Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Martedì 23 aprile 2024    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - TeatroFranco de Carli

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

16 Maggio 2018
FUNERALE DUEMILA - Farsa in due tempi
di Franco de Carli


FUNERALE DUEMILA  - Farsa in due tempiPRIMO TEMPO

- Personaggi(in ordine d'entrata) :

- Primo tempo (I PADRI)  
Professore - Uomo bianco - Uomo giallo - Uomo nero

- Secondo tempo (LE MADRI) 
Dottore - Donna bianca - Donna gialla - Donna nera- Professore
  
Scena buia. Ad un tratto una voce pronuncia con tono chiaro e forte:
 
Voce- Siamo a Psicòpoli, siamo a Psicòpoli, Attenzione! Parla il professore capo della sezione genetica che ha concluso in questi giorni degli esperimenti fondamentali sulle razze umane. Attenzione! Attenzione! Siamo a Psicòpoli, a tutte le stazioni terrestri e a quelle vaganti, il corpo accademico dell'Università di Psicòpoli ha il piacere di accogliere tutti i rappresentanti delle tre razze fondamentali della terra, Sua Eccellenza la razza bianca Sua Eccellenza la razza gialla Sua Eccellenza la razza nera. (con tono imperioso) Luce!
 
La scena s'illumina. Nel centro vi sono tre uomini nudi, seduti per terra, in cerchio, girati uno rispetto all'altro di spalle. Un uomo di una sessantina d'anni, magro, con i capelli grigi in disordine, con la faccia piccola, ossuta, con occhi spiritati dietro gli occhiali, vestito con abiti larghi, antiquati, parla gesticolando, come un esaltato. Nel centro della scena, sul fondo, vi è un'alta tribuna completamente ricoperta da un lenzuolo.
 
Professore- È un fatto scientificamente appurato che la teoria dell'incarnazione, pensiero che si perde nella notte dei tempi, è assolutamente esatta. Il merito della scoperta è della scienza della psicologia del profondo, propria di Psicòpoli, questa città del futuro, dove non si nasce e non si muore perché si nasce e si muore altrove. (urlando) Qui si studia e non si fa altro a Psicòpoli. La psicologia del profondo sa penetrare nel più intimo della psiche umana, nelle sue pieghe, nelle sue sfumature basta! Sa scoprire, catalogare, riconoscere nessuna scienza l'uguaglia, nessuna scienza la supera. La psicologia del profondo dice: nulla di più certo che la nostra prima incarnazione fu la scimmia maschio, portata naturalmente dalla scimmia femmina. (rivolgendosi al pubblico) Inutile sorridere! Formidabile problema la mutazione della scimmia in ominide e dell'ominide in uomo! La psicologia del profondo ha buttato in questo problema il suo sguardo avido, indagatore e conosce con esattezza l'ora, il secondo, la frazione di secondo in cui avvenne la mutazione genetica (urlando) e vi dirò di più: la psicologia del profondo sa da quale gruppo di scimmie si è sviluppato l'ominide e da quale ominide si è sviluppato l'uomo. Basta! Tutto ciò riguarda il passato, invito il rappresentante della razza nera a leggere la sua cartella clinica.

Nero- (scattando in piedi, recita a memoria rapidamente) Secondo le indagini, i test, le prove analitiche e psicoanalitiche, le associazioni e i trattamenti di ipnosi, di ipnoanalisi, di visualizzazioni, di regressioni di età negli anni, nei secoli, nei millenni, io fui prima nero, poi bianco, poi giallo.
Professore- (con aria estasiata) Bene! Invito il rappresentante della razza gialla a leggere la sua cartella cinica.

Giallo- (scattando in piedi, recita a memoria rapidamente) Secondo le indagini i test, le prove analitiche e psicoanalitiche, le associazioni e i trattamenti di ipnosi, di ipnoanalisi, di visualizzazioni, di regressioni di età negli anni, nei secoli, nei millenni, io fui prima nero, poi bianco, poi giallo.

Professore- (con aria estasiata) Molto bene! Invito il rappresentante della razza bianca a leggere la sua cartella clinica.

Bianco- (scattando in piedi, recita a memoria rapidamente) Secondo le indagini, i test, le prove analitiche e psicoanalitiche, le associazioni e i trattamenti di ipnosi, di ipnoanalisi, di visualizzazioni, di regressioni di età negli anni, nei secoli, nei millenni, io fui prima giallo, poi nero, poi bianco.

Professore- (con tono delirante) Entusiasmante! (rivolgendosi al pubblico)Metempsicosi trasmigrazione integrazione nei millenni uno nell'altro! Tutto questo salta fuori dagli studi della psicologia del profondo! Siete formati gli uni coi pezzi degli altri! (si avvicina al bianco) Tu fosti giallo, poi nero, poi bianco! (al giallo) Tu nero, poi bianco, poi giallo! (al nero) Tu bianco, poi giallo, poi nero! Mistero della natura che vi compenetra, che ha messo fra voi le condizioni di una pace eterna! Voltatevi! (i tre uomini si voltano, uno di fronte agli altri) Unite le mani! (i tre uomini uniscono le mani fra loro) Dalle mani allo sguardo vi sentite fratelli! Dal futuro la rivelazione di ciò che vi attende! (urla con gioia delirante) Ed ora attenzione, attenzione! Il caso più strabiliante! (con gesti melodrammatici) Qui veramente manca la parola per esprimere tutta la profondità abissale della nostra meraviglia! (con aria di mistero) Una persona vivente che non sa, che non può parlare, messa nelle spire della macchina che afferra qualunque più impercettibile sospiro del nostro cervello, collegata all'ultimo tipo, il più ineguagliabile, il più perfetto, insuperabile calcolatore elettronico, mi ha svelato, per puro caso, di essere l'incarnazione finale di una lunghissima serie di uomini bianchi, neri e gialli... c'è c'è ve la farò vedere! (indica la tribuna di fondo) È là! La prodigiosa, spettacolare scoperta è stata fatta dal sottoscritto e vi racconto come.

Me ne andavo un giorno per diletto nella più grande e formidabile foresta della terra ed un essere mi si mise al fianco. Non aveva nulla di umano, lo cacciai ed egli, per nulla spaventato, mi ritornò vicino. Lo cacciai di nuovo con urla terrificanti, bestiali: nulla! Cercai di ucciderlo  ed egli con occhio umano superumano, mi parea dicesse: quale bestialità tu, uomo, stai facendo! Meravigliato: vieni, gli dissi, tendendogli le mani ed egli venne. (mimica quello che dice) Uscimmo così dalla foresta, mano nella mano. Ero stupito di me stesso e intanto un pensiero si faceva strada nella mia mente. E se costui fosse l'incarnazione finale più avanzata di tutta l'evoluzione umana, gialla bianca e nera? Lo saggerò nel fuoco, lo esporrò ad una somma di radiazioni da incenerire la terra, lo infilerò nel crogiolo di una bomba al plutonio, al cadmio, all'idrogeno, all'elio, che, come voi sapete, è come stare nel nucleo più profondo e terrificante del sole stesso. E così feci! Resistette a tutto! È qua! Uscito vivo dal calore tremendo di una stella, dal bagliore insostenibile di una cometa, dalle spire infuocate di una nebulosa! Eccolo! (scopre la tribuna. Sulla tribuna, sotto una campana di vetro c'è una comunissima scimmia) Scimmia! Vi stupite!

Scimmia! (ritorna serio) Ma non è una scimmia, anche se vi sembra una scimmia. Ho sacrificato centinaia di migliaia di comuni scimmie sottoponendole agli esperimenti di cui ho parlato prima: esse sono cenere! Costei no! È passata indenne! (cade in ginocchio ai piedi della tribuna) Sulla mia coscienza di scienziato proclamo ed affermo che costei non è una scimmia, ma l'incarnazione di tutto quello che noi saremo fra migliaia di anni resistenti ai raggi cosmici, insensibili alle radiazioni atomiche, indifferenti al calore, all'urto, alla violenza delle esplosioni nucleari. (con tono quasi di preghiera) Guardiamola con rispetto! Ora è un esemplare unico, ma l'evoluzione inizia così da pochi casi che vivono e sopravvivono. Mentre gli inadatti, i simili (urlando) noi, soccombono, loro si moltiplicano e si diffondono fino a coprire, come una macchia d'olio, tutta la terra. (si alza e s'avvicina ai tre uomini seduti per terra, pensieroso) Eppure vi è un problema che non sono ancora riuscito a risolvere. Chi fra costoro, bianco, nero o giallo, sopravviverà per trasformarsi in scimmia (e indica la scimmia) nella più alta, nella più nobile realtà futura?


Nero- (balzando in piedi) Io!

Giallo- (balzando in piedi)Io!

Bianco- (balzando in piedi)Io!

Professore- (con accento di invocazione, rivolto alla scimmia) Ah potessi parlare! (come colpito da un pensiero improvviso) Ma forse qualcuno di voi può capirla perché parla, parla in continuità una lingua sconosciuta signorina! Il disco Xbeta 4976 sentite sentite
 
Si odono dei suoni gutturali e stridii.
 
Nero- (in piedi con le braccia conserte, serio) Dice che è nero.

Giallo- (in piedi con le braccia conserte, serio) Io ho sentito chiaramente che ha detto giallo.

Bianco- (in piedi con le braccia conserte, serio) Io ho capito perfettamente che ad un certo momento ha detto bianco. (con impeto) Professore, mi ceda questo esemplare! Io so benissimo come fargli dire che era bianco.


Giallo- (ora i tre personaggi iniziano a muoversi come persone reali, ironico) Crede di saperlo lui solo?

Bianco- (con astio) Meglio di tutti!

Nero- (contraendo i poderosi muscoli delle braccia) Non meglio di me e lo comprenderete subito! (avanza minaccioso verso il bianco e il giallo, il professore si getta davanti al bianco e al giallo difendendoli con la sua persona) Fermo! Fermo! E se uno di costoro fosse il prototipo misterioso, l'ultimo stadio, il nostro anello estremo di congiunzione con il futuro uomo scimmia?

Bianco- (nascondendosi dietro le spalle del professore e indicando il nero) Non è lui di certo!

Professore- (voltandosi) Chi te lo dice?

Bianco- La sua arroganza

Giallo- La sua crudeltà

Bianco- La sua lussuria

Nero- (con ira furibonda) La sua arroganza la sua arroganza la sua lussuria la tua lussuria, bianco, è più sfrenata e lurida della più lurida scimmia

Professore- (corre verso la scimmia e la guarda con occhio implorante) Scusalo, uomo scimmia! Non sa quello che dice! Ha sofferto e molto! Fatto a brani dai bianchi ora adulato dai gialli domani ingoiato da tutti e due (si odono suoni gutturali e stridii, con aria spiritata) l'uomo scimmia ha parlato! Ha capito il suo discorso l'ha già fatto altre volte tutte le volte che di fronte a lui si offende la scimmia!

Bianco- Lo è!

Professore- (afferrando il bianco per le braccia) Non lo è! (con rabbia) Tu, bianco, sei cinico, ironico, mordace, lussurioso, maledetto!

Bianco- Parlerò al mio governo razziale supernazionale e gli farò decretare lo sterminio totale, assoluto della razza bianca e nera

Giallo- Non ci riuscirai.

Bianco- Giallo ne ho un'esperienza formidabile! La razza degli ebrei che ancora vegeta da qualche parte della terra c'è mancato poco che scomparisse tutta, se non avessimo fatto in tempo a scoprire la bomba atomica

Professore- (stupito) Ma sei stato bianco e nero

Bianco- (con arroganza) Ed ora sono bianco! E me ne vanto! Sacrilego, corruttore di minorenni,
spergiuro, ipocrita sadico, vendicativo tutto tutto! Ho sempre avuto una legge: essere l'ultimo e rimanere in piedi! Dai tempi dei tempi la razza bianca è sempre stata destinata a dominare le altre pietà, amore, li ha sempre predicati in vista di dominare meglio.

Nero- Che luridume!

Bianco- (con furia) La storia non si cancella con gli insulti, ma con le bombe atomiche la tua, nero la tua, giallo (il giallo e il nero si stingono fra di loro) Vi coalizzate contro di me, ridicoli! Il potenziale cerebrale bianco supera di gran lunga i potenziali cerebrali nero e giallo messi insieme vi strozzerò con le mie mani!

Giallo- (riprendendo un tono ironico) La mia educazione mi impedisce di battermi con un gorilla

Bianco- (avanzando minaccioso) Gorilla, a me!

Nero- (facendosi avanti e mettendosi davanti al giallo) Provati, pezzente di un bianco!
 
Si odono suoni gutturali e stridii.
 
Professore- (ributtandosi ai piedi della tribuna) Ha parlato! Scimmia benedetta, frutto futuro delle generazioni umane, traduci con la tua intelligenza superiore che ormai spazia senza fatica nell'universo intero quello che hai detto cosa cosa? (trionfante) Ha detto: pace!

Giallo- (sedendosi a terra, con aria pensierosa) Ma se faccio pace come potrà svilupparsi questo prototipo dell'umanità futura? Professore, non ha detto che questa scimmia resiste alle esplosioni atomiche?

Professore- (stupito) Sì.

Giallo- e alle radiazioni cosmiche e alle reazioni stellari?

Professore- Certamente.

Giallo- È evidente che solo sterminandoci piacevolmente con tonnellate di uranio, plutonio, elio con tutto l'idrogeno degli strati alti dell'atmosfera e, finito questo, con tutto quello chiuso nelle molecole d'acqua degli sterminati oceani gli permetteremo di essere quella macchia d'olio che ungerà la terra. Non le pare?

Professore- (serio) Sei sottile, giallo.

Giallo- È una prerogativa della mia razza.

Professore- (entusiasmandosi) La scienza non può sottovalutare la tua idea.

Giallo- (con malignità) Il bianco ha già incominciato ora lotta perché non continuino gli altri. Bianco?

Bianco- (calmo) Giallo?

Giallo - Sei d'accordo di sterminare il nero?

Nero- (buttandosi dietro le spalle del professore. Ha gli occhi spiritati dalla paura.) Professore

Bianco- Io, sì. E poi?

Giallo- Sapremo già di sicuro che non è lui il progenitore dell'uomo scimmia futuro. Il professore ce ne sarà grato perché accelereremo i suoi esperimenti. Via il nero poi il bianco (conta sulle dita) non rimarrà che il giallo.

Nero- (si butta dietro le spalle del bianco) Bianco?

Bianco- (con tono interrogativo) Nero!

Nero- Dammi le tue bombe atomiche! Gliele butterò in testa! Hai dei missili radiocomandati?

Bianco- Ce li ha anche lui!

Nero- Hai dei satelliti che possono scaraventare le bombe dove si vuole?

Bianco- E li ha anche lui! Tu che cosa hai?

Nero- (costernato) Nulla!

Bianco- (con disprezzo) Tu non sai fare altro che ballare e cantare.

Nero- (disperato) e morire

Bianco- (con aria di mistero) Ti insegnerò un'astuzia.

Nero- Qual è?

Bianco- Alleati con lui (e indica il giallo) e poi l'uccidi.

Nero- Sono troppi. Facciamo pace.
 
Si siedono per terra nella posizione di prima.
 
Bianco- Giallo?

Giallo- Bianco?

Bianco- Facciamo pace al diavolo l'uomo scimmia futuro!

Giallo- Vada con Buddha!

Nero- Amen!
 
Chinano la testa rimanendo immobili come statue. Il professore passa dietro la tribuna, sale su una scaletta e afferra la scimmia. Questa si lascia prendere in braccio, il professore prende da una tasca delle noccioline e gliele dà. La scimmia si mette coscienziosamente ad aprirle e a mangiarle.
 
Professore- Ti lascerò andare, piccola scimmietta mia! Va' nella tua foresta, cresci e moltiplicati. L'uomo non tarderà a raggiungerti è troppo sordo alla scienza è troppo freddo all'amore è troppo pieno di odio! Senza gli uomini tu sarai il capostipite di una nuova razza e voglia il cielo che sia più umana di quella umana di cui prendi il posto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SECONDO TEMPO
 
 
LE MADRI
 
 
Un po' di lato sul palcoscenico vi è un gruppo di tre donne sedute in cerchio. Di fronte una bianca, bionda, magra, molto dipinta, (e che continua a dipingersi il viso) vestita con una camicetta trasparente attraverso cui si vede un reggiseno minuscolo e una minigonna. Ai suoi lati una donna gialla, carina, dall'espressione maliziosa, vestita con un lungo abito bianco che però presenta un ampio spacco laterale che le mette in mostra tutta una gamba fin oltre il bacino. A sinistra una donna nera, alta. slanciata, quasi completamente nuda, un minuscolo vestito, tipo costume da bagno, le copre scarsamente seno e basso ventre. Dopo un po' entra in scena un uomo alto, dalla corporatura atletica, vestito con un lungo camice bianco chiuso al collo, con un berretto bianco in testa e una garza a mascherina sulla faccia. Tiene le braccia alzate come un chirurgo che si prepara all'operazione, ha le mani infilate in guanti di gomma. Entrando si toglie la garza, il. berretto e i guanti che si infila in tasca.
 
Dottore- (con tono nervoso, autoritario) Chi è la madre? (nessuna risponde) Perché non rispondete? (ironico) Ah, capisco! Quella che di voi che è la madre non ha il coraggio di confessare di aver partorito il mostro che c'è qui sotto! (in questo istante viene spinto in scena un carrello con sopra una forma tipo umana coperta da un lenzuolo) In fondo ha ragione. (con rabbia) E le altre sono conniventi! (ironico) Se non fosse assurdo penserei che l'avete partorito un pezzo a testa.

Gialla- Non è assurdo, dottore, può anche non crederci: l'abbiamo partorito un pezzo a testa.

Dottore- (divertito) Questa è bella. (ironico) Da un solo padre?

Nera- (sollevandosi con dignità sulle ginocchia) Non siamo sgualdrine, ma delle donne onorate. Ognuna di noi ha partorito il suo pezzo dal suo uomo. Che colpa ne abbiamo noi se la natura ha stabilito così? Un pezzo a testa e il nostro figlio comune è il mostro che le abbiamo portato perché lei lo operi e lo guarisca.

Bianca- (sorridendo con malizia) Però potevamo anche averlo avuto tutte insieme dallo stesso uomo. Mi dicono che un tempo c'erano molte donne e pochi uomini e un uomo andava con parecchie donne, ma il risultato era lo stesso. Ogni donna partoriva il suo pezzo di figlio e tutti i pezzi insieme facevano il mostro che abbiamo avuto noi. (con decisione) Bando alle chiacchiere! Che cosa ha combinato di là con nostro figlio?

Dottore- Nulla!

Gialla- Nulla?

Dottore- Ve l'avevo detto che non mi assumevo nessuna responsabilità.

Nera- (terrorizzata) L'ha ucciso?

Dottore- No, Dio me ne guardi! Non voglio discutere se per lui è meglio vivere o morire. Questo è un problema che non riguarda la medicina ed io sono stato chiamato come medico.

Bianca- E si è fatto pagare prima

Dottore- (risentito) Prima o dopo che differenza fa? Farsi pagare prima è solo una questione di prudenza. Se non avessi potuto far nulla, come è successo, voi non mi avreste più pagato. Invece così la mia parcella è a posto, non è cinismo né cattiva volontà. Se non mi aveste pagato prima non l'avrei visitato attentamente come ho fatto, effettuando esami su esami. Vi dico francamente che sono sfinito, sfido qualunque medico a fare di più di quello che ho fatto io. Spero che vi sarete accorte di come lunga è stata la visita.

Gialla- (ingenuamente) Oh, sì. Aspettando di qua non sapevamo più che dirci. Qualcuno ha persino insinuato che lei si fosse addormentato.

Dottore- (irritato) In questo caso la visita non sarebbe stata così breve! Se qualcuno ha dormito, è stato questo vostro figlio. (e indica la forma sul lettino) Già quando ho iniziato a visitarlo, sbadigliava in continuità. In un primo tempo ho persino pensato che fosse drogato, poi quando mi sono accorto che è affetto da idiozia galoppante, tutto è stato chiaro. Uno dei sintomi dell'idiozia galoppante è il sonno.

Nera- Ma anche noi dormiamo.

Dottore- Non fraintendetemi! Anch'io dormo, ma non sono idiota.

Bianca- Ce ne siamo accorte. Lei deve essere un tipo molto furbo.

Dottore- (lusingato) Oh, Dio! Mi difendo! Senza astuzia è difficile vivere.

Bianca- (irritata) E viene a dirlo proprio a noi?

Dottore- (misterioso) Non mi riferisco ai clienti, ma ad altra gente.

Gialla- (insinuante) Quale, di grazia?

Dottore- (duro) Non sono tenuto a dirvelo.

Bianca- (maliziosa) Ce lo dica! Terremo il segreto.

Dottore- E va bene! Mi riferisco ai colleghi.

Gialla- (stupita) Ah, tra voi usate l'astuzia? È un metodo o un'arma?

Dottore- (con tracotanza) È un metodo e un'arma. Un metodo non è un metodo se non è un'arma, e
un'arma prima di essere un'arma deve essere un metodo.

Bianca- Lei parla troppo difficile. Mi ricorda il mio professore di filosofia che sembrava si divertisse a far girare le parole su se stesse, come fossero trottole. Credeva di essere intelligente, a me faceva pietà.

Dottore- (con commiserazione) Perché non lo comprendevi. Il gioco della logica è una ginnastica che pochi sanno fare. Fra costoro non vi siete senz'altro voi e vostro figlio.

Nera- E lei crede di esserci?

Dottore- Modestamente sì. I problemi del pensiero mi hanno sempre affascinato, non mi sono mai lasciato adescare dalle impressioni. L'impressione non da garanzie sufficienti, l'impressione soddisfa gli scemi, non le persone intelligenti.

Bianca- Dottore, lei ammette l'anima?

Dottore- (con forza) No!

Bianca- Io provo spesso l'impressione di essere un po' allo stretto dentro il mio corpo.

Dottore- (con indifferenza) Io mi ci trovo benissimo.

Gialla- Qualche volta capita anche a me

Nera- Anche a me

Bianca- Se non ti senti un po' stretta, è perché l'anima gonfia dentro di voi.

Dottore- (con disprezzo) Non ho mai sentito delle assurdità simili.

Gialla- (con umiltà) Dottore, non se l'abbia a male, noi siamo delle donne che parlano come possono.

Dottore- Siete ridicole! Sembrate delle anatre che pretendono di volare come dei gabbiani. Permetti una domanda?

Bianca- Anche due, dottore.

Dottore- E come ti senti quando sgonfi?

Bianca- (con vivacità) Bene! Sono i momenti in cui mi viene voglia di piangere o quelli in cui desidero fare cose grandi, impossibili. Sono i momenti fatali della mia vita quelli in cui desidero morire.

Dottore- Mi avete fatto diventare triste. (quasi con affetto) Venite qua. (le tre donne gli scivolano intorno) Vi faccio una confidenza. Sulla morte siamo tutti specialisti uguali. Ne sa il dottore, come il parroco, come il presidente della repubblica o l'ultimo cittadino. A proposito che ne facciamo di questo vostro figlio?

Bianca- Che cosa vuole che ne facciamo? Ce lo riportiamo a casa, avevamo riposto tante speranze nella vostra visita.

Dottore- (avvicinandosi al lettino) Non è che si debba catalogare fra gli anormali in fin dei conti non è anormale uno che fa una cosa che si è sempre fatta dai tempi dei tempi. Gli uomini si sono sempre mangiati fra di loro, quindi se vostro figlio ha la malattia di mangiarsi dita, gambe, fegato, cuore, fa come ha sempre fatto suo padre, suo nonno e via di questo passo. La realtà è che non so curarvelo.

Nera- Ma perché questo nostro figlio continua a mangiare se stesso e non qualcos'altro che ci faccia meno pena?

Dottore- L'unica spiegazione che posso darvi è che è insensibile, come dire, al dolore di mangiarsi. Ti faccio un esempio: prova a mangiarti un'unghia, senti dolore?

Nera- No.
Dottore- Mangiatevi allora quella pellina che circonda l'unghia. Provate dolore?

Nera- Qualche volta sì.

Dottore- Continuate allora a mangiare la pelle oltre la pellina.

Nera- Non posso, mi fa male.

Dottore- (trionfante) Ecco il punto, ti fa male. Ma se non ti facesse male ti mangeresti?

Nera- (incerta) Può darsi.

Dottore- Questo è il caso di tuo figlio. La natura non l'ha dotato di sensibilità al dolore e lui trova perfettamente normale mangiarsi ora una ora un'altra parte del suo corpo e sceglie sempre le più delicate, sicuramente perché sono più buone. (con aria dottorale) Vostro figlio è un caso rarissimo di autoantropofagia naturale per assoluta mancanza di sensibilità al dolore. Teoricamente potete fare di lui quello che volete, pestarlo, squartarlo, ustionarlo, morderlo

Gialla- (con tono di rimprovero) Dottore!

Dottore- Ti stupisci? Ma se l'hai detto tu stessa che è insensibile a tutto, a ragionamenti, a pietà! A proposito di pietà, gli avete parlato di religione, di Dio, dell'anima?

Bianca- Sì, da quando è nato! Sono state le prime parole che gli abbiamo detto.

Dottore- E che reazione aveva?

Bianca- (disillusa) Ci stava a sentire convinto e noi eravamo sicure che la pietà sarebbe stata per lui la sua regola per tutta la vita. Da piccolo sembrava solido nei principi morali. Niente da fare! Alla prima occasione incominciava a mangiarsi, come suo padre, come suo nonno, mandando al diavolo i principi morali che gli avevamo insegnato. Certe volte è tranquillo, ma noi ci domandiamo angosciate su quale parte si sfogherà prossimamente la sua furia antropofaga. Ormai siamo abituate e ci teniamo sempre pronte al danno.

Dottore- Che cosa fate?

Bianca- (con agitazione) Cerchiamo di tamponare l'emorragia, di disinfettarlo, di fasciarlo, di curargli i brandelli di carne che gli pendono da tutte le parti. Cerchiamo di tenerlo, di immobilizzarlo, ma egli lotta disperatamente contro i nostri sforzi, sembra un ossesso, gli occhi gli escono dalle orbite, schiuma alla bocca, emette ululati feroci, si dibatte e vince. Noi urliamo, imprechiamo, ci rotoliamo per terra, lo supplichiamo dicendo che abbia pietà delle sue madri terrorizzate, affrante, disperate. Non ci ascolta, non ci guarda nemmeno e se qualcuna di noi per caso gli cade davanti, ci scosta col piede e ci da un calcio per mandarci via. Così siamo ridotte noi, madri della terra, di tutta la terra! Passiamo a schiere davanti a lui, incatenate al suo vizio, ci alterniamo secondo la parte del corpo che egli si morde e si strazia. Nessuna riesce a farlo desistere! Chiuso in se stesso, continua a cibarsi di sé. Grava su di lui una maledizione eterna e intanto dentro di noi qualcosa si muove, che cos'è? È un pezzettino dell'umanità futura, un altro che conosce già dal padre come e dove deve mangiarsi.

Gialla- E poi c'è dell'altro che ci preoccupa

Dottore- Che cosa?

Gialla- Nostro figlio ingrassa in maniera impressionante, noi lo confrontiamo con suo padre: è già tre volte più grosso di lui e suo padre era già una volta e mezza nostro suocero. Di questo passo cosa sarà nostro nipote? Un colosso che non starà più su questa terra. (con disperazione) Già adesso due terzi del suo corpo non è nutrito a sufficienza. Nostro figlio ha fame e ogni giorno di più perché misteriosamente ingrassa pur mangiando di meno.

Dottore- (incerto) Ci sono sempre gli oceani i mari

Nera- Vuole annegarlo?

Dottore- (scandalizzato) No! Voglio dire che gli oceani, i mari sono un serbatoio immenso di sostanze nutritive.

Bianca- Lo sappiamo! Ma, per piacere, serva lei a nostro figlio un bel piatto di alghe e vedrà che bella accoglienza riceve. Noi ci siamo provate!E oltre alla fame ha sete e anche per l'acqua incominciamo ad avere un diavolo per capello quando dobbiamo procurarcene. Stiamo studiando il sistema di trasformare il mare in acqua potabile. Dopo tutto questo non può accusarci di imprevidenza!

Dottore- No, no senz'altro. Anzi, vedo che fate tutto il possibile per accontentarlo. Lui ingrassa e voi aumentate i mezzi per sfamarlo. Ma se lui diminuisse?

Nera- Come mai?

Dottore- (raccogliendole vicino a sé, con aria misteriosa) I pezzettini i pezzettini che ognuna di voi gli consegna giorno per giorno mettendoli un po' uno dietro l'altro e aumentandoli di quelli che non muoiono mai aggiungete che sono sparite le malattie che un tempo vi spazzavano via come mosche la morte non gira più per le nostre case come un ospite abituale e, quando appare, deve accontentarsi dei vecchissimi, solo di quelli che non si può fare a meno di consegnarglieli, se no diventano immortali. (pensieroso) Si parla della luna di Venere, ma le ultime notizie non sono incoraggianti. La luna è spettrale, lugubre, mezza calda e mezza fredda, qualcosa tra un vulcano e un deserto. Venere poi ha un'atmosfera così densa che su di lei si volerebbe invece di camminare, a parte il fatto che ha un'aria irrespirabile. L'unica soluzione è che voi donne facciate meno figli.

Bianca- Tutto qui?

Dottore- E ti par poco?

Gialla- Veramente c'eravamo giunte anche noi, ma dovrebbe convincere i nostri mariti a non farcene fare.

Dottore- (pensieroso) È molto difficile! A sentire certi discorsi sembra che gli uomini non abbiano altro per il capo che godere fino all'esaurimento le gioie del sesso. Parlare di goderne un po' meno è, secondo alcuni, andare contro la realtà dei fatti. L'astinenza è un mito sì, un mito.

Bianca- E voi medici fate di tutto per aumentare e prolungare la virilità dei nostri mariti.

Dottore- È naturale, quando si giudica la vitalità di un uomo non da quello che ha in testa, ma dalle sue capacità sessuali, che cosa può fare un medico se non curare ciò che domani, se insoddisfatto può dare inizio alla pazzia a spirale, alla demenza per risonanza? (con entusiasmo) Ma io vi do la cura vi do la cura

Tutte e tre- (con ansia) Dottore dottore!

Dottore- Chiudete gli occhi e tendete le mani (raccoglie le mani delle tre donne) afferrate stringete e via! (lascia cadere nelle mani delle tre donne una manciata di pillole. Le donne aprono gli occhi stupefatte) Via via! (le donne si alzano gioiose, stringendo al seno le pillole ed escono rapidamente di scena) Istruzioni a parte!
 
Entra il professore del primo atto. Coccola la sua scimmietta continuando a darle delle noccioline e sorridendo felice.
 
Dottore- (tendendo al professore un pugno di pillole) Professore, ne vuole qualcuna per la sua scimmietta?

Professore- (preoccupato, stringendo la scimmia come a difenderla) No! (la guarda con affetto e l'accarezza) La mia scimmia è cara, è dolce, è il prototipo dell'umanità futura! E si moltiplicherà e i suoi figli saranno numerosi come le stelle in cielo! (è colpito da un'idea improvvisa e si avvicina al lettino) A meno che

Dottore- (storcendo la faccia) A meno che?

Professore- (con aria spiritata) Trapiantare

Dottore- (cercando di capire) Che cosa?

Professore- (con entusiasmo frenetico, tendendogli la scimmia) Tutto! Cervello, cuore, polmoni, fegato, milza con l'ipnosi con l'anestesia ipnotica

Dottore- (incerto) Ma a quale dei due?

Professore- Quello che vuole!

Dottore- (ancora incerto, ma quasi convinto) Sono tutti e due vivi. (con decisione) Uccidiamo la scimmia!

Professore- (spaventato, ritraendola e stringendosela al petto) Mai!

Dottore- Allora non è possibile!

Professore- Perché?

Dottore- Ippocrate proibisce di uccidere un uomo chiunque egli sia sia un genio o un mostro

Professore- (corrugando la fronte e facendo uno sforzo per ricordare) Ippocrate chi era costui? (poi con indifferenza voltandosi e avviandosi per uscire) Sarà per un'altra volta quando morirà l'uomo

Dottore- (forte) O la scimmia!

Professore- (stringendosi la scimmia e parlandole con tono affettuoso) No, questa scimmia no, non può morire! (entusiasmandosi) Non potrà mai morire non vi è che lei oltre le bombe atomiche che saranno usate che bruceranno tutto non rimarrà che lei la mia scimmietta atomica a raffreddare l'astro che ora si chiama terra per un nuovo ciclo per una nuova era (esce)
 
 
SIPARIO






  Altre in "Teatro"