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25 Agosto 2015
La coreografia della guerra
di Gianni Pezzano



La coreografia della guerra
Wagah

Nel suo famoso libro sulla guerra, il generale prussiano Carl von Clausewitz scrisse una delle frasi più celebri sul peggior male che colpisce il nostro pianeta, "la guerra non è nulla più che il proseguimento della politica con altri mezzi". Ma non sempre si fa la guerra con le armi, a volte la guerra si combatte anche con la coreografia.
 
Immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale le autorità inglesi avevano capito che l’epoca del colonialismo era finito, almeno ufficialmente. Per questo motivo decisero di dare indipendenza alle loro colonie, non solo per mantenere il loro commonwealth, ma anche per evitare guerre di liberazione che già minacciavano potenze come la Francia, il Belgio e l’Olanda.
 
Senza dubbio il gioiello della corona dell’ex impero britannico era il sub continente indiano che da anni creava problemi sotto la guida di Mahatma Gandhi che era il paladino di una separazione senza violenza. Per questo motivo Gandhi aveva consigliato ai britannici di non separare il sub continente tra indú e musulmani perché avrebbe creato la violenza che i britannici temevano.
 
Purtoppo non gli diedero ascolto e nel 1947 la colonia fu divisa in India di  maggioranza indú come la riconosciamo ora e in Pakistan di maggioranza musulmana che era diviso tra due zone al nord est e al nord ovest dell’India. Villaggi interi nei due paesi furono cacciati via per andare dai loro correligiosi nell'altro paese e nessuno sa con precisione quante decine di migliaia morirono dei diecimilioni di profughi nell’esodo forzato.
 
Peggio ancora, la divisione geografica del sub continente fu fatta male e lasciò dispute di alcune zone confinanti, in particolare del Punjab che fu diviso tra i due nuovi paesi. Queste dispute portarono a tre guerre nei trent’anni dopo la divisione e il risultato fu la creazione di un altro paese, il Bangladesh, dalla parte occidentale del Pakistan dopo la vittoria indiana nella terza guerra nel 1971.
 
Da allora le tensioni tra i due paesi non sono mai sparite. Basta pensare che nell’elenco dei maggiori compratori d’armi  l’India è al primo posto e il Pakistan è al terzo. Certamente una parte del motivo è nella presenza dell’Afghanistan al confine e i suoi problemi legati al fondamentalismo islamico, come anche le tensioni tra l’India e la Cina, ma il maggior motivo per mantenere forza armate enormi è proprio il timore che prima o poi scoppierà un altro conflitto tra di loro.
 
Infatti, un campo di battaglia unico esiste già tra i due paesi e si tiene a Wagah sul loro confine dove ogni sera quando la cerimonia della chiusura del cancello tra i due paesi diventa una guerra a colpi di coreografia. Una cerimonia che è diventata la dimostrazione dell'orgoglio nazionale da parte dei soldati di entrambi i paesi.
 
In questa cerimonia partecipano le unità che controllano il confine e vengono scelti i soldati più grandi possibili, altissimi e di aspetto imponente. Nel corso degli anni questo spettacolo bellico ha attirato un pubblico enorme, indiano e pakistano, che accoglie le grida degli ordini dei sottoufficiali e ogni passo della marcia delle squadre di soldati con un tifo da calcio con boati, applausi e canti. Si possono trovare vari filmati della cerimonia su Youtube e l’ultimo messo a disposizione dimostra che ora anche le soldatesse fanno parte della sfida quotidiana.
 
Come tanti scontri nel corso della Guerra Fredda gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno cercato di utilizzare la situazione tra i due paesi per il proprio vantaggio e questi tentativi sono culminati nel 1980 con l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Questa invasione ha avuto un ruolo fondamentale nell’indebolimento dell’URSS che portò al suo collasso ed era anche, come sappiamo, il motivo della nascita dei gruppi come Al-Quaeda che sono al centro dei problemi del terrorismo islamico nel mondo d’oggi.
 
Un altro conflitto armato tra le due potenze militari asiatiche avrebbe effetti enormi a livello mondiale. Pochi sanno che nel solo Pakistan ci sono almeno un milione e mezzo di profughi afghani e un eventuale conflitto avrebbe effetti disastrosi in un mondo già colpito duramente dalle ondate di profughi che vediamo nei notiziari e nei giornali ogni giorno. Purtroppo, i notiziari di questi giorni dicono che, come succede regolarmente,  i due eserciti di nuovo si scambiano cannonate al confine del Punjab.
 
Per quanto possa essere spettacolare guardare la cerimonia di Wagah, la presenza di soldati dimostra una realtà che pochi conoscono. Malgrado la crescita enorme dell’economia indiana degli ultimi due decenni troppi ancora considerano il paese povero. La presenza di zone ancora povere all’interno del paese non deve trarre in inganno, l’India è diventata una potenza economica. Un segno di questa crescita è stata la scoperta sorprendente, sopratutto dagli americani, che tra gli attori più pagati nel mondo tre dei primi dieci sono attori di Bollywood, un chiaro segnale della forza della loro industria cinematografica che sta facendo molta strada nel mercato internazionale.
 
Ma come l’India e Pakistan sono potenzialmente il campo di una nuova guerra, la comunità internazionale deve tenere conto che non è l’unico conflitto potenziale. La guerra non ufficiale tra la Russia e l’Ucraina dimostra chiaramente che l’Europa è sempre a rischio di conflitti. Come esiste da tempo tensione in Cina per via della minoranza Uighur di religione musulmana che cerca libertà di culto. Infatti, nel mese di luglio il governo Thailandese ha creato uno scandalo internazionale quando ha consegnato cento profughi uighur al governo cinese.  
 
Questi focolai internazionali non nascono da un momento ad altro, sono problemi che vanno avanti da decenni, se non addirittura da secoli e che fin troppo spesso la comunità internazionale non è riuscita a risolvere del tutto. Con l’eccezione dell’Oceania che si trova in una situazione politica insolita, non esiste continente che non abbia problemi e che non corra rischi di qualche livello. Persino il continente americano, nord e sud, ha problemi a causa della potenza dei narcotrafficanti e paesi come il Messico e la Colombia hanno motivi per temere instabilità politica di conseguenza.
 
Sono tutti problemi da tenere d’occhio, non per interesse di cronaca, ma soprattutto perchè non sono lontani dal nostro paese. Infatti, avrebbero effetti su di noi in Europa e non solo perché colpirebbero immediatamente i nostri scambi commerciali con questi paesi. Conflitti del genere sono l’origine dei barconi che vediamo ogni giorni alla televisione e nei giornali. La faccia della gente che chiede asilo sono la prova che i cosidetti paesi moderni continuano a fallire nei tentativi di creare un mondo senza guerra. 
 
Per quanto possa essere "pittoresco" guardare la coreografia di Wagah tra India e Pakistan, quella cerimonia dimostra che il mondo ha ancora molto da fare in termini di politica internazionale e che dobbiamo cercare di risolvere queste situazioni con la politica e non con gli "altri mezzi" di von Clausewitz. 












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