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16 Giugno 2010 20 giugno 2010: la Battaglia di Fiori di Ventimiglia di Danilo Gnech
La Battaglia di fiori di Ventimiglia è la manifestazione tipica e tradizionale della cittadina rivierasca che riporta il pensiero agli inizi del secolo scorso e, aggiornata negli anni, fa vivere alla popolazione una giornata di grande festa e di bellezza. Sul finire dell’Ottocento, quando la forza economica della città era quasi totalmente basata sull’agricoltura e sulla pesca, le colline intorno al greto del fiume brillavano di colori: garofani, margherite, calendule, rose erano le specie di fiori che rallegravano la campagna e costituivano per Ventimiglia un fiorente mercato con il resto dell’Italia e, poi, con l’estero. Non per nulla, quando sul finire dell’Ottocento si sviluppò il centro nuovo sulla riva del fiume, la zona destinata all’urbanizzazione fu dotata di un apposito Mercato dei fiori che, grazie ai benefici di Sir Thomas Hanbury, poté sorgere in pieno centro cittadino. La floricoltura prosperava e il commercio dei fiori prendeva sempre più vigore, portando anche benessere e voglia di gioire. Per questo, rielaborando le feste carnevalesche di antiche origini, la popolazione diede vita a una grande sfilata che, al termine dell’annata di floricoltura, utilizzasse gli scarti della stessa per divertire. Nacquero così i primi rudimentali soggetti infiorati: carretti, carriole, asini, biciclette e quanto altro poteva prestarsi allo scopo veniva ricoperto di mazzi di fiori, di verde, di rami e veniva esibito nel corso di una sfilata pubblica per le vie della città. La festa piacque e , piano piano, si cominciò a elaborare un sistema di infioramento ‘ a mosaico’, che permetteva di utilizzare le ‘teste’ , cioè i boccioli dei fiori, sfruttando così fino all’ultimo residuo delle coltivazioni. "Vai, vai a prenderteli nella fascia" era il regalo del coltivatore per la festa. Le ‘teste’, trafitte da uno spillone di acciaio (addirittura realizzato apposta per la manifestazione) e accostate una vicina all’altra, strettamente e con grande maestria, andavano a ricoprire l’intera superficie dei soggetti realizzati sul carro. Si, perché nel corso degli anni si prese l’abitudine di predisporre figure tridimensionali su una piattaforma mobile, trainata , oggi, da un trattore. La struttura era composta da realizzazioni di muschio chiuse dentro involucri di rete metallica modellati ad assumere le forme volute e su questa struttura venivano appuntati i fiori. Migliaia e migliaia di fiori a formare un tessuto di copertura delle diverse forme sagomate: migliaia di fiori applicati con lo spillone l’uno accanto all’altro, che diventavano indistinguibili l’uno dall’altro, ma creavano bellissimi carri colorati, profumati, vere opere d’arte impossibili da immaginare. Tutti dovrebbero assistere, almeno una volta nella vita, a tanta meraviglia e bellezza.
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