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Cultura - TeatroFranco de Carli

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20 Maggio 2018
L'alluvione - dramma in cinque atti (atto quinto)
di Franco de Carli


L'alluvione -  dramma in cinque atti (atto quinto)

ATTO QUINTO

Identica la scena del terzo atto. Intorno al tavolo sono seduti il nonno, il prete, cinque uomini che dormono stravaccati sulle seggiole. A destra, molto avanti sulla scena, vi è la donna con il bambino in braccio: ha nel volto un'espressione di disperazione. In mezzo alla tavola vi è una lampada a petrolio. Sono tutti in silenzio. Dopo un po' un uomo si alza e si avvia barcollando verso il fondo della scena, si avvicina alla radio gira il tasto dell'accensione, la radio rimane spenta, l'ubriaco aspetta pazientemente che suoni: dopo un po' si preoccupa di non sentire nulla, guarda corrucciato la radio e si china avvicinando a questa l'orecchio. Nel frattempo un altro ubriaco ha alzato il capo, si tende verso il compagno in piedi e dice: "Ma suona, non senti? " e solfeggia col braccio nell'aria. L'ubriaco in piedi si rischiara, sorride e con la mimica esprime ciò che sente. Alza le braccia e muove le gambe in un passo di danza, cantando a fior di labbra: "Trallalallalla,, trallallallalla, ". L'ubriaco ballando egirando su se stesso inciampa in una sedia e vi cade sopra.
 
  • I Ubriaco: Oh, che bella invenzione, la radio! Se non ci fosse questo rumore, (è il solito rumore dell'acqua, all'altro ubriaco) Ma cos'è ? Sembra uno sciame d'api,
  • II Ubriaco: So, so, sono api,
  • I Ubriaco: Api? Oh..(si alza e si avvia alla porta con l'intenzione di uscire: il prete lo ferma) Vedere..(il prete lo ri porta altavolo) Ho la passione delle api, e quante ce ne devono essere,
  • II Ubriaco: Tante,
  • I Ubriaco: (i due ubriachi si parlano) Vi sono sciami che oscurano il sole. A me piace l'ape quando va su un fiore, domani mistenderò sul prato, a mezzogiorno, quando non c'è nessuno, a guardare l'ape, che succhia, (ha un rutto)così, così, chi ha chiuso la radio?
  • II Ubriaco: Suona, non senti?
  • I Ubriaco: (riprendendo adanzare) Trallallallla, tralallalllallla,
  • Nonno: Domani bisogna installarsi fuori, qui non è più sicuro. Prete Sono quattro giorni e la corrente non accenna a diminuire.
  • Nonno: Il fiume si è già inghiottito le stalle.
  • Prete: Abbiamo fatto bene a buttare in acqua le bestie: una mandria di mucche terrorizzate avrebbe creato l'inferno su questo spazio che ci rimane.
  • Nonno: Mi stringeva il cuore vederle perire. C'era la Macchiata che mi guardava con un occhio umano e sembrava chiedersi perché la tenevo lontano con la punta di ferro del bastone mentre l'acqua saliva. Le altre erano impazzite e bisognava percuoterle perché non venissero a terra per forza. La Macchiata era di fronte a me piantata sulle gambe in mezzo all'acqua: se avessi tolto il bastone sarebbe venuta come al solito vicino a inondarmi di fiato. Quando l'acqua le lambì la schiena, perse ogni speranza e si adagiò sulla corrente, come su un letto di morte.
  • Prete: E il cane? Prima si era affannato a nuotare dall'una all'altra cercando di spingerle verso terra. Poi quando si accorse che appena giunto lo respingevano indietro, venne a riva, pose il muso a terra e non si mosse più.
  • Nonno: L'ho visto. Quando tutte le mucche furono trascinate via dalla corrente, è andato vicino all'acqua, l'ha mossa con la zampa e si è lasciato andare con la testa alta senza voltarsi. Gli ubriachi hanno seguito le parole del prete e del nonno.
     
  • I Ubriaco: (quasi piangendo, rivolto al nonno e al prete)Assassini!
  • II Ubriaco: Sta' zitto, (piange sul serio)
  • I Ubriaco: (al II Ubriaco) Guarda come sei ridotto, ubriaco fradicio, (al nonno) sei tu il responsabile.. tu l'hai voluto, senti le api che invadono il campo, assetate di fiori, la burrasca è passata, perché le abbiamo uccise?
  • Prete: La burrasca non è finita.
  • I Ubriaco: Menti, prete del demonio! Vuoi tenerci ancora chiusi qui dentro perché hai paura della verità, dopo quello che hai fatto a degli animali innocenti, le api sono già nei campi, sui fiori
  • Prete: Non ci sono api
  • I Ubriaco: Esse non hanno colpe da nascondere, rimorsi che le rodano. (si alza, il prete lo trattiene) La sciami andare! Se gli uomini vi perdoneranno, io racconterò alle api ciò che avete fatto, (piagnucoloso) lasciami andare, ti prego! Non ne posso più di questa camera: voglio il verde, l'azzurro
  • Prete: Vieni a sederti. La burrasca non è finita. Le api fuggono verso i prati lontani dove l'acqua non è giunta.
  • I Ubriaco: Passano, soltanto?
  • Prete: Sì, è così.
  • I Ubriaco: (al nonno) E' vero?
  • Nonno: Sì.
  • I Ubriaco: Oh..oh..(china il capo singhiozzando)
  • Prete: Poveretti, la tragedia delle mucche è stato l'ultimo colpo. Sono da compiangere. Lei ha una resistenza formidabile. In quattro giorni non l'ho ancora visto dormire.
  • Nonno: Da un momento all'altro possono arrivare e ci vuole ordine: è difficile che con un'imbarcazione capace per tutti: non mi fido di questi ubriachi, sarebbero i primi ad imbarcarsi, a fare a pugni per guadagnare un posto.
  • Prete: Faremo noi a pugni se non intendono ragione.
  • Nonno: E' naturale. (pausa)
  • Prete: Lei, è pronto amorire?
  • Nonno: (con tono deciso, guardando le mani che ha distese sul tavolo) Sì prete. Ormai ho una tale pace dentro di me che non vi è pensiero che mi turbi. Questa alluvione mi pare un naturale preambolo alla morte, l'isolamento che precede il passo nel nulla. Se lei vuolmettere delle parole in questo mio isolamento, è fatica sprecata: la prego di risparmiarmele.
  • Prete: Quanti anni ha?
  • Nonno: Settantasei. Le serva come esperienza ciò che dico. Voi preti cercate di indurre gli uomini ad aderire ad un credo, che è una certa visione della vita, l'unica possibile per voi. Tanta chiarezza non mi ha mai persuaso: se pensiamo d'essere marionette nelle mani di Dio, voi ci affermate con sicurezza che abbiamo dei diritti presso Dio, se la tempesta ha il suo epilogo, siamo frazioni di un Suo disegno, se ne usciamo minorati, affermate che dobbiamo essere lieti della prova. Questa vita si adatta troppo al pensiero di Dio perché io non dubiti che sia invece l'idea di Dio ad adattarsi esattamente, come un abito agli eventi dell'uomo.
  • Prete: (con profonda convinzione) Io sento che Dio è tutto ciò che posso dirle a Sua testimonianza. Sento che tutto si spiega con Dio: non lo tento, però, a spiegarmi il caso minuto e se talvolta ne sono costretto dal mio prossimo per il mio bene, solo per il mio bene, mi sforzo di penetrare nella mente di Dio, chiedendogli perdono della mia superbia. A lei non ho da spiegare nulla, le dico solo che io sento Dio.
  • Nonno: Ciò che ci separa, prete, è immenso come l'universo: la piccola sensazione di sentire o di non sentire Dio. Un ponte tra noi non è possibile, qualunque parola è inutile, come tra un sano e un sordo che abbiano solo la voce per discorrere insieme.
  • Prete: Chi è il sano?  
    Entra Federico e un altro con degli attrezzi.
     
  • Nonno: Avete fatto?
  • Federico: Sì.
  • Prete: Sarebbe meglio portare di là almeno i due ubriachi.
  • Nonno: (ai due uomini) Aiutatemi! (trascinano gli ubriachi verso destra e li portano via, il prete intanto ritira i bicchieri e il vino, il nonno rientra e chiama ai piedi della scala)
  • Nonno: Lucia! (Lucia si sporge) La seppelliamo: fa scendere le donne.
  • Lucia: Anche i bambini?
  • Nonno: No, meglio di no. Lucia si ritira: dopo un po' scende accompagnata dalle donne. Due uomini portano in scena il corpo di Gabriella disteso su una barella e interamente coperto. Lucia si avvicina a Federico.
     
  • Lucia: Coraggio, Federico! Tutti si fanno intorno alla barella: il prete sta un attimo in silenzio, poi inizia a parlare con voce commossa.
     
  • Prete: Fratelli, sorelle! E' la seconda persona che seppelliamo sopra questa collina che Dio ha trasformato in un'isola tormentata dalle acque; l'altro ieri con l'animo atterrito dall'improvvisa pazzia suicida di quel nostro fratello, oggi col cuore addolorato dalla rapida morte di Gabriella. Forse la scienza avrebbe potuto salvarla: Dio non ha voluto così, noi ci inchiniamo umilmente. Ma piangiamo su lei: ognuno di noi la ricorda fresca della sua giovinezza, esuberante della sua vita. Dio non fa come voi quando andate nel campo e tagliate fra gli alberi, i più vecchi, risparmiando i teneri virgulti, Dio può fare cose che non comprendiamo. Teniamo per fermo che è superbia e peccato pretendere che Lui si faccia sempre capire. La morte è presso di noi nella corrente che in un momento può travolgere tutto. La calma scenda nei vostri cuori, la sublime certezza di un Dio che mentre corre sulle onde ammonitore e giudice, sa fermarsi consolatore presso l'uomo tremante per la propria vita e sollevarlo con la promessa del Suo regno. Ad ogni modo con quella mestizia che Dio ci permette, noi ti salutiamo, Gabriella. Se la tua tomba sarà sconvolta dalle acque noi saremo con te. Se ti diciamo: "nella terra di quest'isola, riposa in pace" preghiamo Dio perché con la tua pace ci salvi in questa vita.
  • Tutti: Amen. 
    (molti piangono: il silenzio ora, come prima delle parole del prete, è rotto da scoppi e convulsi di pianto)
  • Prete: Andiamo. 
    (due uomini sollevano la barella ed escono, altri li seguono)
  • Federico: Lucia!
  • Lucia: Coraggio Federico!
  • Nonno: (a Lucia) Lo accompagno io: tu stai in casa, hai una faccia,
  • Lucia: Non mi sento bene..(si siede al tavolo e la madre si avvicina)
  • Madre: A noi non faranno un discorso così bello.Era una brava figliola, ma cosa ha detto?
  • Lucia: Ha detto che Gesù è qui con noi e ci da ancora poche ore per prepararci,
  • Madre: A cosa?
  • Lucia: (infastidita) A morire!
  • Madre: Menagramo!
  • Lucia: (siè avvicinata alla donna col bambino) Ne hai ancora di latte?
  • Donna: (atterrita portandosi la mano al seno dove tiene la bottiglia) Sì, no,
  • Lucia: No! Vorrei morire, ma non te ne toccherei una goccia: volevo sapere se la bottiglia è già vuota, per lui
  • Donna: Ne ho solo più poco.
  • Lucia: Vuoi dell'acqua per allungarlo? Ne ho fatta bollire.
  • Donna: Non ne hai della pura?
  • Lucia: No.
  • Donna: Di quella di fiume non mi fido. Ah, piovesseun poco!
  • Madre: (avvicinandosi) Lucia, ho sete!
  • Lucia: Là, al secondo piano. (e indica l'armadio) E' acqua di fiume. La madre va all'armadio, riempie un bicchieree guarda l'acqua.
     
  • Madre: Sarà poi tanto infetta? Se sono i morti che la infettano, avranno paura quelli di Rovigo: i microbi non possono mica andare contro corrente, tutte storie!(beve) Si sentono fuori delle voci, urla, grida fra le voci cariche di stati d'animo tumultuosi:
  • Ma è pazzo!
  • Dove vuole andare..
  • Non ce la fa ad evitare la falla,
  • Ma non vuole evitarla, guarda come rema per imboccare la falla,
  • Perdiana, a tutta forza,
  • Viene da noi! Evviva! Verrà a dirci che giungono!
  • Non arriverà vivo quell'uomo,
  • Ha raggiunto il limite dell'argine rotto, lo sorpassa,
  • Dio, come balla!
  • Vuole uccidersi, la corrente lo trascina, lo scaraventa da noi, lo farà a pezzi, Gesù. Maria, si è capovolto!  
  • Nonno: (urlando ad alcuni) Attenti! Attenti, voi! Pronti ad afferrarlo, attenti che non batta contro le pietre,
  • Uno: E' scomparso!
  • Nonno: No, riappare, riappare là, ce la fa, tieni duro, tieni duro, dovrebbe lasciare la barca quando si sfascerà sulla terra, Silenzio.
     
  • Uno: Ce l'ha fatta, ce l'ha fatta corriamo, Silenzio.
     
  • Lucia: (alle voci è uscita: ma ora si ode il suo urlo straziante) Guglielmo, Guglielmo.. Dopo un poco entra quasi piegata in due, singhiozzando disperatamente, sorretta dal nonno, dietro di lei due uomini portano il corpo di Guglielmo morto, fradicio d'acqua, lo distendono a terra: Lucia cade in ginocchio presso di lui. Guglielmo ha un'ampia ferita che gli attraversa la fronte e sanguina: gli esce anche sangue dalla bocca. Tutti sono intorno al gruppo e guardano con costernazione, delle donne piangono.
     
  • Nonno: (è pallido, stravolto) E' morto! (con un temperino recide una corda che Guglielmo ha al collo a cui è appeso un barattolo di latta: apre ed estrae un foglio che consegna a Lucia. Lucia lo prende e lo legge, poi lo riconsegna al nonno: il nonno si avvicina alla luce e legge forte) Mia cara Lucia, ho deciso di raggiungerti. Sono stati vani tutti i tentativi, ma, se scendo lungo il fiume attraverso l'argine rotto, spero di farcela. Voglia Iddio che possa consegnarti con le mie mani queste righe: ma se anche non fosse, sento che debbo fare così. Perdonami! Impazzisco dal dolore! Dio mi punisce. Abbraccia i piccoli: riabilita in loro la mia memoria. Guglielmo. Silenziosi ma rapidamente entrano dalla porta di fondo cinque o sei uomini vestiti con tute e gambali: nessuno si scompone, gli uomini vengono avanti: quando vedono il morto si scoprono delle loro bustine di militari.
     
  • Nonno: (ad uno di questi) Siamo in molti.
  • Uno: Tutti qui?
  • Nonno: (volgendosi verso la scala) Fa' scendere i bambini. Si odono dei rumori al piano superiore: subito dopo scendono dalla scala ragazzi di varie età, silenziosi, con l'aria insonnolita e stanca.
     
  • Uno: Ci state, andiamo!
  • Nonno: Pigliate la vostra roba! Lentamente, uno dietro l'altro, uomini e donne si avviano verso la porta di destra ed escono per ricomparire subito dopo ognuno carico di un fardello: attraversano la scena ed escono dalla porta di fondo. Poco per volta escono tutti e rimangono solo Lucia e il nonno. Il nonno prende la lampada sul tavolo e la posa per terra vicino alla testa di Guglielmo. Solleva Lucia che continua a piangere e si avvia con lei verso la porta di fondo.
    FINE 







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