 | Queen Elizabeth Cate Blanchett |
Il 16 aprile 1746 l’esercito del principe Charles Stuart, il bel principe Carlo come era soprannominato all'epoca, fu sconfitto a Culloden in Scozia dall'esercito britannico del Duca di Cornwall. La battaglia segnò la fine per la famiglia Stuart del sogno di poter riprendere il trono scozzese ed eventualmente il trono inglese che era stato del Re James II Stuart, deposto dal parlamento inglese.
La fine della battaglia fu anche l’inizio di una repressione dei clan scozzesi che l’avevano appoggiato e fu orribile. Ci furono massacri di civili, indossare i tartan fu proibito per un periodo e molti sparirono nel tempo, i terreni furono confiscati e la carestia che ne seguì uccise ancora di più gli scozzesi e molti altri furono costretti a emigrare nelle nuove colonie americane per sopravvivere.
Il motivo di questo accanimento britannico non era semplicemente il timore del nuovo pretendente alla corona inglese, ma il timore di un ritorno di un cattolico al trono inglese. Infatti, quel re giustiziato fu l’ultimo re cattolico d’Inghilterra. Inoltre, l’Inghilterra ebbe anche la dittatura di Oliver Cromwell che in effetti era una dittatura fondamentalista protestante del paese che perseguitava i cattolici e che persino proibì anche il cantare gli inni natalizi per un periodo perché non ritenuti idonei.
Questi conflitti tra cattolici e protestanti hanno segnato tutta la Storia del Regno Unito dal momento che Enrico VIII decise di formare la Chiesa Anglicana e i seguenti conflitti a sfondo religioso sono dimostrati benissimo nel film Elizabeth con Cate Blanchett.
Però questi conflitti religiosi non erano nuovi all'Europa che aveva già visto la Crociata Albigense contro i catari in Provenza durante il dodicesimo secolo e che mise fine alla cultura europea più avanzata dell’epoca. Era proprio la lotta ai catari che portò alla creazione della Santa Inquisizione nel tentativo di combattere la loro ideologia in modo teologico, ma dopo il fallimento di questo tentativo l’Inquisizione prese una strada molto meno consona al Vangelo di Cristo.
Sappiamo tutti delle stragi dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale che segnò in modo indelebile quel conflitto orribile. Durante quella guerra, come anche durante la Grande Guerra, i soldati tedeschi portavano sulla fibbia delle loro cintura lo scritto Gott mit uns, cioè “Dio con noi”. Anche in questo caso l’intenzione delle parole non rifletteva gli atti poi compiuti dai soldati.
Negli ultimi anni in India, un paese di stragrande maggioranza indù con una forte minoranza musulmana, ci sono stati problemi tra questi vicini scomodi. In varie zone del paese famiglie musulmane sono state uccise dai loro vicini indù per il sospetto di aver mangiato carne di mucca, il loro animale sacro. Questi incidenti hanno peggiorato i rapporti già pessimi tra le comunità. Nell'ultimo caso due mesi fa l’indagine della polizia ha dimostrato che la carne mangiata era di capra e non di mucca. Purtroppo si teme che incidenti del genere si ripeteranno anche nel futuro.
Negli Stati Uniti ci sono stati attentati e morti in varie cliniche della fertilità a causa degli aborti che fanno alcuni e anche di voci di esperimenti genetici che alcuni pensano siano eseguiti in queste cliniche. Queste voci di esperimenti e altre pratiche girano da tempo sul social media e di conseguenza alcuni fanatici di sette protestanti hanno deciso di agire in protesta contro quel che considerano atti immorali e atei. L’ultimo di questi attentati è stato nello Stato di Washington il settembre scorso e come negli altri casi l’attentatore era un fondamentalista cristiano.
Ieri all'Aja il tribunale internazionale ha condannato il capo serbo-bosniaco Radovan Karadzic a quarant’anni di galera per le sue responsabilità per le stragi compiute dalle forze serbo-bosniache durante i conflitti nei Balcani vent'anni fa e ora si aspetta il verdetto del generale Radkc Mladic che era il comandare di quelle forze militari. Quei conflitti non erano tra due religioni, ma ben tre, gli ortodossi, i musulmani e i cattolici. Erano conflitti che risalivano ai secoli del dominio ottomano nei Balcani e Grecia. Ora quelle stragi sono un ricordo vergognoso per l’Europa a causa del ritardo europeo nell'agire all'epoca. Purtroppo in quelle zone i ricordi degli abitanti non sono decennali, ma secolari e c'è ancora chi vuole vendicare incidenti di due o tre secoli fa. Ci auguriamo tutti che non porteranno poi ad altri conflitti nel nostro continente.
Potrei andare avanti ancora per pagine, ma credo che questi pochi casi dimostrino il paradosso più importante che attualmente affrontiamo nel mondo. Abbiamo un mondo dove la gente in nome del suo Dio uccide. L’attentato di Bruxelles non è che uno dei casi, anche se il numero di morti ci fa piangere e temiamo il prossimo attentato che pochi dubitano non arriverà.
Noi esseri umani agiamo in base a parole che nella grande maggioranza dei casi parlano di amore e di rispetto per i nostri vicini. Siamo cosi convinti delle nostre idee che siamo pronti ad ammazzare chi non la pensa come noi e ci offendiamo che altri abbiano idee religiose diverse dalle nostre e non vediamo l’assurdità di uccidere in nome di teologie che predicano amore e non odio.
Sarebbe fin troppo facile puntare il dito a una sola religione come unica responsabile per la situazione internazionale attuale, purtroppo facciamo proprio cosi. Se viviamo in un mondo dove ci sono zone di conflitti in più continenti abbiamo l’obbligo non di semplicemente condannare “l’altro” di turno, ma di affrontare le condizioni che hanno creato queste situazioni, riconoscere i torti del passato e di trovare soluzioni realizzabili per risolvere le ingiustizie che hanno costretto milioni di persone a fuggire da barbarie che non riusciamo a comprendere mentre guardiamo i notiziari nella comodità dei nostri salotti.
Non dobbiamo accettare più l’idea di combattere per un Dio, non importa quale. Come comunità mondiale abbiamo l’obbligo di agire insieme, cristiani con musulmani, indù con ebrei, shintoisti con zoroastriani e cosi via per capire che le nostre differenze non valgono una singola vita tanto meno le innumerevoli vite di coloro che sono morti nel corso dei millenni.
Dobbiamo riconoscere che nessuno ha il diritto di negare al nostro vicino la propria religione e dobbiamo capire che ogni volta che qualcuno parla di limitare i diritti di una singola persona per motivi religiosi si creano le condizioni per altri conflitti nel prossimo futuro.
La guerra è già brutta di per sé, ma diventa infinitamente peggio quando è combattuta in nome di dei che sicuramente si vergognano delle azioni dei loro cosiddetti fedeli.
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