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Cultura - SocietàSimona Letizia Ilardo

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09 Febbraio 2015
Passione cucina: trend in crescita
di Simona Letizia Ilardo


Passione cucina: trend in crescita

Che gli italiani siano “una buona forchetta” e che siano molto spesso attenti a ciò che mangiano ed a come lo cucinano è opinione diffusa; sembrerebbe che la passione per la buona cucina sia scritta nel nostro dna.

 

Non c’è regione, città e persino borgo della nostra Penisola in cui non si possano degustare prodotti tipici del luogo che, elaborati, danno vita a piatti unici.

L’Italia è uno dei Paesi i cui modelli alimentari tradizionali ispirano la “dieta mediterranea” che da oltre un secolo è fonte del principio ispiratore della sana e buona cucina e che, dal 2012, è iscritta dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'Umanità.

 

Ecco quindi che la nostra cucina ed il nostro modo di fare cucina diventano un esempio di ispirazione, un’ispirazione che, soprattutto negli ultimi anni, ci ha portati ad assistere, televisivamente parlando, ad un exploit di programmi il cui fulcro è “la cucina”.

 

Se nella “scatola magica” televisione non c’è programma che non preveda la realizzazione di almeno un piatto per uno snack o di un dolcetto da assaporare all’ora del tè, fuori dalla scatola magica, nelle nostre città, si assiste sempre più spesso alla nascita di scuole di cucina ed allo sviluppo di luoghi in cui affinare la propria visione dell’arte cucina.

Il trend è in costante crescita, direbbero nel loro linguaggio gli economisti; si moltiplicano a vista d’occhio le scuole di formazione per “cuochi della domenica” diremmo noi non economisti.

 

Nascono per passione, si sviluppano per moda e viceversa.

Ma cos’è, mi sono chiesta curiosa, che spinge l’amica che si dedicava al fitness da settembre a giugno a dare forfait alla palestra perché “m’iscrivo ad un corso di cucina”?

Qual è l’ingrediente magico di questa formula che fa sempre più proselitismo?

Desidero vedere con i miei occhi cosa accade nella stanza dei fornelli e decido di partecipare anche io.

 

Si entra sin da subito in un tourbillon sensoriale in cui tutti i sensi sono coinvolti.

In primis è l’olfatto ad essere interessato dai profumi sprigionati dalle preparazioni di benvenuto curate dallo chef.

I colori della cucina – bianco e acciaio per gli arredi, fluo per gli accessori - richiamano alla mente armonia e gioia.

Toccare gli ingredienti che si useranno per le preparazioni è il primo contatto con la materia da plasmare, come se fosse una scultura; lo abbiamo detto: la cucina è arte.

I rumori di fondo sono tipici di una cucina; il tintinnio delle stoviglie e le voci mettono allegria.

Arriva infine il gusto, il corposo piacere dell’assaggio.

 

Le postazioni cucina, con i partecipanti al lavoro, mi richiamano alla mente quelle di un’orchestra la cui direzione è affidata allo chef che con la professionalità di un cuoco stellato, la pazienza, la gentilezza e la verve di un professore, dà il giusto ritmo alla lezione; tante le spiegazioni, altrettanti gli aneddoti, le varianti, gli approfondimenti.

Come una guida, come un maestro, indica ai suoi allievi il “tocco dello chef” che renderà speciale il loro piatto e, incoraggiandoli, con un pizzico di filosofia dice “ricordate sempre che in cucina ci vuole tanta pazienza e tanto amore”.

 

Si impara a cucinare i piatti della tradizione gastronomica italiana preparati alla maniera classica e rivisitati come suggeriscono una nuova concezione di esaltazione dei sapori e la moda; attraverso la preparazione di piatti tipici di altri Paesi, ci si affaccia, in qualche modo, sul resto del mondo.

 

Eterogeneità per gli orchestrali di questi corsi.

Diversi per età, provenienza, professione, eppure uguali intorno al grande tavolo della cucina; tutti attenti, concentrati, in subbuglio e con il sorriso.

Diverse anche le motivazioni che li spingono a frequentare questi corsi: migliorare la propria esperienza professionale, assecondare una passione, imparare nuove tecniche di cucina, l’uso di “nuovi” ingredienti, trascorrere una piacevole serata in buona compagnia, sviluppare la fantasia…

 

E’ così che mentre si condividono fornelli ed utensili, ci si scambiano sguardi e parole, risate e suggerimenti, tra la preparazione di un piatto ed un brindisi alla buona riuscita dello stesso nascono e si consolidano delle belle amicizie.

 

Forse l’ingrediente magico di questi corsi è il più semplice ed al tempo stesso il più magico: sono occasioni d’incontro che scaldano il cuore.

 

Sono stata ospitata con gentilezza e professionalità dalla “Toffiny Academy – scuola di cucina a Napoli.

www.toffiniacademy.it

E’ stato il mio Maestro per una sera Chef Tommaso De Rosa.

www.tommasoderosa.it








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