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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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03 Febbraio 2016
Non è mai troppo presto
di Gianni Pezzano



Non è mai troppo presto
piero della francesca

Sembra strano parlare di mostre e avvenimenti in primavera/estate quando l’inverno non è ancora iniziato del tutto, però già in questo mese vedremo una mostra bellissima a Forlì. Con inizio il 26 febbraio prossimo ai Musei di San Domenico, la mostra ci darà l’opportunità di vedere una selezione delle opere più importanti di Piero della Francesca. Nel frattempo al Palazzo di Diamanti a Ferrara sta per finire la mostra dedicata a Giorgio de Chirico che ci fa ricordare che la nostra penisola non ha mai smesso di produrre artisti importanti.

 

Queste due mostre sono la prova di una piccola parte di quel che il nostro paese può offrire al pubblico locale e internazionale e non solo nel campo dell’Arte. Non ci mancano i mezzi per poter soddisfare tutti i gusti, dai più raffinati ai più semplici e sarebbe un peccato non cogliere occasioni del genere.

 

Per questo motivo è strano che, come paese, non riusciamo a programmare queste mostre con largo anticipo, non solo per il pubblico nazionale, ma anche e soprattutto per dare la possibilità a turisti internazionali di programmare le loro vacanze nel Bel Paese in occasione di mostre e avvenimenti d’interesse.

 

Nei casi delle mostre soprannominate sarebbe interessante sapere se la stampa internazionale in lingua italiana ne sia stata avvisata, come anche i vari Istituti della Cultura Italiana sparsi in giro per il mondo. Allo stesso modo, sarebbe bello sapere che le grandi agenzie turistiche ne siano stato avvisate, ma temo che la risposta sia  negativa.

 

Il motivo di questa mancanza è un vizio tutto nostro di programmare qualsiasi tipo di spettacolo, mostra, o altre manifestazioni a breve termine. Nella stragrande maggioranza dei casi non siamo abituati a programmare oltre la fine dell’anno in corso. Non capiamo, oppure non vogliamo capire, che per ottenere successo nella promozione del nostro paese, sia delle sue attrazioni uniche che dei suoi prodotti, dobbiamo essere in grado di poterlo fare sia a livello internazionale, che a lungo termine.

 

Sarebbe davvero così difficile utilizzare la rete dei nostri giornali e stazioni radio e televisive in molti paesi tra i nostri connazionali? Sarebbe davvero così impensabile avvicinare gli organizzatori di feste italiane all'estero, come il Carnevale Italiano ad Adelaide in Australia questo weekend per pubblicizzare queste mostre e altre manifestazioni nel nostro paese nel corso non solo dei prossimi mesi, ma anche a fine anno o per l’anno prossimo per permettere a chi ne fosse interessato di prenotare il viaggio?

 

Chi ha mai vissuto all'estero, e non solo in paesi anglosassoni, sa che grande parte del loro successo è dovuto proprio al fatto che loro programmano ogni aspetto della promozione dei loro prodotti e turismo non a breve termine, ma in termini di anni nel futuro.

 

Dirò di più, molti dei nostri musei non sono in grado di mettere in mostra tutte le loro collezioni, non solo perché manca lo spazio d’esposizione ma perché, peggio ancora, mancano i fondi per poter restaurare molte delle opere da  esporre al meglio.

 

Nel corso degli anni in Australia abbiamo visto mostre internazionali archeologiche e artistiche provenienti dal Sud America, Egitto, Cina, per nominarne soltanto tre. Queste mostre hanno avuto grandissimo successo con il pubblico australiano e dunque sono diventate fonti di guadagno per i musei e le gallerie che le hanno ospitate, come anche per quelli che hanno fornito le opere.

 

Perché non possiamo o non vogliamo fare la stessa cosa? Vogliamo tenere opere importanti nei cassetti dei sotterranei dei nostri musei invece di metterle in mostra al pubblico internazionale? Sappiamo tutti che i nostri musei hanno bisogno di fondi per poter conservare opere che rischiano di subire danni irreversibili proprio per la loro mancanza.

 

Mostre del genere servirebbero a due scopi fondamentali per i nostri musei. Il primo è ovviamente di utilizzare le nostre opere come fonti di guadagno e già questo sarebbe di per sé un motivo importantissimo. Però, mostre del genere servirebbero anche allo scopo di incoraggiare il pubblico a venire in Italia per vedere quelle opere che non potrebbero mai essere trasportate all'estero perché troppo importanti e fragili. Un esempio di questo sono ovviamente i Bronzi di Riace che non potranno mai lasciare il loro museo a Reggio Calabria.

 

È quasi banale dire che attirare sempre di più turisti internazionali nel paese vorrebbe dire creare posti di lavoro per i nostri giovani.

 

In ogni caso, promozioni del genere non devono essere limitate soltanto all'Arte e all'archeologia. Il bel Paese ha un patrimonio enorme di manifestazioni e gare per tutti i gusti. Il Palio di Siena è conosciuto in tutto il mondo, ma non è l’unico con il potenziale di attirare turisti, ma anche città come Ascoli, Foligno e Faenza  cercano costantemente turisti per i loro territori. Senza scordare poi la Cavalcata Sarda che merita davvero un pubblico internazionale.

 

Però, queste promozioni e le mostre internazionali non si prenotano e organizzano nello spazio di settimane o mesi. Dovremmo avere già in programma da tanto tempo manifestazioni del genere in ogni continente e coinvolgere le comunità oriunde che sono alla costante ricerca di attrazioni per le loro feste e sarebbero felicissime di vedere partecipazioni attive da parte dei loro corregionali rimasti in Italia.

 

Secondo le stime del Ministero degli Affari Esteri ci sono più di novanta milioni di emigrati italiani e di loro discendenti in giro per il mondo, una risorsa vera per il Bel Paese. Allora perché non estendiamo a loro un ruolo attivo nella promozione delle loro regioni di origine?  Queste comunità eleggono diciotto parlamentari alla Camera dei Deputati e al Senato, questi parlamentari hanno già voce in decisioni a Roma. Per quale motivo dobbiamo far finta che non esistano quando ci sarebbe un ruolo attivo per loro, al beneficio di tutti, in Italia e all'estero? Non continuiamo a fare lo sbaglio di pensare sempre al presente invece di preparare e lavorare verso il futuro prosperoso.

 

Troppo spesso guardiamo il mondo con i paraocchi e non ci rendiamo conto delle bellezze che ci circondano e delle risorse a nostra disposizione. Fino a oggi abbiamo parlato delle bellezze, senza aver cercato il modo di utilizzare queste risorse. Allora, smettiamola di pensare di giorno in giorno e cominciamo prima a renderci conto dei nostri mezzi e poi cominciamo ad agire a lungo termine. Abbiamo solo da guadagnare se agiamo e solo da perdere se continuiamo come abbiamo fatto fino ad ora.

 

 

 








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