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25 Agosto 2010 Tanto tempo fa, in Thailandia di EF
Animali magnifici, imponenti e intelligentissimi, gli elefanti venivano nei tempi antichi utilizzati in Thailandia come cavalcatura per le terribili battaglie che avevano luogo in questi remoti territori dall’altra parte del mondo. Oggi quegli stessi epici scontri vengono simulati per far comprendere le tradizioni militari di allora. I guerrieri indossano le loro sgargianti uniformi e, lancia alla mano, si preparano a fronteggiarsi. Lo spettacolo mozza il fiato. Nessun atto di violenza trova giustificazione o ragione, ma in questo riproporre un’antica tradizione di guerra si intravede parte di una cultura. La vera sfida non si risolve tanto nelle immense figure animali che, guidate da mano umana, si levano l’una contro l’altra, quanto piuttosto in quello che dietro a queste si cela: giorni, mesi e anni di allenamenti serrati per insegnar loro a combattere ma soprattutto perché comprendano la differenza tra la realtà e la simulazione. "Se iniziassero a combattere sul serio potrebbero davvero farsi del male", commenta Ewa Narkiewicz dell’Elephantstay, centro organizzatore dell’iniziativa. Lo spettacolo racconta la storia della "Battaglia degli elefanti" (Yuttahadhi), ovvero di quando Re Naresuan che, nel lontano XVI secolo, sconfisse il re birmano Minchit Sra combattendo a dorso d’elefante. "Sono le scene che ritraggono il re che si reca alla battaglia", spiega Ewa Narkiewicz. "I nostri elefanti sono addestrati particolarmente bene attraverso l’uso di tecniche particolari. L’idea è quella di mostrare ai thailandesi il ruolo di questi animali nella loro storia". Coinvolti nella rappresentazione, oltre agli splendidi animali, centinaia di persone e fuochi d’artificio in uno stadio costruito apposta nei pressi di Suphanburi, a 135 chilometri da Bangkok. Non è solo un’occasione per raccogliere fondi e fornire agli elefanti uno stimolo sia fisico che mentale, ma anche per restituire ai conduttori uno status sociale che, nel tempo, hanno perso. "I conduttori di elefanti erano guerrieri capaci. Ora li si vede spesso chiedere l’elemosina per le strade e le persone li guardano come se fossero dei cittadini di classe inferiore. Con queste rappresentazioni stiamo restituendo a queste persone il loro ruolo".
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