 | | attentato di Sarajevo |
Ci sono date che segnano pietre miliari della Storia. Questo’anno non solo continuiamo le commemorazioni del centenario della Grande Guerra, ma ricorre anche il settantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e, infine, a giugno inizieranno i festeggiamenti per il duecentesimo anniversario della Battaglia di Waterloo che segnò la fine definitiva del potere di Napoleone.
Ma queste date davvero segnano la fine di epoche? Oppure segnano punti di cambiamenti che ancora producano effetti sulla nostra vita?
Per quanto sia importante Waterloo, un’altra battaglia francese del 1792 segna l’inizio della guerra moderna tra grandissimi eserciti di leva. A Valmy un esercito rivoluzionario composto interamente di soldati di leva sconfisse l’esercito austro-prussiano e dunque diede l’inizio della fine degli eserciti aristocratici. Inoltre, con questa vittoria iniziò il processo storico che porterà alle vittorie napoleoniche. Quel giorno tra gli osservatori alla battaglia si trovava il grande autore Johann Wolfgang von Goethe che ne disse, “In questo luogo e in questo giorno comincia una nuova era nella storia del mondo, e tutti voi potrete dire di essere stati presenti alla sua nascita”. Aveva ragione e quell’era dura ancora.
Però la sconfitta di Napoleone a Waterloo non mise fine ai problemi legati a un concetto nato sotto la Rivoluzione. Dopo Waterloo il senso di nazione che spingeva i rivoluzionari francesi porterà alla nascita di paesi come l’Italia e la Germania, come anche delle due guerre mondiali ed è ancora con noi. Basta guardare i notiziari e leggere i quotidiani per vedere che il nazionalismo esiste nel mondo moderno e che è causa di conflitti in quasi tutti i continenti.
Ma come le guerre non scoppiano mai per motivi semplici e spesso dopo decenni di scontri diplomatici ed economici, nessuna guerra finisce senza conseguenze e quasi mai i protagonisti si rendono conto dell’effetto che avranno le eventuali sconfitte o vittorie.
La Grande Guerra che era iniziata dopo un assassinio per motivi nazionalisti finì in modo politicamente ambiguo e porterà a due dittature in paesi che avevano combattuto e creò le condizioni per un’altra guerra ancora più orrenda e cruenta trent’anni dopo.
La Seconda Guerra Mondiale che oppose le democrazie alle dittature in Italia e Germania, insieme al loro alleato l’Impero giapponese, finì con la consapevolezza di uno scontro politico che prese il nome di Guerra Fredda. Però, i paesi combattenti che lottavano contro le dittature non si resero conto che la lotta per la libertà dei paesi sottomessi dalle dittature avrebbe portato la fine del colonialismo. Purtroppo, non senza guerre lunghe e sanguinose.
I
l tentativo di evitare guerre tra gli ex alleati che avevano vinto la guerra vide la nascita di paesi “artificiali” come le due Corea e i due Vietnam con il risultato di decenni di guerre e scontri diplomatici che esistono ancora, come vediamo dal comportamento bizzarro della Corea del Nord.
Dopo il fallimento della Lega delle Nazioni che non fu capace di evitare la Seconda Guerra Mondiale, gli alleati vincitori avevano formato un nuovo ente sovranazionale per cercare di trovare soluzioni pacifiche, per prevenire guerre nel futuro. L’ONU fu fondata come mezzo di pace e per aiutare paesi in via di sviluppo ad arrivare a livelli economici sufficienti per mantenere le loro popolazione e dunque impedire altri conflitti.
Purtroppo le condizioni imposte dalla Guerra Fredda ebbero l’effetto di limitare le azioni che l’Ente internazionale poteva compiere. Due punti in particolare crearono difficoltà ad azioni decisive da parte dell’ONU.
Il primo, il potere di veto dei cinque paesi permanenti del Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti, la Russia (come erede dell’URSS), il Regno Unito, la Francia e la Cina. Ognuno di questi membri permanenti ha utilizzato il proprio veto per impedire decisioni concernenti i loro alleati e dunque di evitare interferenze con le loro azioni dipolomatiche. Di conseguenza, conflitti che potevano essere facilmente controllati da forze internazionali continuano ancora, spesso per decenni, come in Sudan e altri paesi africani.
Il secondo punto di debolezza è la mancanza di una forza militare capace di agire in tempi veloci. Ma,come sempre, la logica degli scontri diplimotaci tra le superpotenze non permetterebbe la nascita di una forza militare internazionale che non sia sotto il loro diretto controllo.
Naturalmente, la legge internazionale protegge un diritto statale che è figlio diretto del nazionalismo nato nella Francia rivoluzionaria. Il concetto di sovranità nazionale è considerato assoluto, ma allo stesso tempo impedisce aiuti diretti in paesi in gravi crisi economiche e politiche, oppure in guerra civili. Ci vuole poco per capire che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza non permetterebbero mai una ridefinizione del concetto di sovranità nazionale. Infatti, due di essi, la Russia e la Cina hanno avuto e continuano ad avere problemi di minoranze etniche e qualsiasi ridefinizione di questo concetto porterebbe alla possibilità di future interferenze nelle loro politiche interne.
Difatti, nel corso del ventesimo secolo e questi primi quindici anni del terzo millenio vediamo che i potenti continuano a commettere gli stessi errori di diplomazia. La logica internazionale egocentrica delle cinque superpotenze insiste nel considerare che i loro interessi siano un piano sopra quelli degli altri paesi e dunque che devono decidere e guidare le sorti degli altri.
Un esempio classico si trova in Afghanistan. Già nel corso del corso dell'800 il paese era oggetto di uno scontro diplomatico tra il Regno Unito e la Russia Imperiale che cercava un porto nell’Oceano Indiano per espandere i propri interessi in concorrenza con l’impero britannico. Una concorrenza inutile, perché, come sa chi conosce la Storia di quel paese tormentato, nessuno è riuscito a domarlo. I britannici vi subirono sconfitte umilianti, compresa una fuga celebre da Kabul nel 1842 quando un solo superstite arrivò in India dai quasi diciasettemila soldati e civili fuggiti dalla capita afgana.
In effetti, ricordiamo come l’URSS e gli Stati Uniti dopo l’11 settembre, 2011 fecero gli stessi sbagli in quel paese, con perdite enormi di civili e militari.
Nazionalismo, sovranità, come anche la libertà sono concetti che seminano guerre da secoli ormai e raramente queste guerre sono riuscite a risolvere i problemi dei paesi. Sarajevo fu il luogo nel 1914 dello “sparo sentito in tutto il mondo” quando il nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip uccise il Gran Duca Francesco Ferdinando d’Austria scatenando la Grande Guerra e quella stessa terra diventò di nuovo campo di battaglie nazionaliste solo pochi anni fa.
La Storia deve insegnare all’Uomo a non fare gli stessi sbagli. Invece vediamo che la Storia diventa semplicemente la giustificazione per continuare lotte secolari, come abbiamo visto nel corso dell’ultimo anno tra la Russia e l’Ucraina. Chissà quale conflitto finalmente farà capire ai potenti che bisogna trovare soluzioni definitive ai problemi che causano le guerre, invece di trovare soluzioni temporanee che non sono altro che rinvii alle ostilità?
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