Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Giovedì 06 novembre 2025    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - SocietàGianni Pezzano

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

15 Luglio 2015
Le idee che devono cambiare
di Gianni Pezzano



Le idee che devono cambiare
in 'Totò e le donne'
il santo patrono
Landru

Di nuovo la stagione estiva ci presenta film vecchi e amati. Non solo possiamo rivedere per l’ennesima volta film che hanno fatto parte della nostra vita, ma questi film ci dimostrano anche come il cinema sia una macchina del tempo. Ogni tanto rivediamo un film dopo tanto tempo e ci rendiamo conto dalle immagini e dal dialogo come le nostre idee e percezioni della vita siano cambiate nel corso degli anni. Purtroppo non tra tutti nella nostra società.

 

Totò ha sempre personificato molti aspetti della nostra vita ed era capace di mettere in luce aspetti che preferivamo scordare, o che erano nascoste dietro maschere, sopratutto nei suoi film più importanti. Spesso i suoi film non solo ci fanno ridere, ma ci mostrano noi stessi con un altro occhio. Per esempio, in “Destinazione Piovarolo” del 1956 Totò ha potuto mostrare i cambi dei volti d’Italia dalla fine della Grande Guerra fino al 1956 dove la stazione di Piovarolo rappresentava il Bel Paese con tutti i suoi difetti e tutti i suoi pregi. Film come “Un Turco Napoletano”, “Il Letto a tre piazze”, “Arriangiatevi” e “L’Imperatore di Capri”, per nominarne soltanto alcuni, erano tutti su soggetti attuali della vita italiana e dunque della Storia del nostro paese.

 

L’altra sera la televisione ha trasmesso il film “Totò e le donne” del grande regista Mario Monicelli nel quale il protagonista esprime i suoi problemi  con le donne della sua vita a partire dalla moglie e la famiglia alle clienti del negozio dove lavora. Il film fa ridere, ma una scena ci dimostra chiaramente un volto particolare del nostro paese.

 

Mentre il protagonista descrive i suoi travagli famigliari si dirige verso un ritratto che lui chiama il suo santo patrono. Ma l’uomo del ritratto non era affatto un santo, ma Henri Landru, meglio conosciuto come Barbablù, e fu giustiziato alla gigliottina nel 1922  per aver ammazzato almeno 10 donne e il figlio adoloscente di una di loro.

 

Benché Totò usasse un linguaggio ironico quando parla di Landru, il protagonista del film ammira le “imprese” per aver trovato il modo di “sistemare” i suoi problemi con le donne. A nessun punto crediamo che il protagonista avrebbe compiuto questi atti, ma colpisce la leggerezza dell’uso di un uomo che è ancora uno dei serial killer più conosciuti nel mondo.

 

Non vedevo il film da anni e avevo scordato quella scena, ma in un periodo dove leggiamo ogni giorno notizie di violenze verso le donne, il film ci fa capire come certi atteggiamenti erano tollerati non solo nella società italiana, ma in tutto il mondo. Purtroppo, la violenza non era e non ha ancora smesso d’essere diretta verso le donne e sappiamo sin troppo bene quanto sia grande anche il problema delle molestie verso i giovani.  

 

Dopo aver visto il film ho pensato ai comici inglesi, americani e australiani che vedevo in Australia e mi rendo conto che oggigiorno nessuno tollererebbe più certi scherzi e battute. Per fortuna non sentiamo più molti di questi comici che sono spariti nel corso degli anni, ma il problema rivelato dalle battute non è sparito.

La lotta mondiale alla violenza verso le donne e i minorenni non è solo una lotta contro certi uomini perversi, ma è il sintomo di un atteggiamento che non è sparito del tutto nelle società e le culture del mondo. Vediamo spesso notizie di questi delitti dall’India, ma mentre ne vediamo le immagini alla televisione, sappiamo che questi reati succedono anche nel nostro paese e con una frequenza paurosa.

 

La soluzione non è semplice e coinvolge tutti noi. Deve iniziare con le scuole dove gli alunni, senza eccezioni, devono capire che certi atteggiamenti e comportamenti sono semplicemente inaccettabili. Il secondo passo deve passare per i mezzi di intrattenimento dove il rap non è l’unico genere indicato come cattivo esempio per il suo atteggiamento verso le donne.

 

In questi mesi abbiamo visto lo scandalo che coinvolge un attore ammirato in tutto il mondo, Bill Cosby. Era noto per le sue lezioni pubbliche ai giovani su come dovevano crescere con un senso di onore e educazione. Purtroppo, le rivelazioni di questi mesi dimostrano che le sue parole pubbliche non riflettevano il suo comportamento privato e ora ne sta pagando le conseguenze. E non è l’unica figura pubblica in questa situazione.

 

Nel Regno Unito un altro personaggio amato, sopratutto dai giovani, Rolf Harris, un cantante e comico così popolare nel paese che persino la Regina Elisabetta si è fatta fare un ritratto da lui, si trova in galera con una condanna pesante per molestie decennali verso minorenni e non è l’unico personaggio famoso a finire in carcere. Purtroppo il maggior colpevole, Jimmy Saville, morì prima che fossero uscite le accuse, ma erano proprio queste accuse che hanno portato a Harris e gli altri. In Australia, un attore televisivo amato del pubblico sta pagando il prezzo per delitti ignobili.

 

Senza scordare poi la fuga dagli Stati Uniti del regista cinematografico Roman Polanski  che si rifitua di tornare in quel paese per rispondere alla accuse di reati simili.

Negli Stati Uniti e negli altri paesi le opere di questi condannati sono state ritirate e i loro programmi televisivi sono stati ritirati dalle reti televisive. Nel caso di Cosby, malgrado non sia ancora soggetto di un processo formale, i suoi concerti e altri spettacoli sono stati cancellati dopo le rivelazioni di documenti di un processo di qualche anno fa. Nei prossimi mesi sapremo se le accuse sono arrivate troppo tardi per imputazioni ufficiali, oppure se dovrà rispondere alla accuse in tribunale. Però, senza dubbio le ultime rivelazioni hanno distrutto la sua credibilità e persino molti dei suoi difensori più accesi si sono arresi a queste novità.

 

Ma questi personaggi hanno potuto sfruttare una situazione dove la commedia, il cinema e anche la televisione ha ridicolizzato per troppo tempo quel che non è altro che un comportamento illegale, per non dire immorale. Peggio ancora, spesso chi ne era a conoscenza ne chiuse un occhio perché erano artisti famosi.

 

Come Società abbiamo il dovere di non tollerare qualsiasi atto o atteggiamento che rischi di minimizzare reati verso le donne e i deboli della nostra società. In fondo, non siamo giudicati dalla nostra forza o dalla nostra ricchezza, ma come proteggiamo chi non è capace di difendersi. Per questo motivo, quando genitori vedono certe immagini e notizie devono spiegare ai loro figli che certi comportamenti sono assolutamente intollerabili, senza se e senza ma.

 

Di nuovo Totò con una frase ci ha messo in una situazione che dobbiamo chiederci cosa rappresentiamo, non solo come individui, ma come Società. Però, è un problema che abbiamo il dovere di affrontare e di sconfiggere perché i notiziari quotidiani ci danno troppo spesso cronache di morti e di aggressioni a donne e minorenni da permetterci di non agire.

Non vogliamo essere ricordati nel futuro come la generazione che ha rifiutato di prendere una posizione definitiva contro reati verso le nostre donne e i nostri giovani.

  








  Altre in "Società"