 | Atmstrong, il primo uomo sulla luna |
Nel 1977 è uscito il film Capricorn One, un thriller che racconta che l’allunaggio sarebbe stato un inganno del Governo americano e che di conseguenza ha aiutato a immortalare una leggenda urbana che già circolava da tempo. Però la prova vera dei passi di Armstrong e Aldrin sulla Luna non viene dalle foto e dai reperti riportati sulla Terra, ma da un silenzio assordante di chi era davvero in grado di mostrare un’eventuale messa in scena.
Oggi scordiamo che la corsa per la Luna non era semplicemente un colossale progetto scientifico, ma era una parte fondamentale della Guerra Fredda. Gli americani erano stati sconvolti dal lancio di Sputnik 1, il primo satellito artificiale lanciato dall’Unione Sovietica nel 1957. È stato un passo scientifico inatteso e la presenza nello spazio di quella sfera metallica visibile di notte a occhi nudi anche dagli Stati Uniti ha rinforzato i timori americani verso i sovietici. Ora sappiamo che il satellite non era un pericolo militare,ma semplicemente una pallina metallica contenente una radio che trasmetteva un segnale senza messaggio. Oltre a essere un passo scientifico non indifferente quel lancio era soprattutto un colpo propagandistico tremendo per i sovietici. Di conseguenza il pubblico americano pretendeva una risposta adeguata dal suo governo.
Quella risposta definitiva è arrivata nel 1962 quando il presidente americano John Fitzgerald Kennedy ha promesso che gli americani sarebbero arrivati sulla Luna entro la fine del decennio. Dunque anche la corsa per la Luna era tanto propagandistica quanto scientifica. Per questo motivo sarebbe stato negli interessi dei sovietici smentire un eventuale allunaggio falso. Ma il silenzio dei sovietici e i cinesi, entrambi capaci di seguire il tragitto della navicella verso la Luna, non fa altro che confermare la vera presenza di uomini sul satellite naturale del nostro pianeta.
La Guerra Fredda era anche il motivo della nascita di un’altra leggenda urbana che tutti conosciamo. Gli americani volevano nascondere l’esistenza dei loro aerei più segreti, quelli che regolarmente sorvolavano l’Unione Sovietica e altre zone d’interesse strategico e capaci di volare a velocità e altezze ben oltre i limiti degli aerei ufficiamente riconosciuti. Nel corso degli sviluppi di questi aerei e di altri progetti segretissimi ci sono stati incidenti e sviste da parte dei piloti e degli scienziati coinvolti.
Al primo incidente la CIA americana ha deciso di mettere in azione un programma di disinformazione che utilizzasse alcuni fatti facilmente controllabili dal pubblico. Il primo di questo era una base isolata dell’aeronautica militare americana nel deserto di Nevada, una base che era già indicata sulle mappe americane come Area 51. E così è nata una leggenda urbana che nel corso degli anni è diventata un’industria enorme non solo di voci e di teorie fantastiche, ma anche di turismo.
Purtroppo per noi oggi, questi fatti legati a una guerra tutt’altro che fredda ha lasciato il mondo in preda a idee di complotti che crescono in modo esponenziale e ci vuole poco per trovare riviste, libri e programmi televisivi che cercano di mostrare la presenza regolare di alieni sulla Terra e di molti altri complotti.
Quando consideriamo quel che leggiamo e vediamo programmi di queste cose sarebbe utile ricordare le parole di una persona nata ben prima della televisione e di internet, il frate francescano inglese Giuglielmo di Occam. Già nel ‘300 scrisse “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire” e “Non considerare la pluralità se non è necessario”. In parole povere, di solito la spiegazione più semplice è quella giusta.
Sarebbe facile fare ricerche di parole chiavi per trovare teorie di complotti fantasiose e non solo legate alla corsa per la Luna e gli UFO. Ci basterebbe cercare Torri Gemelle, assassinio di Kennedy, Illuminati e scie chimiche che occupano spazi enormi di scaffali di librerie, pagine sui social media e interminabili indagini giornalistiche e televisive. Però, fino ad ora e malgrado sforzi enormi dei loro sostenitori nessuno è mai riuscito a produrre nemmeno la minima prova concreta dell’esistenza vera di qualsiasi di loro.
Ma la mente umana è una creazione ingegnosa e per i sostenitori la mancanza di prove concrete diventa la prova decisiva dell’esistenza dei complotti. Questo sarebbe un discorso inutile se i complotti si limitassero solo a cose esoteriche, però ci sono quelli che utilizzano l’esistenza di questi dubbi per cercare di cambiare la nostra percezione della Storia e, di conseguenza, cercare di promuovere programmi personali specifici. Il primo tra tutti sono coloro che negano lo Shoah e infatti in alcuni paesi questa negazione è diventata reato penale.
Nessuno nega casi dove il pubblico ancora non sa tutta la verità dell’accaduto. Infatti, il caso Ustica, come Piazza Fontana e altri vengono immediatamente in mente, ma dobbiamo ricordare che sono legati a situazioni ben verificabili e che questi occultamenti non fanno parte di compotti secolari come dicono degli Illuminati e i Massoni, ma di circostanze politiche che nessuno vuole ammettere, almeno pubblicamente.
La scoperta del cosiddetto “armadio della vergogna” nel 1994 con i nomi di responsabili di stragi belliche a quasi cinquant’anni dalla fine della guerra è un esempio di questo. L’arresto dei principali responsabili avrebbe aperto le porte alle procedure penali contro chi dava appoggio materiale alle stragi. Per questi potenziali indiziati era più facile far sparire le prove del loro coinvolgimento che dover affrontare possibili castighi per i loro reati. Come poi è successo davvero.
Dimostrare foto di presidenti americani con Osama Bin Laden con una didascalia ingannevole non è la prova madre di un complotto complicato, solo un tentativo di manipolare percezioni e idee. Sappiamo dalle nostre vite che raramente prevediamo le conseguenze delle nostre decisioni e questo fatto diventa peggio ancora per chi guida paesi in situazioni delicate di politica internazionale.
Il detto “il nemici di mio nemico è mio amico” non è nuovo e se guardiamo i milleni della Storia umana ci rendiamo conto quanto di questi accordi momentanei erano il preludio a guerre tra alleati momentanei. Troppo spesso agiamo in base al momento e disgraziatamente non pensiamo alle conseguenze a lungo termine.
Viviamo in un mondo dove esistono certezze e dubbi. Però è ben altra cosa cercare di mostrare che ogni atto, ogni incidente sia frutto di complotti segreti complicati e generazionali come vogliono far credere i complottari. Non sempre si sa tutta la verità, ma nella maggioranza dei casi il motivo è semplice e spesso anche imbarazzante.
La prossima volta che guardiamo un programma su qualche avvenimento incredibile che dicono sia vero, oppure leggiamo pagine Facebook o riviste di questi casi, non accettiamo ciecamente quel che ci presentano. Pensiamoci sopra, controlliamo e chiediamo, cosa dice la nostra mente? Di solito la verità è molto più semplice e banale di quel che vogliono farci credere.
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