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Cultura - MusicaSimona Letizia Ilardo

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17 Dicembre 2014
Three.. two.. One Direction!
di Simona Letizia Ilardo



Three.. two.. One Direction!
One Direction

Esistono da “appena” quattro anni, ma se chiedi a qualsiasi ragazza(ina) chi siano, dopo essersi stupita del tuo essere “fuori dal mondo” ed averti considerato “uno zero in campo musicale” saprà raccontarti di loro – si, tutti loro – ogni attimo degli ultimi quattro anni sospirando, entusiasmandosi, elettrizzandosi ed anche commuovendosi durante il racconto. 

 

One Direction, chi altri?

 

Potremmo raccontare la storia della nascita della boyband che, come era già accaduto negli anni ’90 per le Spice Girls e per i Take That, i discografici britannici, Simon Cowell nello specifico, hanno saputo assemblare per un’operazione di marketing musicale/commerciale e partendo da cinque singoli ragazzi, bravini ma con (forse) poco carattere per l’industria discografica mondiale, hanno creato un gruppo che ha iniziato a mietere successi sin da subito.

 

Dal terzo posto conquistato con la partecipazione al programma di talenti musicali “The X Factor” edizione 2010 britannica, sono stati inarrestabili.

 

Potremmo anche parlare di loro in termini statistici e, vi assicuro, le cifre sono da capogiro: il gruppo ha venduto in totale circa 30 milioni di registrazioni, solo considerando il mercato degli States.

 

I loro premi includono quattro BRIT Awards e quattro MTV Video Music Awards. Nel 2012 sono stati proclamati "Top New Artist" dalla rivista Billboard. Nel 2014, secondo una lista stilata dal Sunday Times, i One Direction sarebbero la boyband più ricca della storia della musica britannica, con un patrimonio di circa 14 milioni di sterline a testa, per un totale di 70 milioni; solo nel 2013, fra tour, dischi venduti e altre attività commerciali legate al loro lavoro, la band avrebbe incassato più di 45 milioni di sterline.

 

Bastano queste cifre e questi dati, uniti al paragone che sempre più spesso viene fatto tra loro ed i Beatles (solo ed esclusivamente in termini di record numerici, mi sia consentito dalle fan) a farci capire quale enorme macchina mediatica, commerciale, discografica e non si muova intorno a questi ragazzi e quanto la loro arte ed il loro potenziale sia esaltato dal vivere nel mondo dei social ed essere una boyband social.

 

Un esempio su tutti: l'8 settembre 2014 il gruppo annuncia l'uscita del nuovo album di inediti Four permettendo di scaricare gratuitamente per 24 ore un brano del disco: Fireproof. La canzone viene scaricata 1.100.000 volte battendo ogni record di download.

 

Dicevo che potremmo parlarne in questi termini, ma a noi, in realtà, interessa sapere non chi ci sia dietro ad una macchina manageriale così perfetta, ma chi ci sia davanti a questi ragazzi, chi sono e cosa sognano coloro che li rendono grandi: One Direction and directioners.

 

È così che si chiamano le fan dei One Direction ed io, per non commettere errori (almeno ci provo) nel doverne parlare, mi sono rivolta direttamente a loro, per avere la loro testimonianza e trasmetterla perché sono ragazze(ine), si, ma mai prenderle con superficialità.

 

“La felicità molti la vedono come una cosa irraggiungibile perché ognuno di noi, almeno una volta, ha pensato: "Ma, alla fine, la felicità che cos' è?" A dire il vero prima del 29 giugno, nemmeno io avevo trovato la risposta a quella domanda perché un episodio nella mia vita che mi avesse fatto sentire felice non c'era mai stato. Ma quella sera tutto cambiò. Nel 2011 iniziai a seguire questa band e allora, ascoltandoli non avrei mai immaginato di ritrovarmi 3 anni dopo su un autobus, viaggiare per 12 ore per vederli in concerto. Ma credetemi, lo rifarei altre milioni di volte perché ne è valsa la pena. Ne è valsa la pena non dormire per due giorni; ne è valsa la pena non mangiare per l'emozione; ne è valsa la pena aspettare 3 anni; ne è valsa la pena perché tutti i miei sforzi per riuscire a vederli sono stati ripagati. Quando per 3 anni ascolti delle voci solo da un auricolare, vedi i loro volti solo in televisione o in foto e niente ti sembra "reale", sentire quelle voci dire "Ciao" dal vivo, da vicino mi ha fatto sentire come se la mia vita fosse completa.”

 

Queste le parole di Martina una giovanissima directioner di quattordici anni che nel giugno 2014 si è recata da Napoli a Milano per assistere al loro concerto che è stato “spettacolare, un’emozione unica e fortissima” mi dice la zia che l’ha accompagnata.

 

E mi racconta una notte di emozioni anche Giorgia che di anni ne ha compiuti diciassette, che vive a Milano e che ha vissuto la stessa esperienza di Martina, pur non conoscendola, pur non sapendo neppure che anche lei in quei momenti, in quella stessa sera, era in trepidante attesa per la salita sul palco dei mitici cinque ragazzi. Unite loro due come centinaia di altre ragazze che da sole (con le amiche perché ogni directioner ha amiche directioners) oppure accompagnate da mamme, zie, sorelle (perché ai concerti è pericoloso ma è altrettanto “impossibile” dire di no), si muovono in tutta Italia su e giù seguendo il cuore che le porta “oltre l’ostacolo”.

 

“Ero al terzo tentativo, il terzo anno consecutivo che provavo a prendere i biglietti per il 28 Giugno – mi racconta Giorgia – e in dieci minuti il computer mi indicava il terribile “sold out”. No, non ci potevo credere, sconfitta ancora una volta, battuta in velocità e….no, ecco un’altra data, sì, ce l’ho fatta! Piangevo ma…evviva! Secondo anello blu, stadio di San Siro, giorno 29 Giugno, io al concerto ci sarei andata. Passano i mesi ed il pensiero è lì a quando vivrò la mia serata con loro.

 

Arriva il giorno e io e la mia amica, nonostante avessimo i biglietti, appena aprono i cancelli corriamo su. Aspettiamo e…finalmente è il loro momento.Troppo impatto. Videoclip di inizio, maxischermi, sulle note della prima canzone fuochi d’artificio ed io lì, non riuscivo neppure ad urlare ma ero felice!”

 

Volendo scrivere di questi ragazzi e delle emozioni che suscitano e che provano anche io ho dato uno sguardo ai video di qualche loro concerto.

Look delle fan studiato e uguale per tutte (in questo ha la sua parte la community fb), palloncini al vento, ritmo, voglia di cantare, farsi trascinare, il cuore che batte per la gioia, l’emozione, l’attesa e la speranza di cogliere un gesto speciale, da lontano si, ma un gesto che sia tutto solo per noi.

 

Abbiamo sicuramente più anni di questi ragazzi, ma capiamo benissimo ciò che vivono e ciò che desiderano vivere.

 

Ce lo ricordiamo guardandole cantare in video; anche per noi il cuore era più forte della ragione, anche noi siamo stati fan.


Video   






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