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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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05 Aprile 2016
Quel che non cambia mai
di Gianni Pezzano


Quel che non cambia mai

La storia è semplice: due ex soldati delle forze coloniali britanniche decidono di sfruttare le loro esperienze belliche per farsi un regno nelle zone sconosciute a nord dell’Afghanistan. Pensano che gente selvaggia sia facile preda per due occidentali furbi. Questa è la premessa del racconto di Rudyard Kipling “L’uomo che volle farsi re” che è diventato un film di un grande regista, John Huston con due attori altrettanto grandi come Sean Connery e Michael Caine. Come in tutte le storie della letteratura i protagonisti scoprono che i loro pregiudizi e il loro senso di superiorità non sono alla pari alla realtà e pagano un alto prezzo per la loro presunzione.

Storie come questa sono la prova che con il passare degli anni tutti gli sviluppi tecnologici e i progressi ingannevoli di certi paesi e certe società non sono niente di fronte alla realtà che quei due soldati scoprono durante il loro sventurato viaggio. L’uomo non cambia mai.

 

I luoghi del racconto già dicono a noi del terzo millennio che ci sono posti nel mondo che vivono con regole secolari che sono cambiate poco malgrado un mondo esterno che apparentemente ha fatto progressi incredibili. Infatti, anche i nostri soldati moderni del terzo millennio hanno grosse difficoltà ad affrontare le tribù dell’Iraq, Siria e Afghanistan come quei soldati britannici dell' 800.

 

I soldati moderni si trovano ad affrontare comportamenti antichi che pensiamo fossero abbandonati da tempo poi, come dimostra la Storia recente e come leggiamo fin troppo spesso nei giornali, scopriamo che anche noi occidentali siamo capaci degli stessi comportamenti che tanto deploriamo in queste società “antiche”.

 

Le opere classiche della letteratura di tutte le culture sono ancora lette oggigiorno proprio perché ci identifichiamo con i sentimenti e i comportamenti che descrivono. Lo stesso vale nel cinema che non è altro che un mezzo di comunicazione che gli autori del passato non conoscevano, ma che noi utilizziamo per trasmettere le loro storie.

 

Leggiamo nei giornali di stragi, attentati e orrori che colpiscono paesi vicini e lontani, presumibilmente in nome di una religione e mentre beviamo il caffè al bar parliamo dei barbari che ci sono in giro per il mondo. Ma diciamo queste parole facendo finta di non aver letto in altre sezioni dei nostri stessi giornali di delitti e violenze nella nostra società che non dovrebbero esistere in un mondo avanzato.

Leggiamo di assassini di donne colpevoli solo di voler lasciare mariti e compagni che le aggrediscono nel segreto delle loro case. Leggiamo di reati, vendite di droghe e della criminalità organizzata che non sono mai spariti dai presunti paesi avanzati, nemmeno in periodi di dittatura dove i dittatori facevano finta di aver creato società oneste con il semplice atto di proibire ai giornali di pubblicare notizie di reati.

 

Guardiamo i notiziari e facciamo finta di niente quando leggiamo di processi a criminali di guerra per reati commessi in Europa negli ultimi decenni in nome di dei che predicano la Pace e non la guerra. Peggio ancora, leggiamo poi le notizie di soldati in missioni di pace in zone disastrate che utilizzano queste trasferte tragiche per infierire su bambini innocenti che dovrebbero proteggere.

 

I due soldati lazzaroni del racconto di Kipling e il film di Huston in un certo senso sono simpatici, dimostrano segni di civiltà e onore quando trattano con il loro “fratello” massone, ma dal momento che entrano in contatto con i “selvaggi” fanno vedere comportamenti che non hanno  niente a che fare con i valori civili che dicono di voler portare al loro nuovo regno.

 

Svetonio scrisse la Vita dei Cesari che ancora leggiamo e non solo perché è un piacere leggere. Come tutti i suoi contemporanei, a partire proprio da Giulio Cesare, non scriveva semplicemente per il piacere di scrivere. Scriveva per promuovere le sue ambizioni politiche e perciò alcuni suoi commenti moralistici sono  lezioni per i  suoi colleghi e cittadini romani. Però, proprio perché vuole fare il moralista e il campione di certi valori “romani”, Svetonio dimostra i volti umani di alcuni dei protagonisti più importanti della nostra Storia.

 

Leggiamo delle pazzie di Nerone e Caligola, ci divertiamo a leggere della vita privata scandalosa di Tiberio e impariamo a conoscere i  pregi e i difetti di Giulio Cesare e Augusto che in effetti hanno creato le basi per l’Impero romano. Così ci rendiamo conto che questi personaggi non erano leggende, erano semplicemente esseri umani come noi cittadini del ventunesimo secolo.

 

Per capire come poco è cambiato basta leggere le cronache dell’ultimo scandalo dell’epoca elettronica, l’uscita dei dettagli finanziari di ricchi e potenti che cercano di evitare le tasse. Gli inglesi dicono che il potere corrompe e che il potere assoluto corrompe in modo assoluto e la presenza di Putin e altri politici autarchici di paesi di democrazia dubbia non fa altro che confermare l'aforismo.

 

Noi esseri umani abbiamo molti punti forti e molti punti deboli, ma probabilmente il peggiore punto debole è quello dell’ipocrisia di pensare di non avere i vizi dei nostri avversari, di qualsiasi genere. Trattiamo i nostri nemici come una sottoclasse  non ai nostri livelli, soprattutto in periodi di conflitti di qualsiasi genere, da litigi quotidiani e campagne elettorali a conflitti bellici dove spesso nemmeno consideriamo il nostre nemico come essere umano.

 

La Storia, la letteratura, il cinema e l’Arte sono il nostro modo di immortalare i nostri atti ed è giusto che sia così. Ma non dobbiamo scordare che abbiamo anche il dovere di riconoscere quel che di sbagliato facciamo e di cercare di modificare i nostri comportamenti sbagliati nel futuro. Purtroppo sappiamo tutti che non è così.

 

E sono proprio la Storia, la letteratura, il cinema e l’Arte che svolgono il ruolo fondamentale di farcelo ricordare. Opere come Macbeth, Otello, l’Odissea, 1984 e Il buio oltre la siepe per nominarne solo alcuni, lo fanno in modo straordinario. Disgraziatamente troppi di noi leggono le parole e guardano le immagini senza percepire il messaggio di personaggi come Dorian Grey: siamo capaci di compiere orrori e nascondere gli atti come fa Grey, non li cancella. Siamo proprio noi i nostri peggiori nemici.

 

La nostra società è moderna nella tecnologia, ma è ancora antica nei suoi comportamenti e siamo noi esseri umani a doverci cambiare. Ma ne siamo capaci e, soprattutto, abbiamo la voglia di farlo?

  








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