 |
28 Giugno 2011 Too late, Contest 2 di Gessica Franco Carlevero
Too late prende le mosse dall'Antigone di Sofocle ma non è una riscrittura del testo classico. Too late non può dirsi nemmeno una rilettura in chiave moderna di una delle tragedie più note e studiate da registi, critici e linguisti. Quanto accade in scena è frammentario, sconnesso, instabile. I richiami al testo originale sono marginali, ma ciò nonostante, la forza delle parole di Sofocle, seppure quasi assente, affiora, si concretizza e si invera. Emerge l'urgenza di un sentire, di un intendere la vita che si fa violenza nel momento in cui viene contrastata. La ferocia, dunque, come risposta all'esasperazione. Il senso di ribellione e di rivolta che si scontra davanti all'indifferenza del potere costituito e della legge dello stato . La vitalità e la sfrontatezza caratterizzano questa Antigone demitizzata. Silvia Calderoni interpreta straordinariamente una figura femminile che dopo tante rappresentazioni rischia di risultare altisonante ed edificata. Nella sua persona, invece, l'aggressività e la dolcezza si fondono in un carattere umano e autentico. Questa Antigone si sente un cane grosso, ma quando va ad abbaiare, dice la protagonista, allora si sente piccolissima. E' un'Antigone che se pensa alla patria non si riconosce. In Too late la pretesa di edificare ed innalzare il personaggio è assente. Al contrario, ogni gesto, battuta e momento è volto ad un abbassamento della spettacolarità, ad una "normalizzazione" tanto rara quanto preziosa. I movimenti appaiono contenuti e non oltrepassano mai la misura oltre la quale si avvertirebbe l'artefatto teatrale. Lo spettacolo si svolge senza picchi emotivi artificiali. Nonostante sia un susseguirsi di emozioni, nel momento in cui stanno per raggiungere il loro culmine, sfumano discrete nell'ironia, "la nostra nuova camicia di forza", o nell'interruzione della recita. Dietro questo spettacolo si avverte un lavoro intenso e rigoroso, si percepisce la convinzione e il coinvolgimento da parte dei protagonisti, quelli in scena e non. Allo stesso tempo, però, paiono assenti l'autocompiacimento e i trucchi volti a emozionare a comando lo spettatore. Too late tratta di un'Antigone che si mette in gioco e di un Creonte che si mette in discussione. Atteggiamenti che paiono caratterizzare, più in generale, la poetica dei Motus e la loro visione artistica.
|
|
 |
 |
Recensioni 
|