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Cultura - TeatroFranco de Carli

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18 Maggio 2018
L'alluvione - dramma in cinque atti (atto terzo)
di Franco de Carli


L'alluvione - dramma in cinque atti (atto terzo)

ATTO TERZO

Identica scena dell'atto precedente. Tregiovani dall'aspetto e dall'abito da margiari seduti per terra vicino allastufa. Un giovane dall'aria distinta, vestito da cacciatore, passeggia avanti e indietro nervoso: è l'ingegnere di cui si è sentita la voce nell'attoprecedente. A sinistra sopra una branda è distesa Gabriella: dorme, una coperta lacopre fino alla vita, nel sonno si agita e si lamenta, è rossa in viso, di fuoco.Federico le è seduto vicino: poggia i gomiti sulle ginocchia e tiene la testafra le mani. La scena è illuminata da due lumi a petrolio, uno posto pressoFederico, l'altro a terra vicino ai tre giovani che giocano. Nell'angolo asinistra, molto avanti nella scena è seduta una donna non più giovane, indisordine negli abiti e nei capelli: tiene in braccio un fagotto di panni e di coperteche contiene il suo bambino. Ogni tanto allontana un po' le coperte e lo guarda sorridendo. Si ode in continuità un rumore d'acqua, è il fiume in piena.
  • I Giovane: Che fanno ancora là fuori con questo buio?
  • II Giovane: Un'ora fa hannoavvistato un'imbarcazione, non ha potuto avvicinarsi per la corrente: orasperano di rivederla e non si decidono a rientrare.
  • III Giovane: E' un brutto guaio: siamoprigionieri, gioca!
  • II Giovane: Quattro! Se lacorrente non si calma non giungeranno mai.
  • III Giovane: Ci voleva anche la nebbia: un elicottero ciavrebbe portato già tutti in salvo.
  • I Giovane: Ma gioca, perdio!Non sai che chiacchierare.
  • III Giovane: Due.
  • II Giovane: Cinque.
  • I Giovane: Sette. E' mio. Chefai?
  • II Giovane: Metto un po' dilegna.
  • III Giovane: Si gela.
  • I Giovane: Facciamo un'altrapartita?
  • III Giovane: Da' lecarte. L'ingegnere si ferma presso i tre giovani e sipiega sulle ginocchia.
     
  • I Giovane: Vuol giocare?
  • Ingegnere: No! (li guarda con intenzione) Siete tre giovani robusti, con i nervi a posto, mipare. Sigarette?
  • I Giovane: Grazie.
  • Ingegnere: L'acqua sta giocando con noi come il gattocol topo.
  • I Giovane: Siamo topi in trappola: fra poco qualcunopiglia trappola e topi e butta tutto in acqua. Io faccio così a prendere e aduccidere i topi.
  • Ingegnere: E' sempre meglio questa trappola che quellache uccide subito, i topi.
  • II Giovane: Ha fatto una bella corsa dalla sua macchinafin qui, ingegnere: se rimaneva, l'acqua lo conciava proprio come la trappolache ammazza subito.
  • Ingegnere: Già.
  • I Giovane: Tre,
  • III Giovane: quattro,
  • II Giovane: Era una bella macchina, lasua,
  • Ingegnere: La ripescheremo.
  • I Giovane: E le faranno il funerale insieme al nostro, gioca!
  • Ingegnere: (si fa più vicino) Di là ci sonodelle botti vuote.
  • II Giovane: Non tengono.
  • Ingegnere: Tengono. Le ho provate.
  • I Giovane: Tengono?
  • Ingegnere: Adagio! Ognuno di noi da solo non può farnulla, certo potete fare voi tre, se non avete
  • Tanti: scrupoli, ma quandosarete salvi che cosa avrete oltre la vita?
  • I Giovane: Se vale la pena,
  • Ingegnere: La vale, miei cari. Voi penserete che nonpossieda più che campi sommersi. Vi sbagliate. Ho assicurato tutto control'alluvione. Sono milioni. Vi cedo un terzo dell'assicurazione se arriviamo insalvo. La gente che rimane qui non giungerà a domani. Eccovi tre contratti, accettate?
  • II Giovane: Ma possiamo usare quellebotti?
  • Ingegnere: Se ti ho detto,
  • II Giovane: No, per gli altri.
  • I Giovane: Andiamo. Se hai degli scrupoli, da'qua.
  • II Giovane: Vengo. Escono. Lucia scende dalla scala e si avvicina a Gabriella.
     
  • Lucia: (a Federico) Ha lafebbre?
  • Federico: Alta.
  • Lucia: Gabriella!
  • Gabriella: (voltandosi) Lucia! Sento unfuoco qui dentro, ma non mi dà fastidio.
  • Lucia: Hai dolori?
  • Gabriella: No, ogni tanto mi pare che la testa voli viae tutto giri. Fortuna che sono arrivata in tempo. Chissà lamamma,
  • Lucia: Tonio e Giuseppe sanno il fattoloro.
  • Gabriella: Me l'aveva detto la mamma stamattina di non allontanarmi: lo presentiva, oh le avessi datoascolto!
  • Lucia: Non pensarci!
  • Gabriella: Ancora sulla porta mi ha rincorso a portarmigli stivali. Avevo voglia di vedere il fiume.
  • Lucia: Raccontami com'è andata.
  • Gabriella: Ero quasi vicino alla sponda. Lungo la rivac'erano file e file di sacchi di sabbia. Vedevo la superficie dell'acqua alivello dei sacchi più alti. La riva era deserta. Lontano c'era un carro stracarico e un cavallo che lo trascinava con fatica e degli uomini chini sulle ruote, più in là un camion piegato su un fianco e delle persone che lo scaricavano, un aeroplano è passato basso, delle mucche correvano libere in mezzo aglispruzzi muggendo di dolore, un ragazzo le inseguiva con un bastone e un caneabbaiava infuriato. L'acqua del fiume scorreva, pigra, come fosse stata stanca di camminare; ricordo che questa pigrizia mi fece sorridere della paura cheavevo avuto.
  • Lucia: E poi?
  • Gabriella: Ad un tratto, ero poco oltre la vostracascina, il margine superiore dei mucchi di sabbia rotolò giù seguitodall'acqua: in un attimo fu una valanga. Ho sentito un vuoto intorno a me, oh che pena!Vedevo l'acqua che mi correva davanti e si alzava. Non so come feci a giungere fin qua: battevo i denti ed ero tutta sudata. Federico mi ha vista, io lochiamavo, lo chiamavo,
  • Lucia: Poveretta!
  • Gabriella: Sono rossa in faccia, Lucia?
  • Lucia: Sei di fuoco!
  • Gabriella: E anche dentro. L'acqua ha acceso il fuocoqui. (e si batte il petto) Com'è strana la malattia. Dovrei sentirmi di ghiaccio, verranno a salvarci, Lucia?
  • Lucia: Ne sono sicura. Ci saranno più salvatori diquanti ce ne sarà bisogno, verranno con barche, motoscafi,
  • Gabriella: (entusiasmandosi) Oh, imotoscafi! Non sono mai salita su un motoscafo. Li ho visti solo da lontano. Mi piace lacriniera di schiuma che fanno dietro. Anche le bisce ho visto correre sull'acqua, ma non sollevano la schiuma, no, non come imotoscafi,
  • Lucia: Riposa ora.
  • Gabriella: Credi che l'acqua giungerà quassù ?
  • Lucia: No.
  • Gabriella: Ma ci corre intorno,
  • Lucia: Non sale per ora.
  • Gabriella: Non è vero.(si alza a sedere sul letto)
  • Lucia: Che fai? (e tenta di farla distendere di nuovo)
  • Gabriella: Non credere che stia tantomale.
  • Lucia: Non alzarti!
  • Gabriella: Questo letto muove,
  • Lucia: Vaneggi, Gabriella, è fermo.
  • Gabriella: Muove, ti dico. Oscilla come una barca. Hopaura, Lucia, ho paura. E' già tutto bagnato: Lucia, salvami! Anche la casaballa, ma come può galleggiare? E la tua sedia, vieni qua sul mio letto, no, no, non ci sopporta in due, affondiamo, affondiamo, mamma, mamma,
  • Lucia: Gabriella! (a Federico) Ha il delirio, intingi quella pezzuola nell'acqua. No, non in quella: quella è da bere.
  • Gabriella: Ho sete, Lucia, ho sete, non darmi acqua difiume di fuoco.
  • Lucia: Ecco Gabriella. (le dà da bere) Ora chiudi gli occhi, cerca didormire.
  • Gabriella: Sì Lucia, grazie. Le rimbocca le coperte, l'accarezza: poi siavvicina alla donna seduta con il bambino in braccio.
     
  • Donna: Dorme.
  • Lucia: Vuoi salire di sopra?
  • Donna No. Avrai un po' di latte perdomani?
  • Lucia: Mungerò la mucca, ma domani saremo in salvo.
  • Donna: Se non gli riporto questo figlio quell'uomo impazzisce.
  • Lucia: Era via?
  • Donna: No, era nei campi, a casa, non so. Io ero daqueste parti per commissioni. Chissà quanto gli rincresce di avermi lasciatoandare! Ma mi conosce: sa che non perdo la testa, so aggiustarmi. Quanto potrà essere alta l'acqua? Solo ieri avevo pulito i pavimenti del primo piano. Tula conosci casa mia: ci sono quei due gradini e tutta la casa è un po'rialzata: forse avrei fatto bene a ritornare, invece di venire qua, ti do tantofastidio,
  • Lucia: No, buona madre. Se non fosse notte, il tuouomo ti avrebbe già raggiunto.
  • Donna: E poi è meglio che guardi la casa, grazie, Lucia. Entra il nonno e chiede indicando ladonna.
     
  • Nonno: Ha bisogno di qualcosa?
  • Lucia: Per ora nulla, soltanto di qualcuno che leparli.
  • Nonno: Perché ?
  • Lucia: Così, porto del vino?
  • Nonno Sì, Lucia. Dalla porta di fondo entrano due uomini che sorreggono un terzo tenendolo sotto le ascelle: dietro altri uomini, intutto una quindicina, vi sono anche donne e bambini che si allontananovelocemente su per la scala. Fra gli uomini vi è un prete dall'aspetto risoluto, giovane, ha tutta la tonaca stracciata, sporca.
     
  • Nonno: Che c'è ?
  • Uno: Ha dato di stomaco. Ha qualcosa di forte, signora Lucia?
  • Lucia: Sì.
  • Uno: Sarebbe meglio portarlo disopra. Ilmalato No, no. (coi gesti)
  • Uno: Non vuole.
  • Malato: Oh, che dolore!
  • Lucia: Prenda!
  • Uno: E' stata l'impressione: nel buio habattuto col piede in una carogna d'animale.
  • Nonno: Va meglio?
  • Malato: Sì...sì...accompagnatemi di là, mibutto sulla paglia, (il malato e i due chelo sostengono escono)
  • Nonno: Sarà meglio portare di là ancheGabriella. (si rivolge a due uomini)Aiutatemi! (sollevano la branda e la portanovia)
  • Nonno: (si avvicina ad unuomo seduto molto avanti nella scena: ha il capo fra le mani) E ituoi?
  • Uomo: Non parlarmene! La testa mi scoppia se lipenso.
  • Nonno: Non credi?
  • Uomo: Finché c'era la nebbia speravo che lacasa avesse resistito: quando se n'è andata, (fa cenno che la casa non c'è più )
  • Nonno: Ti sarai sbagliato.
  • Uomo: Tu li conosci questi posti. Se ti pigliasseroin barca e ti dicessero: andiamo alla casa di Giacomo, di Andrea, alla mia, tu condurresti la barca dove la casa è sommersa. Perché vuoiconsolarmi? Siamo amici,
  • Nonno: Coraggio! Alcuni degli uomini sono seduti al tavolo, altri in piedi appoggiati alle pareti: qualcuno fuma, altri bevono.
     
  • I uomo: Non abbiamo più casa, né bestie, né campi.
  • II uomo: Io mi domando se si renderanno conto dellanostra disgrazia.
  • III uomo: Ci hanno abbandonati, a mio giudizio non passeremo la notte.
  • IV uomo: Non ci hanno abbandonati, lo sanno, ci hanno visto, solo non possono avvicinarsi.
  • V: uomo Sanno che siamo vivi,
  • IV uomo: Non giungeranno in tempo, ma i loro sforzi mi danno pace.
  • V: uomo Bel gusto! Intanto sei morto! Sanno tante cose gli uomini, hanno tante macchine, ma quando sono necessarie per salvare dei poveri Cristi come noi, ci lasciano crepare. Se non vanno le barche, perché non vengono con gli aeroplani, con gli elicotteri?
  • IV uomo: Con questa nebbia,
  • VI uomo: Ho tutti gli abitibagnati.
  • VII uomo: Avvicinati al fuoco! Meglio morireasciutti.
  • VI uomo: Spiritoso!
  • VII uomo: E che cosa conta immalinconirsi? Muorimeglio?
  • Prete: La migliore morte è quella in grazia diDio
  • VI uomo: La migliore morte è quella nel proprioletto e non annegati.
  • VIII uomo: Dicono che sia una cosa rapida, perdi subitola coscienza e non senti più nulla. Se ti ripescano in tempo, un po' di respirazione artificiale e ti riprendi, altrimenti muori sulserio.
  • Filippo: Breve o lunga la morte fapaura.
  • Prete: Non deve fare paura.
  • Filippo: (conira) Mi fa paura, (più piano) la morte perannegamento.
  • Nonno: Calma! Se cercassimo di dormire? (si alza, fa per muoversi, poiritorna a sedersi)
  • Prete: Amici, durante la guerra mi sono trovato conaltri dieci uomini su una scialuppa in mezzo al mare, sembrava dovessimomorire di fame, di sete. Dio ci ha salvato, ma noi avevamo già affidato alle onde una bottiglia sigillata con i nostri nomi dentro: credo che ora dobbiamofare lo stesso.
  • Nonno: Useremo il bidone dellatte.
  • Vecchio: Ma allora, non c'è più speranza?
  • Nonno: E' per precauzione.
  • Vecchio: Ah!
  • Nonno: (alprete) Scrive lei? Quic'è penna e carta.
  • Prete: Se vuole. (inizia a scrivere) noi di Occhio Bello, prigionieri nella cascinadenominata, (si rivolge al nonno)
  • Nonno: Alto Podio.
  • Prete: , Alto Podio, chiusi da ogni partedall'acqua, sotto l'incubo da essere travolti perché la terra frana, scriviamo suquesto foglio i nostri nomi, fiduciosi nell'aiuto di Dio,
  • Filippo: (è un giovane alto, magro, ha una barba ispida, nel volto gli zigomi sono moltopronunciati, gli occhi sono piccoli, infossati: ha gesti violenti, agita le dita etrema nel corpo) Mi oppongo alla frase: fiduciosi nell'aiuto diDio.
  • Prete: Perché ?
  • Filippo: Perché non esiste Dio. E se anche cicredessi, non sono fiducioso nel giudice che già mi ha condannato amorte.
  • Vecchio: Se firmo quel foglio è per scongiuroperché non credo che morirò.
  • VII uomo: (aFilippo) Non fare ilcavilloso. Speri che ti possa salvare qualcun altro al di fuori di Dio?
  • Filippo: Non ho fiducia in nessuno.
  • Prete: Pietro stava per affogare e Cristo losalvò. Perché non potrebbe salvare anche noi?
  • Filippo: Perché non sono Pietro, e Cristo nonc'è.
  • Prete: Non c'è nel tuocuore.
  • Filippo: Sulla terra non c'è. Ha lasciato i preti, ma questi non contano quando c'è tempesta.
  • Prete: Cerca Dio all'infuori di me e lascia starei preti. (più calmo, rivolto atutti) Noi non possiamo vedere il futuro: Dio non è giudice se non dopo la morte, prima è nostro amico e possiamo pregare perché ci salvi. V'invito apregare.
  • Filippo: E come? Dammi una preghiera nuova se vuoi chemi esca dal cuore. Io non posso pregare con le parole solite in questomomento. (si rivolge a tutti con facciaimpaurita, quasi piangendo) Io ho sempre avuto paura dell'acqua e sono figliodi marinai, amici, non ci credereste, proprio così ! Marinaio mio padre, mio nonno. Appena ho potuto mi sono portato più addentro, nella terraferma. L'acqua mi perseguita, mi fa paura, non avete mai visto i bambini che non vogliono bagnarsi, o i gatti? Anche il fiume è traditore: ci ha imprigionati suquesto brano di terra e ci rosicchia sghignazzando. Che abbiamo fatto dimale? (si avvicina al nonno) Dimmelotu, nonno? Sempre casa, aratro, lavoro. (a tutti) Non capite che siamo dei condannati amorte?
  • Vecchio: (siè alzato e trema visibilmente) Esco. Questi discorsi mi fanno maleall'intestino.
  • Filippo: (si riprende comecolpito da un'idea improvvisa) Ho un'idea! Tu, prete, non hai sempre sostenuto che Dio è superiore alla natura?
  • Prete: Sì.
  • Filippo: (atutti) Facciamo unaprova. Ma bisogna essere d'accordo tutti, incominciamo dai bambini,
  • Uno: Dormono,
  • Filippo: Li sveglieremo. Dio ha fatto tanti miracoliinutili per dimostrarci di esser Dio. Chiediamogliene
  • Uno: utile, che ci salvi.Se è vero che ha creato l'ordine, darci la morte con questo putiferio è un controsenso.
  • Uno: Dio deve salvarci.
  • Un altro: Lo può.
  • Filippo: (adagio) A meno che tutti qua, noi, in questo momento non dobbiamo pagare peruno.
  • Prete: (gridando) Perte!
  • Filippo: (arrossendo) Io! Ho lacoscienza a posto, prete, anche se non mi sono confessato date.
  • Uno: Io sarò un imbecille, ma penso che nondobbiamo discutere sulle cose che succedono: si accettano, aspettando chepassino.
  • Filippo: (avvicinandosi acostui con ironia compassionevole) Tu sei sempre stato un po' chiuso, Antonio. Non offenderti.Ricordi che se la tua mucca passava nel mio campo, non te l'ho mai rincorsa alegnate e se c'era un buon bicchiere da bere t'invitavo volentieri. Ma quandosono in campo i valori dello spirito ho ben diritto di riprenderti, se ne so più dite. Dio ci ha dato una vita, una casa, una famiglia, un lavoro. Dimentica la miapaura per l'acqua. C'è qualcosa di più che un semplice bagno da fare oda non fare: c'è da morire o da esser salvi. Già la morte naturale non è unacosa molto chiara, ma è comune a tutti, come la vita. Ma questa morte è solo nostra, capisci? Gli altri sono salvi, lontani, ci pensano, se ci pensano, manon possono fare nulla. Dio ha voluto così per noi, Dio e nessun altro cheDio, che ne dici prete?
  • Prete: Dio, nessun altro cheDio.
  • Filippo: Lo conferma. E perché allora ha volutocosì per noi? Solo per noi fra tutti questi uomini che continuano a vivere e, imbecilli, non sanno la gioia che possiedono? Dio è ingiusto o tutti noi siamo qui apagare per uno che ha suscitato l'ira di Dio. (duro) Chi ha la coscienza pulita si alzi in piedi e chi non l'ha abbia ilcoraggio di dirlo e decideremo.
  • Prete: (conimpeto) Fermi! Il flagello di Dio è un avvertimento per gliuomini.
  • Filippo: Ma perché sulle nostre spalle? Siamo unbranco d'animali perché Dio ci fulmini a caso per avvertire gli altri dallasua ira? Mi ribello a Dio: rifiuto di morire pentito se il prezzo della mia morte è il mezzo per avvertire il prossimo.
  • Prete: (avvicinandosi eposandogli una mano sulla spalla) Calmati, siamo umili! Tu sei accecato dalla superbia. Comefai a confondere il tuo problema con quello di Dio? Ogni attimo di vita è un dono che Dio ti fa senza tuo merito: questo lo comprendi. E se Dio ti toglie lavita, puoi accusarlo di un delitto? Se interrompi una sequela continua di doninon dovuti ti senti in colpa? (atutti, passando da
  • Uno: all'altro) Un uomo donava a un povero una somma didenaro ogni giorno per il cibo, il vestito, un misero letto: erano anni chefaceva così. Ma un giorno passando per la strada lo vide a terra, ubriaco esi informa e gli dicono che quell'uomo beve tutto quello che lui gli regala. Cosafarà il giorno dopo quando il povero, svaniti i fumi del vino, ma con il serpedel vizio nel cuore si presenterà con aria ipocrita a chiedere il dono? (si rivolge a Filippo)Siiumile e accetta il dono della vita come fra poco il dono della morte: considerache i tuoi peccati ti fanno oggetto continuo di un rifiuto da parte di Dio. Ese ti senti innocente, pensa che Dio si serve di te per un altro problema, ilSuo, che è inutile indagare: per te ha pronto il cielo, come ci hapromesso.
  • Filippo: (a tutti, con ariacattiva) Perdonatemi! E' stato puerile chiedere un miracolo. Mi pareva che rivolgendomi a Colui chechiamiamo il nostro creatore con parole umane, ma gridate sopra i venti e la bufera, potessimo strappargli quello che Lui solo può fare. Non chiedete ilmiracolo se volete che avvenga. E' l'unico modo per conciliare l'umiltà conla superbia di chiedere. Ma dimmi, tu, quello che non gridi, lo chiedi, sì o no, infondo al cuore?
  • Uno: Lo chiedo!
  • Un altro: Lo chiedo,
  • Tanti: (sotto la muta interrogazione di Filippo che passa dall'unoall'altro) Lo chiedo, lo chiedo, Si apre improvvisamente la porta ed entra il vecchio, insanguinato, vacillante.
     
  • Nonno: (alzandosi) Che è successo?
  • Vecchio: L'ingegnere, e quei tre garzoni, fuggiti,
  • Nonno: Come?
  • Vecchio: Hanno preso le botti, mi sono opposto, mihanno picchiato,
  • Nonno: Farabutti! L'ultima speranza per salvarealmeno le donne e i bambini.
  • Vecchio: (avanzando sorrettodai presenti) Lucia!
  • Lucia: Vieni, nonno: andiamo di là....ti laverò un poco,
  • Nonno: Ora, se non giungono in tempo, siamo perduti.(a una mossa del prete) Basta, prete!
  • Ognuno: ma dov'è Filippo?
  • Uno: Era qui,
  • Un'altro L'ho visto uscire,
  • Un'altro Nonno, ho paura, (e fa per trattenere il nonno che si è alzato)
  • Nonno: Lasciami! Non hai capito che è pazzo? (va alla porta e la apre)Filippo, Filippo, (più piano) Filippo, (chiude la porta e si rivolge agli uomini che lo guardano con apprensione) siè impiccato! Mentre gli uomini reclinano il capo e qualcuno piange sommessamente, il prete in ginocchio recita: "Requiem aeternam donaei, Domine, "
     







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