Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Giovedì 06 novembre 2025    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - SocietàGianni Pezzano

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

15 Dicembre 2015
La peggior forma di governo
di Gianni Pezzano



La peggior forma di governo
Macchiavelli

Utilizziamo spesso la parola "Utopia" per descrivere un mondo dove tutti sono uguali e senza conflitti, in parole povere, il regno della felicità. La parola fu inventata da Tommaso Moro come nome di un’isola immaginaria di un libro dove spiegò le sue idee cattoliche e politiche. Come tante opere politiche nel corso dei secoli Moro voleva descrivere un mondo perfetto. Però, come Cancelliere, la sua vita quotidiana era fatta di realtà politiche che lo portarono a scontrarsi con il suo re Enrico VIII d’Inghilterra e nel 1535 finì sul patibolo per avere tenuto fede alla sua religione, contro la volontà del sovrano.

Nell’Anno Santo del 2000 Papa Giovanni Paolo II dichiarò San Tommaso Moro il Patrono dei politici per cercare di indicare l’importanza dell’etica nella vita pubblica. Chissá quanti politici lo sanno e certamente poche persone si rendono conto dell’esistenza di questo santo.


La vita di Moro dimostra chiaramente il problema quando si tratta di teorie di politica, qualsiasi idea politica deve affrontare le realtà non solo della vita quotidiana dei cittadini, ma anche delle realtá dei gruppi che compongono una società moderna. Ogni aspetto delle vita viene toccata dalla politica, come anche la politica subisce gli effetti non solo delle decisioni dei cittadini, ma anche delle industrie, degli artisti, degli operai e di ogni gruppo che fa parte della nostra vita.


Prima dell’uscita de "Il Principe" di Macchiavelli i saggi politici parlavano di teorie e di utopie e altri mondi perfetti. Il tomo del diplomatico fiorentino sconvolse l’Europa per la crudeltà dei consigli per il "principe perfetto". Infatti, tale fu la reazione inglese al libro che gli inglesi erano convinti che l’autore fosse un agente del Diavolo e si ispirano al suo nome per coniare un soprannome nuovo per l’angelo caduto, "Old Nick".


Benché i suoi lettori all’epoca sapessero che Macchiavelli citava episodi veri della Storia del Rinascimento italiano, pochi si resero conto che lui aveva un metro preciso per misurare il successo del suo Principe. Non era la sua crudeltà, o la fame di potere come pensano molti che non l’hanno mai letto. Il successo del Principe è misurato dallo stato di felicità dei suoi sudditi. Ogni sua azione doveva avere come scopo l’evitare guerre inutili e dunque  mettere la sua popolazione in grado di vivere in pace e dunque di lavorare e di potere fare soldi e crescere come società. Un obbiettivo naturale per un uomo nato e cresciuto in una Firenze ricchissima.


Le idee di Macchiavelli erano lontane da quelle di Moro, ma con lo stesso difetto, non contava sulle realtà del carattere, e specialmente delle debolezze, dell’Uomo. Perciò come Moro, pochi in Italia impararono la sua lezione e la penisola cadde in rovina in seguito alle invasioni straniere come Macchiavelli aveva previsto nelle sue opere.


Vediamo oggiorno una nuova versione dello scontro tra un’idea politica e la realtà della vita. Nelle democrazie occidentali, soprattutto in paesi come gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra, come anche nel nostro paese, vediamo delusione verso la classe politica e spesso si mettono alla ribalta della politica nazionale personaggi che, una volta, non sarebbero mai entrati nelle sale del potere. In questi giorni l’esempio più eclatante è l'eccentrico  miliardario americano Donald Trump che cerca di candidarsi per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo.
 
Allo stesso modo, in molti paesi vediamo emergere gruppi di protesta contro la politica tradizionale che cercano di dare voce alle lamentele sempre più forti dei cittadini. In quasi tutti i casi queste lamentele sono fondate, ma le risposte semplici che questi gruppi cercano di introdurre hanno il potenziale di mettere a rischio proprio quell’elemento che ha permesso a questi paesi di crescere, la Democrazia.
 
Un connazionale di Tomaso Moro, il celebre politico Winston Churchill disse "La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre". La frase è entrata nella Storia e non solo come un aforismo celebre.
 
Churchill aveva combattuto due guerre mondiali, la prima delle quali produsse l’Unione Sovietica e la dittatura di Stalin e la secondo contro due dittature di destra, quella tedesca e quella italiana. Quando Churchill disse quella frase in parlamento nel 1947 lui, come tutto il mondo, aveva nella mente le immagini dell’orrendo costo umano del conflitto mondiale finito solo due anni prima, centinaia di milioni di morti e interi continenti da ricostuire. Sapeva benissimo il costo in vite delle altre forme di governo, sopratutto considerando che era anche all’inizio della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, l’alleata scomoda dell’Alleanza che sconfisse Hitler e Mussolini.


Ma l’altro motivo che rese straordinaria la frase di Churchill è che l’eroe nazionale che aveva portato il suo paese dall’orlo del baratro alla vittoria, era stato sconfitto in un'elezione dei suoi cittadini. Avevano capito che lui probabilmente non era la persona adatta per guidare il governo nel periodo post bellico e che il paese aveva bisogno di altre capacità per il suo Primo Ministro. Lui non si è scagliato contro gli elettori ingrati, ma ha capito che alla fine il voto dei cittadini era il diritto di tutti.


Scordiamo questi aspetti quando ci lamentiamo dei politici, abbiamo il mano il mezzo per poter dare voce al nostro scontento e le nostre lamentele. Siamo noi cittadini a decidere la direzione del paese, non i gruppi d’interesse, o le multinazionali. Quel pezzo di carta nell’urna il giorno delle elezioni è un mezzo potente per decidere la direzione del paese.
Le Democrazia non è un diritto divino che si cura da sola, ha bisogno della partecipazione pacifica dei cittadini, non di proteste violente. Abbiamo bisogno di rispettare i diritti di tutti, cittadini e non, perché la base della nostra vita non è nei privilegi, bensì nella parità tra persone. Senza questi diritti e le garanzie delle varie costituzioni nazionali mettiamo a rischio la libertà che accettiamo come parte fondamentale della nostra vita.


Si, lamentiamoci della politica e i politici, è un nostro diritto, fa parte del sistema che godiamo e l’Italia non è l’unico paese che ha pagato un prezzo altissimo per questi diritti. In fondo sono proprio quesi diritti il nostro tesoro più importante.

Però, mentre leggiamo le parole di Churchill, ricordiamo anche le parole di un altro nostro connazionale perché troppo spesso non riconosciamo l’importanza dei nostri diritti. Leo Longanesi ebbe una vita tormentata politicamente, però vale la pena ricordare le sue parole quando discutiamo i nostri problemi.

In una frase riconosce gli sbagli della sua vita, come riconosce anche le veridicità delle parole di Churchill,
"Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia."










  Altre in "Società"