 A qualche punto della giornata lo facciamo tutti. Sia in versione cartacea in ufficio, casa o al bar, che nei notiziari televisivi, o nei siti internet delle grandi testate, oppure nelle pagine giornalistiche o pseudogiornalistiche di Facebook e dei social media, controlliamo le notizie più volte al giorno.
Sin dall'inizio il giornalismo ha dovuto affrontare due condizioni che spesso si scontrano tra di loro. La prima è ovviamente di fornire le notizie al pubblico. La seconda condizione invece nasce da quella prima ed è diventato il pomo della discordia tra giornalisti e quelli al potere: quella di manipolare la politica e lo stato della nazione tramite le notizie. Questa situazione è ben nota in Italia, non solo per via del periodo di Berlusconi a capo del governo, ma anche durante la dittatura e specialmente durante le varie guerre dove le notizie erano armi quanto cannoni e aerei.
Però, per quanto possa sembrare facile differenziare tra i due comportamenti, spesso non è poi cosi facile. Non sempre il giornalista sa se la cronaca che sta preparando abbia o no effetti politici. Il caso più emblematico di questa situazione risale al 1972 con un furto in un ufficio di un palazzo commerciale a Washington negli Stati Uniti. Questo caso prenderà poi il nome del palazzo, Watergate.
I responsabili non erano semplici ladri, ma esponenti dell’amministrazione del Presidente Richard Nixon e l’ufficio era del Partito Democratico a Washington per la campagna elettorale di quell'anno. Le indagini dei due giornalisti Carl Bernstein e Bob Woodward del Washington Post porteranno alle dimissioni del presidente.
Watergate dimostra perfettamente come alcune notizie potrebbero avere aspetti insospettabili dalle prime indagini e dimostra ancora meglio come il potere della stampa è capace di colpire i potenti nel modo più inatteso da loro. Però, nei decenni da quel caso la stampa mondiale ha subito e sta ancora subendo due processi che hanno cambiato il volto delle notizie e in troppi casi non per il meglio.
Il primo cambio del giornalismo è stata la creazione di enormi imperi mediatici , come News Corporation di Rupert Murdoch e la sua rete televisiva Fox News negli Stati Uniti, come anche simboli importanti come Al Jazeera e CNN che hanno creato rivoluzioni nel campo del giornalismo. Questi gruppi stampano giornali importanti e forniscono notizie a tutto il mondo, purtroppo, spesso, in modo poco chiaro e con obbiettivi non sempre trasparenti.
In particolare News Corporation e FOX News hanno utilizzato il loro ruolo non solo per promuovere politici, ma anche per promuovere o bocciare importanti sviluppi tecnologici o legislativi, secondo gli interessi dei loro proprietari e azionisti. Possiamo dire altrettanto del periodo dei vari governi Berlusconi dove il confine tra notizie e propaganda politica, specialmente sui canali e i giornali berlusconiani, non era del tutto chiaro per il pubblico italiano. Però questi casi non si limitano solo agli Stati Uniti e all'Italia perché in molti paesi la crescita delle agenzie giornalistiche ha creato conflitti di interessi enormi.
Allo stesso tempo la tecnologia che ha permesso la crescita di questi gruppi, ha creato anche internet e di conseguenza i social media che hanno creato, a loro volta, una nuova categoria di fonti di informazioni che sono ancora da capire per intero e le legislature nazionali di tutti i paesi, soprattutto nelle democrazie, ancora devono affrontare in modo razionale ed entro i limiti costituzionali questo tema. In questo caso parlo di democrazie perché le varie dittature e stati autarchici affrontano già questi problemi, ma con criteri che non sono consoni con lo stato di diritto che è alla base delle democrazie occidentali.
La crescita di questi piccoli “giornali” internet ha solo confuso ancora di più la differenza tra fornire notizie e manipolarle. Basta fare un giro su Facebook e gli altri social media per vedere notizie farlocche e ovviamente false attribuite a fonti che sembrano famose e dunque legittime, Invece sono quasi sinonimi di grandi testate per ingannare il lettore che vede solo i titoloni e non legge oltre il primo paragrafo dell’articolo.
Già di per sé questo sarebbe dannoso, ma la situazione diventa peggiore quando notiamo che molte di queste pagine non sono create per informare, ma con due scopi che non sempre si autoescludono. Il primo è di attirare la gente a condividere notizie e dunque aumentare il numero di persone che le leggono e si chiama “click baiting” (esca da click) e producono introiti enormi dalle agenzie pubblicitarie che si concentrano su internet. L’altro motivo è quello di promuovere politiche estremiste e spesso questi gruppi utilizzano i titoloni scandalistici e le notizie falsificate sia per promuovere le loro cause che per raccogliere fondi per le loro altre attività.
Queste due situazioni creano problemi per i lettori dei giornali e chi guarda i notiziari legati ai grandi gruppi. Precisamente, quante delle notizie che leggiamo sono legittime? Nel caso del social media, un controllo dei siti farlocchi dimostrerebbe che moltissimo è falso e manipolato. Peggio ancora questi siti falsi creano problemi per le agenzie e le testate etiche perché le notizie manipolate fanno dubitare di tutte le fonti di notizie e informazioni.
Non è una situazione facile da gestire, sia per il governo che per le testate legittime. Poi, diventa davvero difficile per il lettore disattento capire quale sia la fonte di cui fidarsi e quale non fa altro che ingannarlo. È un problema internazionale e temo che la soluzione non arriverà nel breve termine. I governi devono legiferare in modo responsabile e senza cadere nel tranello di creare censure troppo strette che mettono a rischio la libertà di stampa.
Nel frattempo il lettore deve leggere le notizie con l’occhio critico per cercare di capire se la notizia “scandalosa” del giorno sia vera, oppure creata ad arte. Una parte della soluzione è di controllare più fonti e di accertare che il sito sia vero oppure farlocco. Purtroppo, non tutti i lettori hanno il tempo o la voglia di poterlo fare.
La libertà di stampa deve essere protetta, non solo da politici, ma anche e soprattutto da chi se ne approfitta perché ogni violazione di questa libertà mette a rischio le nostre democrazie. Ma come per la libertà, quelli che devono essere i primi a capire e ad agire siamo noi cittadini perché pretendiamo giustamente una società libera in tutti i sensi. Per questo motivo dobbiamo capire che questa libertà inizia dall'essere ben informati e che per proteggere questo diritto dobbiamo comportarci in modo responsabile e di non credere sempre a tutte le notizie che sentiamo. In fondo siamo noi i guardiani delle nostre libertà.
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