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10 Luglio 2015
Un concetto da rivedere
di Gianni Pezzano



Un concetto da rivedere
I caschi blu
dell'ONU

Durante la Rivoluzione Francese nacque il concetto della Nazione. Questa parola era il modo più diretto per aiutare la popolazione ad identificare un concetto che era in corso di sviluppo e che è alla base di tutti i rapporti tra paesi. Il concetto di Sovranità Nazionale.

 

L’Enciclopedia Treccani definisce Sovranità Nazionale come qualità giuridica esclusivamente pertinente all’imperium dello Stato, la s. è concetto moderno e che solo allo Stato moderno, inteso come persona giuridica, può applicarsi. In poche parole, le responsabilità degli Stati di gestire i loro affari in modo autonomo senza interferenze da altre parti. Infatti, le guerre rivoluzionarie iniziarono con l'intervento di paesi stranieri a fermare la rivoluzione a Parigi.

 

Naturalmente questa definizione non tiene in considerazione i moderni patti e trattati internazionali tra paesi e ignora la possibilità di guerra. Ma nello scenario internazionale moderno questo concetto deve essere rivisto per renderlo più funzionale e pratico.

 

Nel corso dei secoli che hanno portato alla definizione moderna della Sovranità il mondo era molto più grande di quello che conosciamo ora. Non conoscevamo i continenti, ci volevano anni per fare il giro del mondo e le comunicazioni erano lentissime. Per questo motivo non sapevamo di conflitti in paesi lontanti e non subivamo le conseguenze di conflitti e disastri naturali, ma non è più cosi e ne vediamo le prove con i  sessanta milioni di profughi attualmente nel mondo documentati dall’UNHCR. I barconi che cercano di arrivare non solo in Europa, ma anche in altri paesi, sono pieni di gente che rischia la vita per cercare un luogo sicuro.

 

Questi sbarchi sono la prova dei limiti nella sovranità. I profughi dimostrano chiaramente il fallimento della politica internazionale di poter prevenire ed evitare guerre perché incapace giuridicamente di poter intervenire all’interno di paesi. Il dibattito viene ripetuto in ogni “missione di pace” e non fa altro che confermare questi insuccessi.

 

L’ONU nacque durante la Seconda Guerra Mondiale che scoppiò dopo il flop della Lega di Nazioni. Queste debolezze erano evidenti nei casi delle invasioni della Manciuria dal Giappone e dell’Abissinia dall’Italia. Le reazioni deboli a queste invasioni incoraggiarono Hitler a spingere sempre di più verso i suoi traguardi e a trent’anni dalla Guerra che doveva “finire tutte le guerre” il mondo si trovò di nuovo in conflitto.

In teoria gli Alleati vincenti della Seconda Mondiale avevano imparato da queste debolezze e perciò cambiarono la forma dell’ONU con la formazione del Consiglio di Sicurezza del quale queste potenze sono ancora i membri permanenti. Gli Stati Uniti, l’URSS (ora Russia), l’Inghilterra, la Francia e la Cina dovevano garantire la pace nel futuro, almeno in teoria, però sappiamo che con l’inizio immediato della Guerra Fredda non fu mai così.

 

Il Consiglio di Sicurezza diventò presto scena di scontri tra i due blocchi e i dibattiti sulle tensioni internazionali non erano altro che manovre politiche nello scenario di una scontro tra superpotenze non sempre occulto. Ogni crisi internazionale toccava gli interessi di almeno uno di questi paesi e il veto da questi cinque paesi è stato quasi sempre utilizzato per promuovere la propria politica, oppure per bloccare una mossa dell’avversario.

 

Con i conflitti decennali nel Medioriente e le guerre e rivolte che sono scoppiate in quasi tutti i continenti dal 1945 come risultato della caduta prima del Colonialismo e poi del Muro di Berlino con il consequente crollo dell’Unione Sovietica, abbiamo visto come le debolezze del Consiglio di Sicurezza hanno creato la situazione mondiale che vediamo ora.

 

Ovviamente la prima debolezza è il potere di veto dei cinque paesi permanenti. La seconda debolezza è proprio l’incapacità dell’ONU di interferire contro la Sovranità di paesi in crisi. La terza debolezza che impedisce l’azione di potenze internazionali nei paesi instabili è la mancanza di una forza militare internazionale indipendente controllata dall’ONU. In questo ultimo caso abbiamo avuto la prova lampante durante la Crisi nel Balcani quando le forze armate dell’ONU furono incapaci di bloccare le stragi per via degli ordini limitati imposti ai vari comandanti militari che di conseguenza seguivano gli ordini dei loro paesi d’origine. La strage di Srebrenica non è che un esempio di questi limiti.

 

Ma non sarà facile trovare una soluzione a queste debolezze. Almeno due dei paesi membri permanenti, la Russia e la Cina, hanno minoranze etniche importanti e sappiamo che entrambi hanno avuto problemi di insurrezioni nel loro territori. Senza scordare lo scontro tra la Russia e l’Ucraina che la Russia considera un fatto di politica interna. Dunque nessuno di questi due paesi rischierebbe la possibilità di un intervento internazionale nei loro affari. Nel caso poi degli Stati Uniti, in base alla loro legge i loro soldati non possono agire in forze militari comandate da generali di altri paesi. Naturalmente questo porta il rischio che qualsiasi forza comandata da generali americani seguirebbe gli interessi americani invece di quelli della comunità internazionale.

 

 

Purtroppo, vediamo che il mondo sta proseguendo verso un punto fondamentale. Le azioni di gruppi estremisti in vari paesi dimostrano chiaramente che loro non si sentono limitati da teorie come la Sovranità Nazionale. L’11 settembre, 2001 abbiamo visto come questi gruppi non hanno alcun timore di agire dove pensano sia necessario per promuovere i  loro programmi e il venerdì di sangue di Ramadan con attacchi in quattro paesi solo due settimane fa come i confini non limitano le loro azioni.

La crisi internazionale dei profughi che fuggono da paesi in crisi non è che il risultato di questi fallimenti politici. L’incapacità della comunità internazionale di poter intervenire in luoghi dove i governi locali dimostrano chiaramente di non essere in grado di proteggere le loro popolazioni non fa altro che dimostrare i limiti imposti dalla Sovranità a chi potrebbe intervenire in questi casi.

 

Poi, esistono anche problemi pratici non indifferenti in queste situazioni. Quali circostanze potrebbero e dovrebbero spingere la forze internazionali ad intervenire? Dobbiamo solo interferire in paesi deboli e giovani, come quelli africani, oppure anche in altre situazioni complicate come quella dell’Ucraina dove abbiamo visto un aerea civile commerciale di un paese neutrale abbattuto solo pochi mesi fa?

 

L’idealismo impone che i paesi delle Nazioni Unite siano capaci di trovare soluzioni a questi problemi, la tecnologia e i fondi non mancano per poter svolgere le missioni necessarie, ma poi entrano in azione la realtà e i cinismo dei politici. Nel mondo d’oggi dove esistono due blocchi di potere che interessi nazionali sono ancora più importanti degli interessi internazionali. Per di più, la crescita economica e militare della Cina rischia di creare un terzo blocco.

 

C’è già chi vede somiglianze dell’attuale situazione internazionale ai decenni che portarono alla Grande Guerra e che prevede la Terza Guerra Mondiale. Nessuno sa il futuro, ma questi blocchi potenti che gestiscono la politica internazionale dal 1945 possono continuare a farlo in eterno?

 

Senza dubbio andiamo verso un nodo storico e nessuno è in grado di dire come finirà. L’unica cosa che possiamo augurare è che da questa situazione qualcuno avrà la forza di trovare le soluzioni a queste debolezze senza dover risolverle di nuovo con le armi. Possiamo solo sperare che, alla fine, vincerà l’idealismo e non il cinismo.

 








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