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23 Gennaio 2017
Tolta la A all'italia
di Francesco Pisani



Tolta la A all'italia
rating rates

Anche DBRS toglie la A all’Italia. Era l’ultima.. 

Quasi tutti ormai conoscono le agenzie di rating ma è opportuno fare un passo indietro per capire di cosa si tratta. 

Le agenzie di rating sono quelle che dovrebbero valutare la solvibilità delle aziende nonché degli stati. In pratica dovrebbe effettuare delle valutazioni di dettaglio dei conti e fornire di conseguenza un “voto” sulla capacità di un ente pubblico o privato circa la possibilità di onorare i propri debiti. Per meglio dire quello che viene valutato è il cosiddetto rischio di fare default, cioè la possibilità che i debiti non vengano rimborsato agli investitori. E questo voto si tramuta in una lettera: si va dalla AAA che è il massimo, cioè la situazione di maggiore sicurezza alla BBB o peggio, cioè quando ci sono concrete possibilità che i debiti non siano rimborsati.

 

Questo giudizio, come dicevamo, serve a chi investe per capire quale rischio corre nel mettere il proprio denaro nella azienda o nell’ente che emette debito o azioni sul mercato. Quindi ciascuno di noi dovrebbe conoscere il rischio delle imprese di cui compra titoli, azioni o obbligazioni. E dovrebbe fidarsi di questo giudizio emesse da queste agenzie terze.

 

Purtroppo però negli ultimi anni abbiamo assistito ad agenzie di rating che fornivano giudizi AAA ad aziende che il mese successivo hanno fatto fallimento. E lo stesso è capitato agli stati. Pensiamo alla crisi del 2008 e a casi come quelli dei giganti del credito come Fannie Mae e Fredie Mac piuttosto che all’Islanda.

 

Questa premesse era doverosa perché ci fa capire come queste agenzie non abbiano saputo conquistare nel tempo la credibilità necessaria per essere davvero entità esterne e distaccate che danno valutazioni veritiere ed attendibili.

 

Tanto premesso però, bisogna ammettere che perlomeno il voto dato dalle agenzie ha un effetto sul tasso che l’ente che emette il debito può chiedere. Infatti più è alto il rischio e più deve essere alto il tasso che si ottiene. Capite bene però che per uno stato che emette debito, il fatto di dover alzare il tasso di rimborso ai creditori è un gran bel problema perché su emissioni di svariati miliardi di euro significa davvero parlare di cifre astronomiche. Quindi più si ottengono rating alti e meglio è.

 

Purtroppo per il nostro paese, da tempo le maggiori agenzie di rating ci avevano tolto la A e per quasi tutti l’Italia era una BBB. Cioè il passo prima della spazzatura per uno stato sovrano. Una sola agenzia di livello più piccolo ci aveva stranamente lasciato la A, ed era la canadese DBRS. Che però si è subito messa al passo e con il cambio di governo ha provveduto a declassare il nostro paese a BBB.

 

Perché questo sia passato quasi sotto silenzio lo possiamo immaginare, infatti certe notizie è bene non pubblicizzarle troppo. Ma in realtà la cosa non avrà effetti drammatici per un solo unico motivo.

 

Questo motivo ha un nome e un cognome: quantitative easing. Cioè l’enorme piano di acquisto di titoli di stato che la banca centrale europea sta mettendo in atto da 3 anni e che pare continuerà anche dopo il 2017.

 

In pratica, dato che molti paesi continuano ad emettere debito perché non sono in grado di organizzare un bilancio strutturalmente in avanzo, la banca centrale compra questi titoli che altrimenti non sarebbero appetibili sul mercato se non a tassi molto elevati e quindi risolve il problema.

La domanda è però fino a quando si potrà continuare a drogare in questo modo il mercato. Perché di droga si tratta. Infatti così facendo si permette a tutti gli stati che non mettono a posto i propri conti, di continuare ad aumentare i propri debiti con tassi falsati. Peccato che arriverà un giorno in cui questa meccanica infernale dovrà arrestarsi. E quando arriverà saranno dolori soprattutto per quegli stati che saranno più sbilanciati come il nostro e tutti quelli del bacino del mediterraneo.

 

A salvarsi saranno solo i paesi del nord europa e la Germania.

 

Capire oggi cosa accadrà non è semplice poiché per la prima volta esiste un ente superiore, la banca centrale che sta lavorando come super prestatore di ultima istanza. Peccato che un simile meccanismo dovrebbe porre dei freni e dei vincoli anche temporali a tutti gli stati.

 

È come se vostro figlio continuasse a spendere più della propria paghetta per mesi o anni. Voi per quanto sareste disposti a rifondare i suoi debiti? Prima o poi per dagli una lezione non vorreste lasciarlo nelle sue acque?








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