me l’aspettassi che sarebbe ritornato, ritornava sì come ritorna un amante distratto, e piano piano pezzo dopo pezzo torna a prendere il suo posto. Sono rimasta in piedi mentre lei spingeva, la malattia no, non mi doveva vincere, ho combattuto per tutta la vita, restare con quel faro fermo in viso, mano davanti si ombrano le poltrone e sapevo che eri lì. Vedevo la tua forma conosciuta la posso dire di conoscer da sempre, da quella sera che incrociammo gli occhi, e intorno a noi la voce e una chitarra, che sussurrava forte dei ricordi dell’amore.

 

Amore. Amore che conduce un po’ la vita, e che comanda e noi due, due teste dure, ecco noi, noi due non volevamo dei padroni. Noi due ci siamo scelti senza legarci mai, e più legati di chiunque, e adesso tu sei qui, e ci sarai quando io sarò lì altrove. Torneremo ad ammazzarci di risate, a punzecchiarci tra quei piatti troppo insipidi, che lasciavo lì a smollarsi perché, colpa tua, che mi mettevi su un po’ di swing, e che ci importa di mangiare, libriamoci nell’aria, perdiamoci nei “ti ricordi?” “ti ricordi di noi?” … E i capelli miei mi sfioravano le guance, sfiorano le tue, così le mani sul tuo viso. Amore mio, che siamo diventati un po’ vecchietti, ma quanto mi sarebbe piaciuto ancora un po’ invecchiare insieme a te… E sai perché? Per poter dire ancora… No, no che non ti sposo. E sai perché?

 

Perché ti ho amato troppo, e tu lo sai. Te lo ricorderai. E mi ricorderai, in mezzo alle altre, tra gli applausi, tra le tavole sbiadite consumate dai miei passi, inchino, saluto. Questa è la mia casa, e resterà così, adesso ti intravedo, tra la gente, questo inchino è anche per te. Ma adesso va’, lasciami i libri, lasciami un po’ a leggere, che penso a quel lavoro che devo preparare…Va’, e stai tranquillo io me la so cavare. Io sono qui, non ho voluto mai essere altrove.








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