|
27 Gennaio 2016 La realtà virtuale dà voce ai testimoni della Shoah di Gaia Massano
Anche quest’anno, come ogni anno, è giunto il giorno della Memoria, dedicato a non dimenticare la Shoah, il genocidio perpetrato dalla Germania nazista verso tutte quelle categorie di persone considerate ‘non desiderabili’. Da allora di tempo ne è passato, siamo già in un secolo diverso, ma proprio per questo il bisogno di ricordare si fa più forte, proprio per opporsi al naturale trascorrere del tempo, all’allontanarsi dal cuore della memoria di quel lato umano oscuro e spaventoso che ha macchiato di sangue la Storia della nostra Europa, perché – si spera – niente di simile possa mai perpetrarsi ancora.
Ad aiutarci a ricordare ci pensa l’Università di Huddersfield, Gran Bretagna, che ha progettato di digitalizzare le testimonianze dei sopravvissuti dell’Olocausto e mantenere così in vita i loro ricordi, le loro emozioni di esseri umani. L’idea è nata da una considerazione importante: "Quando non ci saranno più, chi penserà a tramandare le loro storie"? Detto fatto, ecco pronto Interact. I testimoni di quegli orrori saranno dunque invitati a parlare di ciò che hanno vissuto, delle leggi razziali, dei ghetti, dei campi di concentramento, rispondendo a centinaia di eventuali domandi. I filmati così ottenuti saranno proiettati in 3D, mentre un software si occuperà di analizzare le domande del pubblico e reperire in memoria la risposta più appropriata. Sarà molto realistico, ma soprattutto vero, ricreando un dialogo umano.
"Lo scopo di Interact è quello di offrire l’esperienza arricchette dell’interazione umana. Un giorno, quando nessuno dei superstiti ci sarà più, saremo in grado di aiutare le giovani generazioni a capire meglio la storia", spiega la prof.ssa Minhua Ma, coordinatrice del progetto.
|
|
|
|
Recensioni
|