Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Venerdì 07 novembre 2025    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - SocietàGianni Pezzano

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

09 Ottobre 2014
Di Borghi e di battaglie
di Gianni Pezzano



Di Borghi e di battaglie
Gonfaloniere Rione Rosso, Palio di Faenza
L’incredibile storia dell’Italia, nei secoli, ha permesso alla nostra terra di unire a un territorio meraviglioso dei tesori artistici e culturali senza uguali nel mondo. Nei mesi estivi numerose città e borghi mettono in scena rivisitazioni storiche che ci riportano indietro nel tempo, in un’epoca feconda dal punto di vista non solo artistico, ma anche bellico.

L’Italia del tardo medioevo e del Rinascimento era ricchissima. La nascita delle banche italiane e le capacità imprenditoriali di famiglie della Toscana, del Veneto, della Lombardia e della Liguria permettevano il prestito di denaro alle case reali europee; contemporaneamente, le rotte commerciali si estendevano dalla penisola a tutto il mondo allora conosciuto. Grazie a queste attività, ricchi e potenti potevano destinare finanze alla costruzione di palazzi e castelli per dimostrare la propria influenza politica, per difendere e ostentare queste stesse ricchezze e, soprattutto, pagare i migliori artisti per rendere omaggio alla loro figura di prestigio.

Tutto questo benessere attirò purtroppo l’invidia delle potenze straniere e, di conseguenza, innumerevoli lotte per la supremazia e il controllo del territorio. Il periodo fu caratterizzato da scontri epici tra città-stato, Guelfi e Ghibellini, famiglie nobiliari, duchi e capitani di ventura, tra eserciti pontifici e Lanzichenecchi e, infine tra eserciti spagnoli e francesi. Questo è quel che riportano innumerevoli testimonianze dell’epoca, tra cui il libro considerato il più diabolico della storia: "Il Principe" di Niccolò Machiavelli.

Scontri e battaglie lasciarono naturalmente il segno non solo con rovine e possenti rocche e fortezze sparse per tutto il territorio, ma anche nella memoria popolare, che oggi ne tramanda il ricordo. Le rivalità tra i vari rioni e contrade non sono altro che il pacifico ricordo delle lotte all’interno delle città italiane dell’epoca.

Oggi l’Italia è così ricca di borghi, castelli, abbazie e monasteri che nascondono nelle loro mura tesori artistici che testimoniano la grandezza della storia dell’arte italiana.

L’Italia del ventunesimo secolo è dunque in grado di offrire attrattive per tutti i gusti e interessi: musei, eremi storici, sagre e pali (quello di Siena in primis), nonché rappresentazioni di storiche battaglie, come quella di Mutina Boica a Modena, o dell’assedio di Gradara nelle Marche.

Per ognuna di queste manifestazioni esiste un potenziale mercato internazionale, che bisogna tuttavia far conoscere e pubblicizzare.

Cominciamo con l’arte: basterebbero solo pochi secondi su Google per trovare i musei e le gallerie d’arte più note di Roma, Firenze e Venezia, o ancora di Napoli, Milano e Torino. Tuttavia, al di fuori di questi grandi centri esistono innumerevoli città con passati gloriosi e in cui sono custodite opere artistiche indimenticabili. Basta pensare alla Ferrara estense, a Modena, alla Rimini malatestiana, ai vari centri medicei della Toscana, oppure a Mantova, che prima dei Gonzaga era un’isola e che ora l’UNESCO ha dichiarato tesoro artistico. Ogni regione, ogni provincia e piccola cittadina nasconde posti che segnano il patrimonio culturale del Bel Paese.

Come fare allora per attirare i turisti a visitare questi posti a loro sconosciuti?

Prima di continuare, una premessa. Iniziative del genere devono essere coordinate e svolte a tutti i livelli, coinvolgendo non solo le autorità nazionali, ma anche quelle provinciali e locali. Soprattutto queste ultime sono quelle che meglio conoscono i pregi e le potenzialità del loro territorio. Troppo spesso accade invece che manchi un impegno in questo senso, e che anche a livello nazionale non vi sia consapevolezza di tali tesori.

Future campagne turistiche dovrebbero essere mirate, non solo per pubblicizzare manifestazioni particolari, ma anche e soprattutto tenendo in considerazione le reti di relazione tra i territori: campagne del genere dovrebbero fondarsi sull’ampio concetto di ‘itinerario’ turistico, creando prodotti specifici per gruppi di interesse mirati.

Naturalmente in tutto questo l’arte ricoprirebbe un posto di primo piano. Non basta però stilare semplicemente un elenco di musei e gallerie visitabili: se accettiamo l’idea per cui gli intenditori d’arte possono essere considerati alla stregua di tifosi di particolari tipi di visite, come itinerari d’arte religiosa o di paesaggi, per fare un paio d’esempi, si potrebbero facilmente preparare itinerari su artisti specifici come Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Piero Della Francesca e così via, segnalando dove si trovano le loro opere in giro per l’Italia e i luoghi della loro vita.

Lo stesso discorso vale per i borghi, che ultimamente sono stati oggetto di un boom di interesse su vari social media. Ogni regione ha borghi unici e specificamente pittoreschi per il luogo in cui sono sorti.

Questo discorso vale per il turismo tradizionale, ma esistono altre due categorie che possono potenzialmente attirare turisti in Italia puntando sui loro interessi specifici. Parlo in questo caso di rievocazioni storiche e sport.

Mi spiego meglio. Per quanto riguarda le rievocazioni storiche, sono moltissimi gli appassionati nel mondo di armi e armature, che allestiscono rievocazioni di importanti battaglie nei propri paesi. Facile pensare agli americani, per esempio, che sono soliti ricordare in questo modo la Guerra di secessione, o anche ad altri gruppi di persone che in giro per l'Europa riportano in vita le campagne napoleoniche e l’indimenticabile episodio di Waterloo (che l’anno prossimo festeggerà il suo 200esimo anniversario). A queste persone l’Italia può offrire una vasta selezione di manifestazioni storiche, a partire dai vari pali, come quelli di Siena, Arezzo, Ascoli, Faenza e così via, con le loro gare, folklore e tradizioni. Queste manifestazioni non si limitano solo al periodo medioevale ma anche ad altri periodi storici, come fa Mutina Boica a Modena ogni anno per il periodo etrusco-romano. In questi casi occorre la collaborazione degli organizzatori delle manifestazioni stesse, responsabili di assicurare che siano fornite informazioni complete per parteciparvi o assistervi. In questi casi si potrebbe lavorare di concerto con le autorità locali per informare i turisti anche delle altre attrazioni locali e cercare di estendere il loro soggiorno in Italia il più a lungo possibile.

La seconda categoria da considerare è quella dello sport e degli sportivi, specificatamente i maratoneti. Ogni estate in questo paese si svolgono maratone e gare a lunga distanza che pian piano attirano atleti da tutto il mondo. Una gara che merita particolare attenzione è la 100 km del Passatore, che si tiene a fine maggio e che interessa il territorio tra Firenze e Faenza. Il percorso su cui si svolge data oltre 2.000 anni ed è caratterizzato da borghi caratteristici, rocche, monasteri e da un paesaggio straordinario. Nelle settimane precedenti la corsa tanti atleti italiani percorrono infatti la strada in auto, così da potersi gustare il territorio  prima della competizione vera e propria. Nell’edizione 2014 della gara, degli oltre 2.200 atleti partecipanti meno di cento erano stranieri. Davvero poco, soprattutto se si tiene conto che si tratta di una delle manifestazioni di questo genere più belle al mondo.

Questi sono solo pochi esempi per dimostrare che l’Italia è davvero ricchissima di risorse e potenzialità, ma come paese abbiamo ancora tanta strada da fare per poterle mettere a frutto. Come fare? In questo l’Italia ha un’arma segreta e due reti che potrebbero essere la base per la pubblicizzazione delle sue bellezze.

A presto con la pubblicazione della terza parte, I pontieri.
I Pontieri
Lingua è Cultura







  Altre in "Società"