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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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06 Novembre 2015
I nostri venditori nel mondo
di Gianni Pezzano



I nostri venditori nel mondo
strade romane
Pur essendo il  nostro mondo grande fisicamente,  la tecnologia lo rende sempre più piccolo in termini di comunicazioni. Per millenni la grandezza degli imperi era dettata dalla facilità di comunicare e, soprattutto, dalla velocità nell' inviare truppe nel caso di guerre o sommosse di popoli sottomessi.

 Questo era il motivo fondamentale per cui i Romani costruivano le strade, per poter far viaggiare i loro messaggi da Roma ai punti più lontani dell'impero in modo incredibile per quei tempi e poter inviare le legioni al minimo segno di ribellione, oppure di invasione. Questo ricordo rimane con noi ogni volta che qualcuno nel mondo dice che tutte le strade portano a Roma, un ricordo così forte che il detto rimane in moltissime lingue e non soltanto in Europa.

 Fino a solo due o tre decenni fa lettere da continente a continente impiegavano ad arrivare settimane e le telefonate erano care. Oggigiorno abbiamo mezzi di comunicazione che solo gli autori di fantascienza descrivevano nei loro libri.
 Spesso penso a questo mentre faccio la mia intervista mensile con Antonio Dottore di Radio Uno di Adelaide in Australia. La stazione è una delle tante stazioni di lingua italiana sparse tra le comunità italiane in tutti i continenti. Le nostre rubriche prendono spunto non solo dai miei articoli, ma anche da sviluppi nel Bel Paese.


 La rubrica è fatta via Skype che ci permette di vederci mentre parliamo, uno sviluppo una volta impensabile, ma questo è soltanto uno dei mezzi resi possibili dall'estensione di internet. Queste stazioni radio, come anche i giornali di lingua italiana, come L’Italo-Americano che regolarmente pubblica i miei articoli per i suoi lettori a Los Angeles, ci fanno capire quanto gli emigrati vogliano tenere contatti con il paese di origine della loro famiglia.
Questi contatti mediatici fanno parte di una rete mondiale a disposizione del nostro paese che, almeno fino ad ora, non viene riconosciuto e utilizzato al massimo, sia dai nostri rappresentanti politici, che dai nostri imprenditori, commerciali e culturali.


 Per quanto siano importanti i nostri contatti commerciali internazionali, il ruolo degli emigrati italiani è spesso sottovalutato, se non addirittura sconosciuto. Naturalmente il ruolo dell’esportazione di prodotti alimentari è la prima tappa di questi scambi. In ogni paese i nostri emigrati hanno aperto ristoranti e pizzerie che sono diventati le vetrine dei prodotti italiani. In alcuni paesi  come gli Stati Uniti e l’Australia sono nati franchising di questi locali che hanno prodotto profitti per i nostri produttori nel settore. 
Sarebbe banale, però, limitare le esportazioni solo al cibo. In tutti i paesi dove sono andati, gli emigrati italiani e i loro figli fanno parte di tutte le categorie merceologiche. Nel caso dell’industria edile l’arrivo degli italiani ha portato cambiamento nel design e nei modi di costruire. Di conseguenza il loro paese di origine ora esporta piastrelle, mobili, luci e prodotti edili in tutto il mondo.


Potrei andare avanti  caso dopo caso, ma non intendo scrivere delle storie di successo commerciale che il nostro paese ha avuto a livelli internazionali, ma di quella categoria di commercio che il nostro paese non sfrutta secondo il suo mercato potenziale e il patrimonio enorme che viene citato come il nostro tesoro principale, ma che non rende al paese il livello di riconoscimento che dovrebbe meritare: la Cultura.


Siamo circondati da quel che è senza dubbio il patrimonio culturale più importante del mondo, però per quanto sia importante per la nostra economia le visite ai nostri siti importanti non sono ai livelli di luoghi come il Louvre a Parigi, o l’Hermitage a Sanpietroburgo. Le nostre promozioni internazionali tendono a centrare su tre città importanti, ossia Roma, Firenze e Venezia, senza far sapere al mondo di tesori veri che non ricevono il livello di turismo internazionale degno della loro importanza. Città come Mantova, Ferrara e Urbino, per nominare solo le primi tre che mi vengono in mente mentre scrivo, sono importantissime per le nostra storia e Arte, ma attraggono relativamente pochi turisti internazionali.


Per questo motivo dobbiamo far sì che  la  pubblicità di tutti questi siti vadano ad interessare i nostri emigrati e i loro discendenti. L’interesse nel paese di origine non cala con il passare degli  anni, infatti anche dopo tre o quattro generazioni rimane la voglia di sapere di più del proprio passato, sia della  famiglia direttamente che del paese per intero.
 Con l’esistenza della rete mondiale di stazioni radio e giornali di lingua italiana per queste comunità abbiamo già la base per campagne pubblicitarie delle nostre attrazioni turistiche che nessun altro paese potrebbe copiare. Potremmo montare campagne a costi ragionevoli, ma con il potenziale di arrivare a grandi numeri di turisti nel futuro per i nostri centri di turismo.

Organizzazioni come il FAI potrebbero creare categorie di soci dall'estero che avrebbero gli stessi diritti di sconti e accesso alle manifestazioni nel corso dei loro viaggi in Italia. Le pro loco comunali potrebbero fornire assistenza ad attrazioni tenute nei  loro comuni e regioni di origine, indicando quelle attrazioni poco conosciute all'estero. La RAI con le sue trasmissioni dedicate a queste comunità,  potrebbe aiutare nel fornire programmi più adatti alle esigenze delle comunità stesse per  poter scoprire le loro origini e invogliare a visitare i luoghi dei loro avi.
In ogni caso, dobbiamo ricordare anche che una chiave fondamentale per queste iniziative è di promuovere l’insegnamento della lingua italiana in giro per il mondo. Se rendiamo più facile per i discendenti l'apprendimento  della lingua dei loro nonni agevoliamo i loro futuri viaggi in Italia sia per scoprire i luoghi di nascita, che per poter fare le ricerche per costruire gli alberi genealogici che tanti ora vogliono fare.


Ogni emigrato italiano e ogni suo discendente è un potenziale venditore del Made in Italy in ogni sua sfumatura, soprattutto per la Cultura del Bel Paese. Ogni visita in più al nostro paese non vuol dire solo posti di lavoro nelle strutture di accoglienza durante i loro soggiorni italiani, ma ogni visita ai luoghi culturali porta entrate per poter mantenere meglio questo patrimonio per le generazioni future.

Non cadiamo nel tranello di pensare che tutti sappiano quel che abbiamo nel nostro paese, non è sempre vero. Abbiamo così tanto che ci concentriamo su pochi luoghi e altri luoghi importanti non attirano una attenzione degna della loro importanza.


L’Italia ha i mezzi per poter portare molti più turisti al nostro paese e per questo motivo riconosciamo che i nostri emigrati e i loro discendenti  sono una parte importante del futuro del nostro paese anche dopo generazioni passate vivendo all'estero, perché sono tutti figli del nostro paese.






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