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Cultura - ArteLoris Roselli

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05 Marzo 2012
La morte in mostra
di Loris Roselli


La morte in mostraMorire per sempre, o trovarsi esanimi dentro una teca di vetro per rimanere immortali ? Il dottor Gunther von Hagens tenta di rispondere a questa domanda presentando la sua mostra dal titolo "Body World" (il vero mondo del corpo umano). In questo appuntamento il famoso anatomopatologo tedesco ci svela i segreti ed il funzionamento del nostro corpo. La mostra è approdata per la prima volta in Italia e verrà ospitata fino al 31 marzo prossimo a Roma presso gli spazi delle Officine Farneto, a due passi dallo stadio Olimpico. L’iniziativa che ha scandalizzato tutto il mondo, e fortemente criticata per questioni religiose,  ha fatto comunque  il giro del mondo partendo da Tokyo nel 1995 ed è stata visitata da oltre 33 milioni di persone. La tecnica della "plastinazione", inventata e brevettata dallo stesso von Hagens nel 1977, blocca la decomposizione dei tessuti e consiste nel sostituire ai liquidi corporei  dei polimeri siliconici in modo da rendere inodore e duraturi i corpi deceduti. Nella mostra sono esposti 20 corpi interi plastinati e oltre 200 tra organi e sezioni umane. L’effetto di questi cadaveri in posa non è macabro come ci si potrebbe immaginare, anzi vedere gli effetti delle abitudini quali fumo, alcool e sovrappeso hanno sul nostro organismo è un incentivo a rivedere il proprio stile di vita. Lo scopo della mostra è quello appunto di sensibilizzare il pubblico ad una maggior consapevolezza del proprio corpo, oltre ad educare sui temi della salute, del benessere e della corretta alimentazione. Il 68% dei visitatori intervistati dopo aver visto la mostra ha ammesso di aver deciso di prestare in futuro maggiore attenzione alla propria salute; circa il 23% si è detto più disponibile rispetto al passato alla donazione degli organi. Non ci resta quindi che compilare l’apposito modulo per donare il corpo alla scienza ed unirci alla schiera dei 13 mila volontari che già l’hanno  fatto nella speranza di far parte un giorno, il più lontano possibile, della mostra. 







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