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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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31 Maggio 2016
Il potere dell'Arte o l'arte del Potere?
di Gianni Pezzano



Il potere dell'Arte o l'arte del Potere?
San Paolo fuori le mura

Andare a Roma fa sempre piacere, ma quando lo fai per il Giubileo la tua mente e soprattutto gli occhi guardano quel che ti circonda in un modo diverso. Naturalmente le mete principali della visita erano le quattro grandi basiliche con le Porte Sante più importanti per il Giubileo straordinario di Papa Francesco dedicato alla Misericordia. Partendo da San Paolo fuori le mura, per poi proseguire a San Giovanni Laterano, Santa Maria Maggiore e infine la Basilica di San Pietro, il fedele, oppure il semplice turista, ha l’opportunità di vedere quattro modi diversi di architettura teologica.

Infatti, la nostra scoperta di quei giorni non è nuova , ma l’occasione di vedere le quattro basiliche insieme in pochi giorni ha semplicemente rinforzato il messaggio dei loro architetti.

Man mano che abbiamo fatto il nostro pellegrinaggio a questi luoghi importantissimi l’impatto delle basiliche diventava sempre più pressante, però la visita a una quinta chiesa, molto più piccola e modesta delle basiliche ha dato la prova finale di quel che sentivamo nelle basiliche: che ormai da secoli questi luoghi non sono più luoghi di culto, ma luoghi di ben altra cosa, anche se ci sono stati papi, l’ultimo dei quali proprio Papa Francesco, che hanno dichiarato apertamente quel che abbiamo notato nel corso dei nostri giorni romani. A tutti gli effetti ormai sono luoghi di potere.

Le quattro basiliche sono davvero imponenti, come vollero i loro architetti e i papi mecenati che hanno commissionato la loro costruzione ed eventuali ristrutturazioni e ingrandimenti. Ed è proprio questo aspetto che le opere d’arte e i simboli religiosi non nascondono all'occhio acuto del visitatore, fedele o ateo che sia.

 

Il primo impatto è sempre della grandezza e magnificenza di ciascuna di loro, quando entri l’occhio è colpito dallo splendore delle opere d’arte, dai colori vivissimi dei vari allestimenti e delle cappelle laterali, dall'oro utilizzato sia su pareti e soffitti che degli innumerevoli oggetti spesso regalati alle basiliche dai potenti nei secoli.

 

Ma già alla prima basilica tra questi simboli religiosi l’occhio vede gli stemmi dei vari Papi che commissionarono le costruzioni e le semplici ripetizioni dei vari simboli fanno capire all'osservatore che erano prove non della santità del Papa, ma il modo di trasmettere il potere politico più che religioso che la Chiesa manteneva per secoli. Spesso in contraddizione al messaggio del Cristo ripetuto da San Francesco, santo patrono della nostra Italia, che i poveri erano beati.

 

Si riconosce immediatamente lo scudo papale con le sei palle che  identifica immediatamente  tale Papa come uno dei Medici, come anche le api della famiglia Barbarini di Roma, per poi vedere i Della Rovere, i Colonna, i Caetani e molte altre famiglie che fecero parte fondamentale della Storia del nostro paese.

 

Il fedele in Piazza San Pietro non può non vedere ripetuto volta dopo volta lo stemma di Papa Alessandro VI, ossia Rodrigo Borgia, che commissionò Michelangelo a progettare la Basilica come prova dei suoi mezzi e poteri. Infatti il grande artista fiorentino non poté resistere all'ambiente di potere quando finì la sua opera più importante della basilica, la Pietà, senza dubbio ora la più amata e conosciuta nella basilica. Come scrisse Vasari fu l’unica opera firmata da Michelangelo perché una sera sentì un gruppo di uomini lodarla chiedendosi poi chi poteva esserne l’artista. Purtroppo nominarono molti artisti, ma mai il suo nome. Naturalmente si arrabbiò e non esitò a metterci il suo nome per togliere ogni dubbio di chi fosse l’autore di quell'opera bellissima.

 

Questo uso politico dell’Arte da parte delle potenze ecclesiastiche ha avuto conferma in una chiesa molto più piccola a Roma che è diventata poi meta dei turisti per la presenza di tre capolavori, cioè la chiesa di San Luigi dei Francesi vicino a Piazza Navona. La chiesa fu costruita per mostrare le grandeur francese dei Re di Francia nella Città Eterna e si vedono benissimo i simboli francesi, soprattutto il giglio d’oro, specialmente sul manto della statua di San Luigi, il re francese morto in crociata nella Terra Santa.

 

Ora il paradosso della chiesa è che oggigiorno non è conosciuta come il luogo di culto della comunità francese, ma come il luogo di tre delle opere più belle dell’artista italiano che sta diventando sempre più importante e apprezzato, il Caravaggio. I suoi “Martirio di San Matteo”, “San Matteo e l’Angelo” e “La Vocazione di San Matteo” sono semplicemente stupendi e il numero di turisti presenti ad apprezzarli e fotografarli ne è la prova.

 

Stranamente i luoghi dove il potere della Fede si sente di più non sono né le basiliche né le cattedrali, romane e non, ma in altri luoghi e non sempre sono  chiese o duomi. Chi ha avuto la fortuna di visitare l’Eremo delle Carceri, come anche la Porziuncola a Santa Maria degli Angeli ad Assisi sente una presenza quasi fisica di pace difficile da spiegare in termini puramente scientifici. Allo stesso modo certi cimiteri e sacrari e non solo militari importanti come Montegrappa o quello polacco a Montecassino trasmettono un senso forte di sacrificio che va ben oltre l’effimero.

 

Sarebbe troppo facile dire che le opere d’Arte e gli oggetti preziosi siano da vendere per aiutare i poveri e questo discorso vale per tutte le fedi e non solo per la chiesa Cattolica. Sono beni delle varie fedi e sono segni importanti della loro Storia, spesso contributi da chi crede davvero, anche se ogni fede ha avuto periodi dove non tutte le attività furono puramente teologiche. Vendere le opere non cambierebbe il mondo perché il problema da affrontare è ben altro.

 

In fondo le chiese e le fedi riflettono tutti i pregi e i difetti degli esseri umani, con la voglia di lasciare un segno per il futuro, come anche la volontà di mettere in azione le parole bellissime delle varie fedi, sia religiose che politiche.

 

Chiunque abbia studiato minimamente la Storia può nominare personaggi che vorremmo che tornassero anche nei nostri giorni, come anche personaggi che hanno lasciato rovine nella loro scia. Abbiamo visto come papi, re, presidenti e dittatori hanno voluto lasciare il loro segno nel mondo. Purtroppo molti di loro l’hanno fatto con la vita delle loro vittime, alcuni con opere bellissime di cui le basiliche romane ne sono soltanto un esempio ed altri con opere generose.

 

L’Arte non fa altro che darci il modo di capire come sia stato un certo Papa, Re o Presidente, ma dobbiamo ricordarci sempre che le intenzioni spesso non sono semplicemente il messaggio delle opere degli artisti, ma le azioni di chi le ha commissionate.

 








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