Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Martedì 23 aprile 2024    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - SocietàFrancesco Taverna

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

Problemi di insonnia? Forse è solo un... ritorno al passato
di Francesco Taverna


Problemi di insonnia? Forse è solo un... ritorno al passatoVi siete mai chiesti se il nostro modo di dormire sia lo stesso da sempre? Mi spiego meglio: gli esseri umani hanno sempre dormito quelle 7/8 ore a notte che oggigiorno si considerano indispensabili per poter affrontare il nuovo giorno con il pieno di energie e ben riposati? Perché, in caso, sappiate che la risposta è no.

Risulta infatti da una ricerca durata 16 anni e risalente al 2001 condotta da Roger Ekirch, professore di Storia al Virginia Tech, che un tempo la notte si affrontava in due momenti ben distinti e separati, ovvero si dormiva due volte: dopo una prima dormita di 3 o 4 ore si trascorrevano altre 3 o 4 ore da svegli e infine si tornava a dormire fino al mattino, per un totale di 8 ore di sonno nell’arco di 12 ore.

Ciò che sorprende in realtà non è tanto l’abitudine in sé, quanto il fatto che fosse lo standard per tutti e che fosse considerata normalità: si possono trovare riferimenti a quest’uso in letteratura, documenti legali, diari… Un dottore inglese scriveva, per esempio, che il momento ideale per dedicarsi allo studio era quello tra il "primo sonno" e il "secondo sonno", mentre un altro, in un documento del 1500, riportava che la classe lavorativa concepiva più figli perché solitamente avevano rapporti dopo il primo sonno. Non c’erano dei rituali precisi da seguire, in quelle ore intermedie: c’era chi leggeva, chi pregava (vi erano preghiere particolari espressamente dedicate a tale intermezzo), chi andava a trovare i vicini…

Secondo Ekirch le abitudini cambiarono con l’introduzione dell’illuminazione per le strade e dell’elettricità nelle case, che portarono le persone a poter vivere la notte in modo nettamente diverso e a non considerarla più dominio esclusivo di malviventi e poco di buono.

Per chi soffre di insonnia e si sveglia a metà nottata, perciò, sarà un sollievo sapere che secondo alcuni studi le nostre otto ore di sonno filate potrebbero addirittura essere contro natura. Negli primi anni ’90 lo psichiatra Thomas Wehr condusse un esperimento a questo proposito: per un mese intero e per 14 ore ogni giorno lasciò un gruppo di persone, 15 uomini adulti, in totale oscurità. Il risultato non fu immediato, ma alla quarta settimana il sonno di tutti i soggetti coinvolti si era regolato: dormivano quattro ore, si svegliavano per una o due ore e poi si riaddormentavano per altre quattro ore.

Gregg Jacobs, psicologo del sonno, spiega che svegliarsi durante la notte fa parte della normale psicologia umana. Secondo quanto afferma, l’idea di dover dormire per otto ore di fila potrebbe persino essere controproducente, soprattutto se le persone che non riescono a farlo vivono con ansia questa loro incapacità. Non tutti i medici condividono la stessa opinione, ma è anche vero che sono pochi i centri specializzati nello studio del sonno. Perciò se mai dovesse capitarvi di svegliarvi a metà nottata, pensate ai ritmi della società preindustriale e semplicemente rilassatevi.






  Altre in "Società"