 | | Waiting for Godot / Aspettando Godot |
“Se avessi saputo chi è Godot, lo avrei scritto nel copione” Samuel Beckett
Il 9 novembre ho assistito alla messa in scena della pièce teatrale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, in anteprima nazionale al Teatro Salieri di Legnago. Uno dei più grandi nomi della drammaturgia del Novecento, riproposto da Maurizio Scaparro, un maestro del teatro italiano e internazionale odierno.
Un albero e una catasta di legna: sono questi gli unici elementi di una scenografia essenziale e spoglia, in perfetta sintonia con la trama dello spettacolo teatrale. "Aspettando Godot" è un'opera “in cui non succede nulla, per due volte”. La vera protagonista dello spettacolo è l'attesa: di Godot, della sera o più semplicemente di una fine. Scritto nel secondo Dopoguerra, è un dramma esistenziale che, attraverso la rappresentazione della condizione di attesa dei personaggi, sottolinea al contempo il nonsense della vita umana. Godot non arriverà mai e, nell'attesa, al pubblico e ai personaggi dell'opera sembrerà, a poco a poco, di perdere la concezione stessa del tempo, dimenticando da un giorno all'altro i ricordi del passato; la luce e i colori del cielo distinguono una mattina da una notte fonda, lasciando comunque lo spettatore ignaro del tempo che trascorre da un atto all'altro. I dialoghi e le relazioni tra i protagonisti e gli altri personaggi sono vani e vengono spesso lasciati in sospeso o conclusi con un “ma che importa?”; già, poco importa di ciò che si dice e si fa nell'attesa, l'importante è trovare un modo per svagarsi e far passare il tempo, aspettando una conclusione.
Ciò che rende interessante "Aspettando Godot" è come, nei due atti, l'attenzione del pubblico venga travolta e inaspettatamente rapita dalla prima all'ultima battuta, nonostante il vortice di parole e discorsi inutili, incompleti o vacui; ciò che invece lo rende straordinario è come, senza che si dica o che avvenga nulla di importante, lo spettatore ne esca con una nuova consapevolezza e perfettamente cosciente della visione del mondo che Samuel Beckett lascia trasparire dietro un velo di ironia.
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