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26 Luglio 2010
Sul cammino di Santiago di Compostela, a piedi e in bicicletta
di Danilo Gnech


Sul cammino di Santiago di Compostela, a piedi e in biciclettaAnche quest’anno con alcuni soci del gruppo Mountain Bike del Dopolavoro Ferroviario di Ventimiglia siamo partiti per un viaggio-avventura.

Dopo la particolare benedizione nella cattedrale di Ventimiglia, ci siamo avviati ad affrontare uno dei pellegrinaggi più tradizionali e appassionanti: quello che conduce in Spagna a Santiago di Compostela. Come consuetudine abbiamo fatto benedire ognuno la propria pietra, che lasceremo nel punto più alto di tutto il pellegrinaggio, a 1504 metri di altezza, sotto la Cruz de Fero, uno dei più antichi monumenti del cammino. Le nostre pietre si aggiungeranno alla montagna di pietre che ha più di mille anni e che nei secoli i pellegrini hanno portato lì per chiedere protezione, abbandonando insieme ad esse, simbolicamente, tutti i pesi della vita, e ritornando a casa affrancati e più leggeri.

Da Roncisvalle a Santiago sono 850 chilometri da percorrere in un paesaggio che spazia da boschi di conifere ed eucalpti a vigneti, pianure solitarie e piene di luce e colline coltivate a grano. I motivi che ci hanno indotto a intraprendere il viaggio sono stati molteplici. Per i credenti è stata una motivazione religiosa: ripercorrere un itinerario che attraverso i secoli è stato testimonianza di fede per tanti pellegrini. Altri erano interessati al paesaggio, che mostra aspetti sempre diversi della Spagna, dal paesaggio alpino  alla zona dei vigneti fino alle grandi pianure solitarie e piene di luce della Sierra, per arrivare alla Galizia, regione verdissima che richiama il paesaggio inglese. Altri ancora possono essere stati mossi da interessi culturali, per le grandi città d’arte che si incrociano.

Abbiamo comunque seguito quel ‘Cammino dei pellegrini’ battuto da re, santi, artisti, filosofi, gente comune, rufianes y ladrones, come riferivano le vecchie cronache. Non è la Spagna iperturistica della televisione: è la terra mistica, aspra e selvaggia che vide nascere l’Europa moderna. Lungo la via ci siamo resi conto di come il ‘Cammino’ sia un itinerario unico nel suo genere, un percorso antico che ha rappresentato in dieci secoli molto più di una semplice via di pellegrinaggio, ha contribuito a favorire la diffusione di tutte le discipline e le espressioni artistiche dell’Europa medievale plasmando la cultura europea. Il potere di suggestione esercitato dalla storia e dalle leggende che circondano il Cammino è indiscutibile, ma l’aspetto che lo rende indimenticabile è che è un luogo di incontri, di scambi, di aiuto reciproco tra persone che, provenienti da ogni parte del mondo, rivivono un’esperienza sempre più rara, quella del viaggio insieme. Lungo tutta la strada si rinnova la magia dell’incontro con personaggi strani, a volte bizzarri.

Se oggi viaggiare significa solo spostarsi da un luogo all’altro, il Cammino offre invece l’occasione di incontrarsi, di viaggiare con altri che come noi non vogliono solo arrivare, ma cercano la strada. Quando abbiamo costruito la croce intrecciando fili d’erba a pezzi di legno da depositare sulla collinetta alla Vergine di Roncisvalle, o quando abbiamo atteso il canto del gallo, consumato una ciottola di brodo con pane e aglio a San Juan de Ortega, O lanciato la pietra sul cumulo della Cruz de Fero, non abbiamo rispettato un atto folcloristico, ma solo ripetuto i riti che migliaia di pellegrini prima di noi hanno compiuto passando in certi luoghi, siamo stati parte del fiume di speranza che corre con la storia. Alla partenza tutto questo non lo sapevamo.

Il nostro viaggio è terminato, ma credo che il suo ricordo resterà in noi a lungo. Prima di concludere riportiamo l’ultima frase della benedizione che veniva impartita ai pellegrini in partenza da Roncisvalle nell’anno 1038: ‘…Signore, benedici il cammino del Tuo servo, affinchè con la Tua protezione e guida cammini senza peccato per sentieri di giustizia’.

Non rimane che salutare tutti  con l’antico grido dei pellegrini, incoraggiamento a continuare il cammino fino alla fine: ‘Suseya y Ultreya’. Buon cammino a tutti con l’augurio che sia ‘sentiero di giustizia’, correttamente indicato dalla …freccia gialla.







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