 | chi ti credi di essere |
Come accade spesso un programma di successo della BBC britannica è stato copiato dalla televisione americana e sta avendo successo mondiale, persino qui in Italia. Il programma si chiama Who do you think you are?, ossia “Chi ti credi d’essere?” e ci fa vedere la ricerca di personaggi famosi delle proprie origini e spesso queste scoperte sono sconvolgenti per l’interessato che non sempre sa dove la ricerca lo porterà.
Nelle ultime settimane negli Stati Uniti l’attore cinematografico Ben Affleck, conosciuto per le sue lotte per la giustizia sociale, è stato criticato per aver chiesto ai produttori di rimuovere riferimenti al suo avo che era proprietario di schiavi. Affleck non è stato il primo soggetto a fare una scoperta del genere e in alcuni casi personaggi americani di origine africana come Spike Lee, il grande regista cinematografico, sportivi e cantanti hanno avuto conferme delle loro origini schiavistiche. Non sono scoperte facili per i soggetti, ma non tutte le puntate hanno controversie del genere.
Ricordo la fine della puntata su Jerry Springer, l’ex sindaco di Chicago e controverso conduttore televisivo americano, che ha percorso la vita della madre in Germania dopo averlo inviato dai parenti negli Stati Uniti per fuggire le persecuzioni naziste degli ebrei. Springer sapeva solo che la madre morì in un campo di concentramento insieme ai nonni, zii e cugini. Naturalmente il momento più commovente per lui è stata la conferma delle date di morte dei suoi parenti e ha potuto lasciare un sasso sulla memoria delle vittime dello Shoah, come vuole la tradizione ebraica. Però non è stata l’ultima sorpresa per lui.
Alla fine della puntata ha saputo che due zii erano riusciti a scappare in Israele e, in un momento di grande emozione, l’uomo che pensava d’essere l’ultimo superstite della famiglia ha conosciuto i cugini primi che non sapeva di avere.
Il programma dimostra in ogni puntata che la storia raccontata in casa non è sempre la verità storica della famiglia. A volte nonni e genitori vogliono nascondere fatti imbarazzanti, oppure vogliono cercare di scordare episodi traumatici che li hanno sconvolti. Però il passato ha il brutto vizio di alzare la testa in momenti inattesi per farci capire che spesso non siamo esattamente quel che crediamo d’essere.
Nel caso degli emigrati, e non solo italiani, i motivi dell’emigrazione non sono sempre quelli che pensiamo. Non intendo dire che ogni famiglia ha segreti traumatici che vuole tenere nascosti, ma ogni persona ha un motivo personale per le proprie scelte di vita. Per esempio, ci sono quelli che sono emigrati per la mancanza di lavoro in patria, come quello che emigra per un senso di avventura, oppure chi lascia per debiti o altri problemi per ricominciare di nuovo. Infatti, programmi del genere ci fanno ricodare questa verità.
Ho pensato al programma recentemente durante uno scambio con una cugina di mia madre che da anni fa ricerche delle proprie origini, compreso il ramo di famiglia di cui faccio parte, e mi ha chiesto aiuto a preparare lettere per cercare parenti del ramo piemontese della sua famiglia. Le sue ultime ricerche sono in attesa del raduno dei discendenti del nonno materno di mia madre di cui Lyn è cugina. Questo raduno si terrà a ottobre a Scauri, Latina e ci saranno rappresentanti dagli Stati Uniti e l’Australia dove la famiglia s’è sparsa. Quelli presenti sono il risultato di oltre settant’anni di emigrazione italiana e pochi ora hanno il cognome D’Urso dei primi immigrati negli Stati Uniti.
Uno dei fatti più interessanti è rappresentato proprio dai cognomi che dopo tanti anni non sono nemmeno tutti italiani. Nel caso di Lyn il cognome è di chiara origine tedesca, alcuni altri sono anglosassoni e in un paio di casi persino polacchi. Una prova fortissima di come cambiano le comunità italiane all’estero. Quando parliamo agli oriundi spesso pensiamo a coloro con i cognomi italiani e scordiamo che molti hanno sposato altre nazionalità, ma ciò non cambia il fatto più importante, che sono tutti discendenti di italiani.
Inoltre, sarà altrettanto interessante vedere le reazioni dei parenti che non soni mai stati in Italia e specialmente a Scauri prima di questa occasione. Le loro idee di quel che troveranno saranno basate sui racconti dei nonni e genitori del paese, sia Scauri che l’Italia stessa, che saranno sicuramente irriconoscibili per loro. Non solo nel senso del paesaggio, o delle strutture, ma per le tradizioni famigliari che sono cambiate anche in Italia come è inevitabile nel corso di decenni..
Senza parlare poi dei cambi della lingua. Pochi dei cugini americani hanno più che una conoscenza rudimentale dell’italiano e sicuramente anche questo poco sarà composto da parole e frasi che ormai non si usano più in Italia. Mi ricordo bene il commento di una paesana a mia madre che una volta a Scauri che non sentiva da anni il dialetto locale parlato da mamma. Abbiamo un’indicazione di questi cambiamenti nella nostra lingua quando vediamo i film degli anni 40 e 50 alla televisione.
Negli Stati Uniti il successo del programma Who do you think you are ha aumentato la voglia della gente di sapere le proprie origini e non credo proprio che Lyn sia l’unica a scrivere ai comuni per informazioni e a persone con gli stessi cognomi per sapere se siano parenti o no. Purtroppo queste ricerche sono difficili da fare, sia perchè in molti casi le anagrafi comunali non esistono più o sono incomplete a causa della guerra, oppure, come capitava spesso nei paesi anglosassoni, i cognomi degli immigrati sono stati cambiati, a volte intenzionalmente e a volte per equivoco di trascrizione.
In ogni caso, sarebbe bello vedere una semplicificazione delle procedure per poter rintracciare famiglie e parenti. Milioni di italiani sono emigrati nel corso di oltre un secolo e le loro esperienze sono una parte fondamentale della Storia del nostra paese. Infatti, pochi in Italia si ricordano che i soldi che gli emigrati dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno spedito alle loro famiglie in Patria, come anche la richiesta di prodotti italiani da esportare nei nuovi paesi di residenza hanno avuto un ruole importantissimo nel Boom Economico che ha rilanciato il paese.
Non so cosa scopriremo durante i nostri discorsi a Scauri a ottobre, ma non ho alcun dubbio che scoprirò qualcosa di nuovo delle mie origini. In fondo siamo il risultato non solo di quel che facciamo nella nostra vita, ma anche del nostro passato..
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