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14 Aprile 2012 Più crisi, meno sprechi di EF
Secondo una recente indagine condotta da Coldiretti-Swg, la crisi ha avuto dei risvolti importanti anche sugli sprechi di cibo. Conseguenza diretta dell’aumento del carovita sembra infatti essere anche una maggiore oculatezza da parte degli italiani per quanto riguarda le pietanze che si consumano in tavola. Il dato non dovrebbe comunque essere fonte di stupore, rappresentando la spesa alimentare il 19% dei consumi, ovvero la seconda voce più importante subito a seguire quella delle spese abitative. Dall’indagine si rileva che quasi sei italiani su dieci, una percentuale pari al 57%, hanno deciso di ridurre considerevolmente gli sprechi di cibo. Un fenomeno importante e forse uno dei pochi risultati davvero positivi di questo periodo di recessione economica. Tra coloro che hanno modificato le proprie abitudini vi sono quelli che hanno semplicemente deciso di prestare maggiore attenzione ai prezzi (47%), quelli che hanno optato per una riduzione della quantità (31%) o per un riutilizzo degli avanzi del giorno prima (18%) e ancora quelli che hanno deciso di prestare maggiore attenzione alla data di scadenza presente sulle confezioni (24%). Tenendo presente che nel nostro Paese si stima che vengano annualmente persi 37 miliardi di euro per sprechi alimentari, con quantità di cibo pari ad oltre dieci milioni di tonnellate, non è di certo cosa da poco.
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