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Cultura - TeatroFranco de Carli

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17 Maggio 2018
L'alluvione - dramma in cinque atti (atto secondo)
di Franco de Carli


L'alluvione - dramma in cinque atti (atto secondo)
ATTO SECONDO

Identica scena dell'atto precedente. E' notte, Lucia è seduta al tavolo sotto la luce della lampadina e cuce, la madre scopa, Federico in piedi si dondola leggermente al suono della radio che trasmette un ballabile.
  • Madre: Quel vecchiume là fuori mi fa uscire dai gangheri. (a Federico) E tu chiudi quella radio! E' sempre un letamaioqui dentro e nessuno pensa che poi bisogna pulire, (piano) manie! Non fai altro che sentire scemenze dimusiche,
  • Federico: Sono musiche negre!
  • Madre: Bene! Con tutta la sua prosopopea, balli, musiche negre! Ai miei tempi si aveva più dignità. Ecco com'è la democrazia: andiamo ad insegnare ai negri il Pater Noster e ci portiamo a casa i loroballi.
  • Federico: A me piacciono.
  • Madre: Quando ballonzoli sulle tue gambe lunghe, mi fai pena, e le donne schifo! Il parroco,
  • Federico: Lascia stare il parroco. Ballano ancheall'oratorio.
  • Madre: Appunto, è una mania, questa dei negri. Lihanno portati persino a combattere in guerra, poveri illusi! E ci hannolasciato un esercito di bastardi.
  • Lucia: (a Federico) Non vai alla festa?
  • Federico: Non la fanno: hanno paura dell'alluvione.
  • Lucia: Meglio così : in questo momento bisogna rimanere uniti. (si ode un rumore di voci concitate fuori) Ma checosa fanno là fuori?
  • Madre: Hanno voglia di chiacchierare. (a Federico) Sono contenta che non facciano la festa: quella smorfiosa non mi piace.
  • Federico: Non chiamarla così.
  • Madre: La chiamo come voglio, tutta dipinta come un manichino da negozio, magra come un chiodo: quella non ti da figli, coni fianchi che ha, la silhouette, elettrica come una lampadina, giri l'interruttore e si accende. Sì, se hai voglia di farti mettere sotto, sposala! Non portarla in casa: qui c'è bisogno di gente che lavora, uff, (esce)
  • Lucia: Fortuna che questa cascina è in alto: se ilfiume rompe da queste parti, non ci travolge.
  • Federico: Cosa dice il nonno?
  • Lucia: Ha paura.
  • Federico: (spegne la radio, si siede al tavolo e si fa vicino a Lucia) Posso parlarti diGuglielmo?
  • Lucia: (stupita)Sì.
  • Federico: Prima di partire mi ha detto che gli è dispiaciuto: mi ha detto che sei stata ingiusta a pensare che vada in città a farebrutte cose.
  • Lucia: Ti ha detto propriocosì ?
  • Federico: Dià mine! Va solo a cercarsi un lavoroperché è un tipo, tu lo vedi, che non è adatto per lacampagna.
  • Lucia: Oh! Abbiamo qualcosa qua, una casa, deicampi, la sicurezza del pane: perché cambiare tutto questo perl'incerto?
  • Federico: Sei da compatire. Bisogna osare! Mi ha dettodi dirti d'avere pazienza, che, appena ha qualcosa per le mani ti chiamacon i bambini e cerca di chiamare anche me. Non voleva partire tanto ti vedeva agitata.
  • Lucia: Non è vero!
  • Federico: Sul serio! E poi quella scena col nonno! Maè mai possibile che tu, proprio tu, debba essere la sua pietra al collo invecedi essergli d'aiuto?
  • Lucia: Sono parole sue?
  • Federico: No, come sei cavillosa! Ti dico il senso. Era proprio triste quando mi ha lasciato.
  • Lucia: Ed ha preso qualcosa con sé, del cibo, della biancheria?
  • Federico: Nulla, poveretto! Era demoralizzato! Madomani che dovesse riuscire e vi chiamasse in un bell'alloggio pulito, comodo, correreste a quattro gambe, sì, sì, lasciamelo dire, tu, con la tua poesiadella natura, il nonno che manderebbe al diavolo la nostalgia, non parliamo dellamamma e dei ragazzi che quando Guglielmo torna dalla città e porta qualcosa sonoin adorazione di quello che vedono. Ha ragione Guglielmo: in città campano sul nostro lavoro.
  • Lucia: Ma se nessuno lo fa?
  • Federico: Che c'entra? Lo faccia chi vuole. Nonverrai a dirmi che devi fare questo lavoro per qualche motivo religioso o politico oche so io?
  • Lucia: No. Ma penso di far bene a rimanere dove Diomi ha messo.
  • Federico: Me l'aspettavo! Non capisci che Dio nonc'entra per niente?
  • Lucia: Avrai ragione tu: con tipi come me il mondonon si sarebbe mosso di un passo. Mi auguro che
  • Guglielmo: riesca e ci chiami.Aveva bisogno di soldi?
  • Federico: Eh, sì. Voleva chiederti,
  • Lucia: (si sfila lacollana e gliela da) Quando lo vedi dagli questa collana d'oro: me l'ha chiesta: digli che non abbia rimorso a venderla, intanto,
  • Federico: Oh brava, finalmente! Diventi nostraalleata, vengono! Non parlarne al nonno.
  • Lucia: Figurati! Entra il nonno: un gruppo di gente continua aparlare di fuori. Il cielo è già chiaro, albeggia. Federico si siede al fondo della scena.
  • Ingegnere: (non si vede, ma sisente la voce forte fuori dalla porta) Ma possibile che non vi sia nessuno chevoglia attaccare il cavallo alla mia macchina? Pago diecimila lire questoservizio.
  • Nonno: (riportandosi sulvano della porta) Non è per i soldi, ingegnere.
  • Ingegnere: Fino alla strada saranno duechilometri. Unavoce Ma cosa vuol fare con questo buio? Aspettil'alba. Ci mancherà un'ora.
  • Ingegnere: All'alba voglio già essere aMilano. Unavoce C'è troppo fango.
  • Ingegnere: Uno, due, trecavalli.
  • Lucia: (a Federico) Chi è ?
  • Federico: L'ingegnere della tenuta qui accanto. Ha lamacchina nel fango.
  • Ingegnere: Ne pago due, tre, quanti ne volete, allamalora! Che gente incaponita!
  • Lucia: E non possono?
  • Federico: Ammazzare un cavallo per una macchina? E poi aspettiamo tutti, aspetti anche lui. Il nonno entra: dietro di lui viene avantiuna decina d'uomini.
  • Nonno: (agliuomini) Sedetevi. (a Lucia) C'è del vino?
  • Lucia: Sì nonno, (lo porta, al nonno) ebbene?
  • Nonno: Se il fiume rompe è una catastrofe!
  • Vecchio: (è piccolo, gobbo, si appoggia ad un bastone che picchia per terra accentuando la parola: parla rapidamente con voce stridula, petulante) Sei il solitomenagramo. E' mai possibile che alla tua età non abbia imparato un po'd'ottimismo?
  • I uomo: Ottimisti, va bene: ma pensare al peggio nonfa mai male.
  • II uomo: Se tutti avessero pensato al peggio, comeNoè, non sarebbero morti.
  • Vecchio: Che storie! E Dio dove lo metti? Avesseropensato o no era lo stesso perché Dio aveva già deciso di ucciderli tutti. Oradove ha piovuto? Qui o altrove? Ti sembra che questo fatto sia molto simile al diluvio della Bibbia? Il tuo paragone non calza, è vuoto, assurdo,
  • III uomo: Basta, basta! D'altra parte questa collinaè una vera arca per il diluvio del Po. Non potrà navigare, ma spero che nonsarà sommersa.
  • Nonno: L'impeto delle acque potrebbe corrodere laterra e farla franare.
  • Vecchio: Ma certo! E perché non potrebbe Domeneddiosollevare una tromba d'acqua e farci piovere addosso l'alluvione invece diinumidirci le gambe? Se ragioni così, perché non ammetti che a questa casapotrebbero spuntare le ali? Ciò che ti rode l'animo nonc'interessa.
  • IV uomo: E dagliela! Il nonno parla benissimo e nonvedo perché tu debba scaldarti tanto.
  • V: uomo A te dovrebbero dire che non ha piovuto comeha piovuto e che il fiume non è in piena. Allora ti sentiresti a posto eandresti a dormire. Se poi non incominciassi tu ad essere pessimista tanto per dire qualcosa in contrario.
  • Vecchio: Bella lezione! Grazie! (s'inchina) Tutto perché voglio che si vedano le cose con equilibrio. A me l'equilibrio è sempre piaciuto, è una cosa che mifa bene. Quando ero giovane,
  • III uomo: Basta, basta!
  • Lucia: (si avvicina alvecchio) Su, nonnino, vieni qui con me e raccontami di quando eri giovane, vuoi un bicchiere divino?
  • Vecchio: Già, già, non succederà nulla! E' tuo nonno,
  • Lucia: Sì, sì, ho capito; sieditiqua.
  • I uomo: Che dobbiamo fare?
  • Nonno: Abbandonare questo posto al più prestopossibile.
  • II uomo: (conrabbia) Ognuno di noitiene alla propria vita e a quella dei suoi cari, ma, perdì o, lasciare la casanon me la sento.
  • III uomo: Ioneppure.
  • IV uomo: Io ho la porta che nonchiude.
  • V: uomo E la mia? Uno spintone e sono dentro, poi, anche se mi decidessi, verrebbero i miei? Nemmeno legati comesalami.
  • IV uomo: (al nonno con ironia ) E' semplice per te, la tua famiglia è rondinepellegrina.
  • Nonno: Io non me ne vado. Questa casa è diversadalla vostra: è in alto sul livello del fiume, le vostre sono al di sotto esarebbero sommerse.
  • I uomo: E abbandonarla per dove? Se succederà l'alluvione, qualche porta si aprirà a dei disgraziati, ma prima, ti riderebberoin faccia. No, comunque vada ci tocca rimanere.
  • II uomo: Ma ne va della vita!
  • III uomo: Non esagerare!
  • Nonno: La massa d'acqua è imponente. D'ora in ora l'onda di piena è più grande e non può raggiungere il mare. Può darsi che ci sorpassi, ma è difficile per il decorso del fiume. Qui è il punto più pericoloso.
  • IV uomo: Perché non può raggiungere ilmare?
  • Nonno: In questi giorni il mare ha una marea alta, invece di accogliere l'acqua la risospinge sulla terra.
  • V: uomo (conrabbia) Inondazioni, disastri, ma che, è un anno del diavolo questo? Migliaia di gente senza tetto, paludi di campi lavorati, dov'è Dio? O il demonio hascornato Dio e non Dio il demonio?
  • Nonno: (ha un tono di rimprovero, ma appare accennato) Fossi con i miei anni, taceresti difronte al dolore. Non è facile arare, talvolta non basta il sudore: bisognadare alla terra anche la propria vita. Dio e demonio si combattono altrove, seesistono. Il cuore dell'uomo è un muscolo grosso come un pugno.
  • V: uomo :E' una pietra in certuni.
  • Lucia: (lascia il vecchio e si avvicina lentamente parlando) Ma chi rimane con Dio sache la pietra può trasformarsi in pane. Perché sei così triste, nonno?Non ricordi che Dio trasformò le pietre in pani?
  • Nonno: (con tono aspro, parlando come a se stesso) Tutto potrebbe fare Iddio se non ci fosse l'intralcio diquesta vita fra noi e lui. La vita è come un tetto di nuvole che ci separa dallaluce. Quando in file serrate vedo le nuvole avanzarsi come mostri davanti alsole, fermo la zappa, poso tutto e rientro a casa. Sento una pena nel cuoredella mia terra, come fosse un essere colpevole, un Cristolegato.
  • Lucia: (agitata, parlando rapidamente) Tutto ciò che hai detto è una bestemmia, nonno, non so dire come.
  • Nonno: (alzandosi, rivolto a tutti) E' l'alba. Ritornate alle vostre case: ilpericolo affrontato con la luce è meno terribile. Considerate pure questa casacome vostra in qualsiasi momento. Molti Grazie, nonno, buon riposo, Lucia,(escono)
  • Lucia: Buon riposo! (a Federico) Sali Federico?
  • Federico: Sì, sono stanco.
  • Lucia: Buon riposo.
  • Federico: Grazie. (esce, rimangono soli Lucia e il nonno)
  • Lucia: (dopo un po', conaccento disperato, anche se contenuto) Nonno, è così dovunque su tutta laterra? Che si debba vivere sempre in continua angoscia?
  • Nonno: (inpiedi in mezzo alla stanza parla con gli occhi socchiusi) Un'angoscia, anche minima, c'è sempre nel cuore dell'uomo. Chi aspira a qualcosa geme dellasua nullità : ogni cosa è angoscia perché non la possediamo mai interamente. Ogniattimo è angoscia perché l'uomo s'incontra con fatti più grandi di lui, ese non lo sono, li crea e crea l'angoscia.
  • Lucia: (china un po' ilcapo e parla in tono sommesso) La natura di queste ore mi opprime, come una mano che mistringa alla gola e mi limiti il fiato allo stretto necessario. Vivo, ma questolimite mi dà tanta angoscia.
  • Nonno: (con unsospiro) E spero ancorache tutta quest'acqua passi senza farci del male. Ma anche se non c'inonda, lasua angoscia mi rimarrà nell'animo. Angoscia è anche temere una cosa che si sa di dovere subire senza rimedio.
  • Lucia: (reagendo ).Credo che bisognaesser più vicini a Dio per sopportare con dignità lavita.
  • Nonno: (con tristeironia) Più vicini almodello dell'uomo giusto che chiamiamo Dio.
  • Lucia: (sorridendo) Trasformi Dio inun'idea di giustizia, ma l'idea non ti dà forza.
  • Nonno: La forza è tua, Lucia: per comodità etradizione l'hai posta in un essere inesistente che chiami Dio. Senza credere inDio, io lotto come te per raggiungere il modello dell'uomogiusto.
  • Lucia: (con intensatrepidazione in cui c'è affetto e desiderio di capire) Ma come sei giunto a questo punto, nonno?Come mai delle cose che per me sono chiare come l'acqua, brucianti come il fuoco, evidenti come gli oggetti che mi circondano, per te sono tanto diverse?E' mai possibile? Dov'è la verità, in me o in te, nonno?
  • Nonno: Non ti parlerei così se non fossi convintodi essere nel vero.
  • Lucia: Ma anch'io sento di essere nelvero.
  • Nonno: (è dritto, difronte e la guarda intensamente) Solo la morte può dire da che parte è il vero: la nostracoscienza non basta. Non so dirti come sono giunto a questo punto, un tempocredevo, poi ho dubitato di Dio. Ora il mio dio è la natura che spiega la vita, ilpensiero, il senso del dolore, è la natura da cui sorgiamo e alla qualeritorniamo senza fine. Come il tuo dio, anche il mio, vedi, è di casa, mi sta a fianco, mi circonda, è dentro di me, sono io stesso.
  • Lucia: Ma se domani il fiume irrompe e ci sommerge, questo dio ordinato che hai in cuore non grida vendetta al dio disordinato dell'alluvione?
  • Nonno: E tu? Come ti potrai spiegare tanta furiadella natura contro di te, buona e pia?
  • Lucia: Io non posso accusareDio.
  • Nonno: Perché ?
  • Lucia: Perché Diopermette ciò che vuole e so di averlo offeso in misura più grande di qualunquedisgrazia mi mandi. So che la vita non termina qui. Accetto qualunque cosa perché ogni mio diritto è dopo la morte, se faccio bene, secondo la suapromessa.
  • Nonno: (tristemente) E vengal'alluvione allora. Per me non vi è un dio della piena e un dio no, ma un unicodio che eccita e distrugge la vita universale e se solo ragiono dal mio strettopunto di vista, posso accusare la natura di cecità e di delitto. E' meglioche andiamo a riposare un poco. Hai gli occhi stanchi, Lucia, (si ode come un rumore di tuono: con voce rottadall'emozione) senti, ?
  • Lucia: (atterrita)Cosa?
  • Nonno: La piena!
  • Lucia: Nonno, nonno, (corre alla porta: la apre, il nonno la segue) il fiume ha rotto gliargini,
  • Nonno: Dalla nostra parte,
  • Lucia: Oh nonno!
  • Federico: scende precipitosamente le scale e sislancia per uscire.
  • Nonno: Dove vai? Vuoi annegarti?
  • Federico (dimenandosi) Lasciami!Gabriella corre verso di noi, l'ho vista dalla finestra,
  • Nonno: Andiamo! (escono tutti) Dopo un poco entra dalla porta di fondo un uomo giovane, tutto bagnato, grondante acqua dai capelli, dagli abiti, ha le braccia penzoloni lungo il corpo, lo sguardo atterrito e parla adagio con monotonia.
  • Giovane: L'acqua si avanza con il rumore di mille buoi e se qualcosa l'ostacola, la travolge e l'abbatte, ! E' la fine! 
    (cade su una seggiola).  

     








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