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Cultura - MusicaSimona Letizia Ilardo

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05 Gennaio 2015
Pino Daniele: vento di passione per la musica
di Simona Letizia Ilardo



Pino Daniele: vento di passione per la musica
Pino Daniele

Io che non amo scrivere per compiacere, che non amo scrivere perché "devo", che non amo scrivere per "rendere omaggio a" perché per me vale un po’ il detto secondo cui "la fine loda tutto" e preferisco parlare di qualcuno con la maggiore lucidità possibile, lontana dalla commozione e dalle emozioni, ecco io stamattina, alle prime luci dell’alba, appresa la notizia della fine del viaggio del bluesman napoletano, ho iniziato a canticchiare i "suoi" motivi in testa….ed ho iniziato a scrivere…di lui, a lui ed a me stessa del nostro incontro e dell’incontro che migliaia di persone hanno avuto con lui, con la sua musica, le sue melodie, le parole delle sue canzoni.
 
Sicuramente, come titolano i più grandi quotidiani nazionali il mondo della musica piange il grande artista, gli ammiratori di Pino Daniele in Italia, nel mondo sono commossi, dispiaciuti, attoniti alla notizia.
 
I napoletani che di Pino si sono sempre sentiti concittadini, fan, sostenitori e che gli sono sempre stati vicini, da stanotte hanno perso un amico.
L’amico che ha colorato i loro anni ’80 di una nuova melodia, di nuovi ritmi, l’amico che sapeva raccontare in italiano (e non solo in napoletano) quella che era la "poesia Napoli"; dolce, delicata, amara e forte, stridente, sorridente, violenta, disperata, particolare ed unica.
 
Tra coloro che conosco non c’è stato nessuno che sui social non abbia espresso un pensiero per lui, un pensiero l’amico musicista che ha riempito con la sue note le giornate di sole e dei giri per la città, l’amico che con la sua poesia in musica aiutava a conquistare un nuovo amore e che nelle serate di solitudine faceva sempre un po’ compagnia, colorava i sogni.
 
Al suono di un mandolino, di una chitarra, di un pianoforte…al suono di qualsiasi strumento ha cantato la libertà di potersi definire e di potere "essere pazzo"; ha cantato di una terra che ha radici così antiche che difficilmente può essere capita con la testa, la si può solo percepire con il cuore; ha cantato di una città che è "mille culure, mille paure…" ha cantato di amori possibili, impossibili, irraggiungibili e di passione, quella passione che è nella testa, che è nel corpo di ognuno di noi e non si può spiegare, si deve solo vivere.
 
Tantissimo il successo che ha avuto negli anni; bello il crescendo della sua carriera che dalla fine degli anni ’70 a cinque giorni fa lo ha portato ad essere artista completo da solo e artista molto ricercato per grandi collaborazioni con musicisti italiani ed stranieri.
 
Belli gli anni che lo hanno visto lavorare, ridere e crescere con il suo amico Massimo Troisi; belli quegli anni perché grazie alla simpatia di Massimo, lui, uomo più schivo e timido si è avvicinato al pubblico in maniera più semplice e spontanea, imbracciando l’immancabile chitarra come in una serata tra amici attorno al fuoco.
 
Quando anni fa mi sono trasferita qui a Napoli un compagno di scuola mi chiese diretto, quasi subito: "Ti piace Pino Daniele?" Risposi "sì, ma…niente di speciale!".... "Allora non lo conosci!", rispose lui.
Aveva ragione, poteva piacere o non piacere, ma sicuramente non lasciare quasi indifferenti; la sua musica, la sua melodia suscitava!
 
"Napule è tutto nu' suonno e a sape tutto 'o munno ma nun sann' a verità"…tu adesso sì.
 
Ciao Pino!











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