|
13 Maggio 2016 La sclerosi multipla, nove anni per prepararsi di Gaia Massano
Alcuni scienziati stanno sviluppando un esame del sangue particolare per il quale, a quanto dicono, sarà possibile prevedere l’insorgere della sclerosi multipla nove anni prima della manifestazione dei sintomi. Sembra che i dottori abbiano infatti identificato alcuni elementi chimici che, se presenti nel sangue, potrebbero indicare la possibilità che quell’individuo sia soggetto alla malattia in futuro.
"Non possiamo ancora curare le persone affette da sclerosi multipla in modo preventivo, ma la conoscenza è potere", afferma la professoressa Anat Achiron della facoltà di medicina Sackler dell’Università di Tel Aviv. "Ogni volta che si incontra un paziente che mostra i sintomi di questa malattia bisogna chiedersi da quanto tempo questa si è manifestata. Possiamo diagnosticarla, ma non siamo ancora stati in grado di sapere quanto sia ‘recente’".
L’impossibilità per i medici di accorgersi della malattia prima che si sviluppino i primi sintomi porta inevitabilmente ad una diagnosi troppo tardiva. Se questa ricerca avesse esito positivo potrebbe fare un’enorme differenza perché a quel punto sarebbe possibile iniziare a somministrare farmaci come il copaxone o l’interferone-beta per rallentare l’insorgere dei primi sintomi. Certo non è una cura ma non si può negare la sua rilevanza per un malessere che ad oggi è già una realtà per circa tre milioni di persone.
|
|
|
|
Recensioni
|