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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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16 Febbraio 2016
Perché non dobbiamo scordare
di Gianni Pezzano



Perché non dobbiamo scordare
The imitation game

Da mesi girano sui social media foto di risposte sbagliate durante il quiz televisivo della RAI “L’Eredità” che fanno facile ironia sull'ignoranza che hanno  alcuni dei partecipanti sulla Storia. Purtroppo queste prese in giro nascondono un fatto da non poco conto, non solo del nostro paese, ma di quasi ogni paese: di considerare la Storia soltanto una serie di date fredde e senza significato al giorno d’oggi. 

 

Per molti è facile limitare la Storia alla recita di date apparentemente, ma non sempre, importanti del passato, però la Storia è molto  più complicata di questo. Ogni data rappresenta una tappa di un processo storico che ha portato a cambi e svolte di paesi individuali, continenti e del mondo. Il 1° settembre 1939, con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, è considerato l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, ma dobbiamo ricordare che quel giorno era la fine di una serie di sviluppi che iniziarono con la fine della Grande Guerra nel 1918.

 

Conoscere e soprattutto capire la Storia è importante non per ricordare vittorie e sconfitte, ma per capire quel che ha portato a questi conflitti e per cercare di evitarli nel futuro. Purtroppo, come essere umani abbiamo la tendenza, col il passare degli anni, di scordare i punti scomodi e dolorosi e di ricordare soltanto quelle cose buone che decidiamo di ricordare. Questa tendenza poi diventa terreno e motivo di scontri quando vengono utilizzati da politici e altri personaggi per portare avanti le loro idee e ideologie. Chi segue la politica internazionale conosce benissimo gli scontri diplomatici attuali tra il Giappone e i suoi avversari bellici degli anni 30 e 40 dell’ultimo secolo per il rifiuto dei vari governi giapponesi di riconoscere ufficialmente i delitti e le stragi compiuti dalle forze armate giapponesi durante gli anni del loro breve Impero. Sono discordie che non sono mai sparite del tutto creando controversie diplomatiche tra questi paesi e dimostrano come avvenimenti del passato hanno ancora un significato attuale.

Un caso curioso si svolge ancora in Australia: il dibattito sul trattamento scandaloso dei primi colonizzatori verso gli Aborigeni di quel continente. Nove anni fa il Primo Ministro Kevin Rudd ha  fatto le scuse ufficiali del governo per i delitti compiuti sugli indigeni del paese, ma tutt'ora ci sono molti che considerano questi atti barbarici necessari per modernizzare il paese. Questo modo di vedere le cose svolge un ruolo non indifferente nel parlamento australiano durante i dibattiti sul miglior modo di trattare i discendenti della varie tribù devastate dalla colonizzazione del continente. Un dibattito simile a quello negli Stati Uniti per le tribù indiane.

 

Studiare per bene la Storia non ci da solo i mezzi di poter ricordare il passato, ma anche di potere capire e rispondere a chi utilizza la Storia per motivi  politici. L’ignoranza e, peggio ancora, l’apatia di molti verso la Storia apre la porta a ripetere gli sbagli del passato.

 

Sarebbe facile dire che la Storia è scritta dai vincitori che vogliono nascondere i loro delitti e reati nelle tenebre della battaglie, ma questo è vero solo nel periodo immediato dopo qualsiasi conflitto ed è vero soltanto in parte. Con il passare degli anni anche i vincitori cominciano a riconoscere e confermare alcuni dei loro comportamenti illegali. Un esempio lampante è nei due film dell’attore/regista americano Clint Eastwood sulla battaglia di Iwo Jima nell’Oceano Pacifico del 1945, “Flags of our fathers” e “Letters from Iwo Jima”, dove lui fa vedere i due lati della battaglia e dimostra scene di soldati americani che uccidono soldati giapponesi catturati invece di metterli in un campo per prigionieri di guerra.

 

Ogni libro di Storia è revisionista perché troppo spesso i documenti ufficiali e altri dettagli sono sconosciuti immediatamente dopo qualsiasi conflitto. Perciò, la nostra conoscenza di questi periodi storici cambia con gli anni man, mano che veniamo a conoscenza dei dettagli. Senza dubbio il caso più famoso è Enigma raccontato nel film “The Imitation Game” che gli inglesi ammisero solo decenni dopo la fine della guerra. Allo stesso tempo, dobbiamo tenere bene in mente la differenza tra riempire di dettagli i vuoti della Storia e falsificare la Storia negando il comportamento di personaggi e gruppi: un’usanza che si trova sempre più spesso e non solo in Europa.

 

E proprio questo è il motivo principale per studiare e ricordare la Storia.

 

Imparare bene la Storia non ci da soltanto i mezzi per capire il passato e dunque il presente. Studiare la Storia ci da anche e soprattutto i mezzi di poter capire e giudicare quando qualcuno cerca di manipolarla per falsificare un dibattito. Dunque, conoscere la Storia ci permette di evitare di ripetere gli errori del passato con le sue disgrazie e i suoi morti

Abbiamo visto nei conflitti dei Balcani pochi anni fa come i protagonisti hanno utilizzato la Storia per giustificare i loro delitti sfruttando i ricordi di incidenti avvenuti nel passato, non solo tra musulmani e cristiani, ma anche tra cristiani ortodossi e cristiani cattolici per giustificare le loro aggressioni. Vediamo tutt'ora negli scontri tra musulmani per l’eredità di Maometto che creano la divisione tra sciiti e sunniti che sono alla base delle guerre religiose moderne che la Storia viene distorta e travolta da entrambe le parti per giustificare gli atti indecenti che vediamo nei giornali e nei notiziari televisivi ogni giorno.

 

Infine, la lezione più importante della Storia non è nelle date, ma  capire che come popolazione e cittadini dobbiamo ricordare e riconoscere gli atti del nostro passato perché furono questi a creare il paese e il mondo in cui viviamo oggi. Solo i matti vogliono vivere in un periodo di guerra, però scordare cosa è successo in guerra non fa altro che creare di nuovo le condizioni per iniziarne una nuova nel futuro.

 

Ogni cittadino di ogni paese ha il diritto di vivere in pace, ma non si vive in pace negando il passato. Tutti vogliamo un mondo dove possiamo convivere pacificamente, ma questa condizione non potrebbe mai esistere senza riconoscere quelle ingiustizie che non sono ancora state risolte e che i fanatici utilizzano per i loro programmi estremisti.

 

Ogni volta che vediamo qualcuno parlare del passato, soprattutto per presentare un suo programma politico, non accettiamo ciecamente le parole, ma ascoltiamo con una mente critica per capire cosa dice e, soprattutto, quel che non dice. Ma questo lo possiamo fare solo quando ricordiamo e capiamo la Storia.

 

Il miglior modo per ricordare i morti del passato non è farlo durante i giorni della memoria, ma nell'assicurare che queste guerre e tragedie non succedano più. E possiamo farlo solo se non scordiamo.

 

 








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