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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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01 Ottobre 2015
Un anno di chiacchiere e pensieri.. perciò
di Gianni Pezzano


Un anno di chiacchiere e pensieri.. perciò

Questo articolo segna un anno di chiacchiere e pensieri con i lettori di ilgiornaleweb.it. Ho risposto all’annuncio della redazione per contributori in un momento particolare per me, però non me ne sono pentito per un istante. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di poter fare uno degli obbiettivi del mio trasloco in Italia cinque anni fa.

 

Nel corso dei miei tanti anni di attività tra gruppi culturali e di assistenza sociale della comunità italiana della mia ex città di Adelaide in Australia, come anche negli incontri con dirigenti e adetti in visita dall’Italia avevo notato spesso che conoscevano poco o niente delle realtà della vita degli emigrati italiani. Si, conoscevano i luoghi comuni, ma non il senso fondamentale di trovarsi tra due mondi, quello del paese di origine e quello del paese di residenza.

 

Inoltre, nel corso di questi incontri e i miei viaggi nel Bel Paese mi sono reso conto che noi nati e cresciuti all’estero non apparteniamo interamente a nessuno dei due paesi. Infatti, questa è stata la base del mio articolo di introduzione, “L’Eterno Straniero”.

 

Avevo già scritto una collezione di racconti sulle esperienze degli emigrati italiani e i loro figli in Australia. Un libro che sfortunatamente ha avuto un editore deludente e ora sono in cerca di un editore serio per presentarlo di nuovo al pubblico. Perciò era sempre la mia intenzione di poter presentare regolarmente i temi dell'emigrazione italiana al pubblico italiano in una colonna e sono grato a questo sito d’avermi dato l’opportunità.

 

I miei decenni di scambi con italiani in visita in Australia mi avevano fatto capire benissimo che noi oriundi con la conoscenza delle nostre due culture abbiamo un modo nuovo di vedere il mondo, come anche di poter promuovere i nostri due paesi in modi che fino ad ora non sono stati sfruttati.

 

Naturalmente questo vale per ogni paese con comunità italiane come ho scoperto nei miei scambi con coetanei in altri paesi, però non dobbiamo fare lo sbaglio di pensare che siamo tutti uguali. Esistono differenze fondamentali in lingue ed esperienze che rendono ogni comunità unica. Sarebbe un peccato se non iniziassimo a studiare profondamente la Storia e le usanze di queste comunità nel modo più intimo e primordiale, perché questi gruppi sparsi in giro per il mondo sono una parte importantissima della Storia sia dell’Italia che dei loro paesi di residenza. Infatti i miei racconti sono scritti in modo da riflettere queste differenze di lingua italiana e nel primo sono proprio queste differenze che creano il suo divertente equivoco.

 

Ho cominciato a scrivere questi articoli nella speranza di poter promuovere iniziative del genere e ho avuto grande piacere quando il giornale L’Italo-americano di Los Angeles ne ha ripresi alcuni e questo è la prova che le mie intenzioni riflettono quelle di altri oriundi.

 

Nel lungo termine intendo stabilire un sito per raccogliere le storie da queste comunità e auguro con tutto il mio cuore che coinciderà con l’eventuale uscita del mio libro di racconti e che Ilgiornaleweb.it e L’Italo-Americano vorranno farne parte. Sarebbe un progetto che rende onore a tutti i nostri connazionali che sono emigrati nel corso degli anni.

 

Scrivo per mostrare al lettore un modo nuovo di vedere non solo il mondo, ma anche il nostro paese perché noto con tristezza che chi abita in Italia spesso non conosce, o apprezza le bellezze che lo circondano. Perciò ho scritto dei miei viaggi in centri culturali e manifestazioni che ho visto nel corso di questi dodici mesi. Posti e manifestazioni quasi sconosciuti all’estero e che rendono ancora più ricco e attraente questo paese stupendo.

 

Tre mesi fa ho scritto un articolo intitolato “Il Libro Negato” che racconta la storia vera di un mio libro che non posso fare uscire. Non ho scritto il nome del soggetto, ma alcuni lettori l’hanno capito e mi hanno inviato messaggi di incoraggiamento. Questa è la vicenda che mi fa più male perché con quel libro intendevo mostrare il ruolo attivo di noi oriundi nel promuovere la Cultura italiana nel paese e non poterlo fare rende vani gran parte dei miei progetti.

 

Non scrivo queste parole per cercare compassione, ma per spiegare semplicemente il motivo per cui intendo continuare la battaglia. Sappiamo tutti che il nostro paese ha prodotto innumerevoli artisti di tutti i generi della Cultura, ma sfortunatamente moltissimi di questi artisti sono sconosciuti al grande pubblico mondiale. Non è il caso solo del soggetto del mio libro, ma di altri artisti che non sono mai usciti dei confini della nostra penisola e nel non promuoverli a livello mondiale creiamo le condizioni per cui vengano scordati nel tempo. Questa è la tragedia che questo paese deve evitare perché ogni autore, ogni musicista e ogni artista che scordiamo ci rende più poveri.

 

Non sono l’unico oriundo che cerca di far conoscere questi artisti nei loro paesi di residenza e l’esistenza di circoli culturali, filiali della Società Dante Alighieri, cineforum italiani e cosi via ne sono la prova. Come paese dobbiamo incoraggiare ed aiutare questi individui e gruppi perché alla fine il loro successo vorrà dire soldi per la nostra Cultura che soffre di una mancanza cronica di fondi per restaurare e mantenere il patrimonio culturale più importante del mondo.

 

Infine, vorrei ringraziare la redazione che mi ha sempre incoraggiato in questo anno. Non sarà stato facile per loro, mi rendo conto che il mio italiano non è perfetto e non dubito che in  qualche punto tutti hanno dovuto lavorare per correggere qualche mio sbaglio di grammatica o di espressione. Riconosco anche che sono riusciti a mantenere il mio stile particolare come ha notato recentemente un amico dall’Australia che era venuto a Faenza per trovarmi.

 

Non so dove il futuro mi porterà, non so se riuscirò a trovare editori per i miei libri e se finalmente riuscirò a sbloccare la biografia, ma intendo continuare a scrivere per questo sito perché questa esperienza continua a darmi grandi soddisfazioni con ogni commento e ogni reazione ai miei articoli, anche quando sono di critica e per correggermi.


In fondo questo è il mio motivo principale per cui scrivo, per far pensare chi mi legge e per iniziare dibattitti. Non voglio essere visto come una fonte di informazione, ma come un autore che incoraggia i suoi lettori a vedere il mondo in un modo nuovo perché la nostra vita è troppo breve per chiuderci in una scatola e non vedere le meraviglie che essa ci regala.  

 

Cari lettori, grazie per l’onore che mi fate nel prendere il tempo di leggermi e spero di poterlo fare per tanto tempo ancora.








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