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Cultura - TeatroStefania Castella

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27 Febbraio 2023
Non andartene docile. I limiti delle separazioni nel debutto al Teatro Altrove Studio Roma
di Stefania Castella



Non andartene docile. I limiti delle separazioni nel debutto al Teatro Altrove Studio Roma
Non andartene docile

 

 

 

Con Michele Eburnea/ Lorenzo Fochesato, Sara Mafodda, Mersila Sokoli

 

Regia Michele Eburnea, Sara Mafodda, Mersila Sokoli, Andrea Giovalè

Dal 3 al 12 marzo

(dal venerdì a domenica)

 

TEATRO ALTROVE STUDIO-ROMA

 

Debutta in prima assoluta  dal 3 al 12 marzo all’Altrove Teatro Studio, NON ANDARTENE DOCILE, il nuovo spettacolo scritto da Andrea Giovalè e diretto dallo stesso Giovalè con Michele Eburnea, Sara Mafodda, Mersila Sokoli.

 E se la perdita non fosse una strada a senso unico? Cosa rimane di una relazione, due settimane dopo la sua fine? E due anni dopo?

Ale, Bene e Fede cercano a tentoni le risposte nello spazio caotico e scomodo di una casa frammentata, mentre le loro storie, passate, future o immaginarie, tornano a bussare alla porta. Non hanno strumenti per affrontarle, solo un mucchio di scatole con dentro i loro compromessi, le contraddizioni e le fragilità che conoscono, o non conoscono ancora, gli uni degli altri.

Ripercorrendo frammenti di passato, setacciando ipotesi di futuro, non rinunciano al progetto di ricomporre qualcosa che si è rotto, o di cancellare del tutto i segni della rottura. Chissà se ne usciranno tutti interi.

Non andartene docile è un percorso di ricerca ed esplorazione attorno, ma soprattutto oltre, il tema del distacco e del limite.

Dopo il dolore della crescita in una società noncurante, questo spettacolo affronta un momento più specifico della vita: il contatto con la perdita e con l’assenza.

Che si rivolgano al passato o al futuro, i protagonisti lo fanno con uno sguardo fratturato, parziale, soggettivo, ferito. La scena, quindi, restituisce loro una visione non lineare, incompleta, ma non per questo meno vera.

Cosa accade a una persona quando ce ne separiamo? E andare avanti, qualunque cosa significhi, è davvero l’unica risposta?

Domande che fanno da fondamenta dinamiche a uno spettacolo che, di riflesso, sperimenta con i linguaggi – drammatico, grottesco, onirico, commovente – per plasmarli fino a trovare qualcosa di nuovo. Allo stesso modo, i personaggi dovranno piegare la realtà che conoscono, le regole che la società ha insegnato loro, per giungere alle risposte che, forse, li attendono alla fine del viaggio, anzi, un poco oltre.

 








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