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Cultura - FotografiaSimona Letizia Ilardo

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16 Novembre 2014
Henri Cartier-Bresson in mostra al Museo dell'Ara Pacis in Roma
di Simona Letizia Ilardo



Henri Cartier-Bresson in mostra al Museo dell'Ara Pacis in  Roma
The kiss - decisive moment
Al suo nome siamo soliti associare lo pseudonimo che fu per lui coniato da ammiratori e critici di "occhio del secolo"; così è passato alla storia Henri Cartier-Bresson, uno dei più grandi fotografi del secolo scorso.
 
"L’occhio del secolo" descrive perfettamente colui che il XX° secolo lo ha visto e vissuto quasi interamente (nato nel 1908, morto nel 2004) e che, quel secolo, fatto di grandi trasformazioni, cambiamenti ed eventi, ha saputo guardarlo da un’angolazione privilegiata che gli ha permesso di lasciare alla storia - ed al futuro - i "documenti" del suo lavoro, ciò che la sua opera racconta.
 
Cartier-Bresson è fotografia.
Per noi è l’uomo che nel 1947 fondò, con R. Capa, D. Seymour e G. Rodger, l’agenzia fotografica cooperativa Magnum.
E’ considerato tra i maggiori fotografi del Novecento, in particolare nel settore del reportage; sempre fedele ad una visione veloce, alla ricerca dell’immagine "rubata", ideò la teoria del momento decisivo, consistente nel catturare un’immagine unica ed irripetibile, capace di sintetizzare un’intera situazione poetica, "la fotografia – disse - è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento".
 
Cartier-Bresson non è solo fotografia.
La sua formazione è, in origine, la formazione di un pittore.
Nato da una famiglia vicina al mondo dell’arte fu allievo di Jaques-Émile Blanche (autore, tra l’altro, di un celebre ritratto di Proust) e André Lhote, uno dei teorici e maestri del cubismo.
«Ho sempre avuto la passione per la pittura», scriveva di sé Henri, poi una Leica acquistata nel 1931, ha cambiato il suo punto di vista e ha dato inizio alla folgorante carriera del maestro del bianco e nero, il genio del fotoreportage.
Nel 1973 lasciò la fotografia per dedicarsi al disegno; arti diverse ma complementari, secondo l’artista "la fotografia è un’azione immediata, il disegno una meditazione".
 
Dal Surrealismo alla Guerra Fredda, dalla Guerra Civile Spagnola alla seconda Guerra Mondiale e alla decolonizzazione, Cartier-Bresson è stato uno dei grandi testimoni della nostra storia.
 
Le opere del maestro francese – considerate veri e propri documenti storici - sono in mostra, dal 26 settembre 2014 al 25 gennaio 2015, al Museo dell\'Ara Pacis di Roma in una retrospettiva attesissima che evidenzia la complessità artistica di Cartier-Bresson ed il suo legame con la storia.
 
La mostra propone una nuova lettura della grande produzione dell’artista ripercorrendo tutta la sua vita professionale.
Oltre 500 le opere esposte – disposte in ordine cronologico - tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti: delle quali 350 sono stampe d\'epoca; cento documenti tra quotidiani, ritagli di giornali, riviste, libri manoscritti, film, dipinti e disegni.
 
Suddivisa in otto sezioni la retrospettiva è a cura di Clément Chéroux, curatore presso il Pompidou-Musée National d’art moderne del settore fotografia, realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson con Zètema e l’assessorato alla Cultura del Campidoglio.
 
Ara Pacis - Lungotevere in Augusta – da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 19, venerdì e sabato fino alle ore 22.
Tel. 060608. www.arapacis.it.
 
N.D.R.: Con orario ridotto la mostra è aperta anche nei giorni del 24 e 31 dicembre. Per chi vuole farsi un regalo speciale.







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