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08 Maggio 2015
Le immagini e le parole ingannano
di Gianni Pezzano



Le immagini e le parole ingannano
wile e coyote

Quando nel 1939 Tex Avery disegnò Bugs Bunny il  suo modello era l’attore americano più popolare dell’epoca. L’ispirazione era una foto di Clark Gable con un sigaro in mano, ma nella foto il disegnatore vedeva un coniglio con una carota. Avery, come tutti i disegnatori dei celebri Looney Tunes della Warner Brothers era eccentrico, ma la scelta non era poi tanto sbagliata perché, in fondo, questi cartoni animati erano proiettati prima dei grandi film. Cioè, i grandi famosi animati degli anni 40 e 50 non erano disegnati per bambini, come spesso pensiamo, ma per un pubblico adulto.

 

Quando arrivarono in Italia, e particolarmente alla televisione, erano considerati programmi da bambini e allora doppiati come tali. La colpa di questo equivoco non è di chi li guarda, ma di chi ha avuto il compito di tradurli ed eventualmente di doppiarli in italiano. Infatti, è un esempio classico dei tranelli dei lavori di doppiaggi, come anche dei problemi a tradurre fedelmente non solo cartoni animati, ma tutti i generi di film e programmi televisivi. Per capire opere come queste, bisogna conoscere bene non solo la lingua inglese, ma anche e  soprattutto la cultura che li ha creati.

 

Chi guarda i cartoni in italiano spesso non si rende conto dei doppi sensi e dei giochi di parole che i loro ideatori presentavano al loro pubblico e che li ha resi famosi nel mondo anglosassone. Non solo prendono in giro personaggi noti, ma anche la lingua inglese, come fa un antagonista di Bugs Bunny, il Lord di Worcestershire che non riusciva a pronunciare il proprio nome.

 

In Italia il personaggio più amato dei Warner Brothers è il coyote sfigato, Willy. Sfortunato in tutto, anche nel suo nome originale in inglese che, come si vede nei suoi biglietti da visita, è Wile E Coyote che è uno scherzo. La pronuncia del nome in inglese diventa le parole wily coyote, cioè coyote furbo e, come tutti sappiamo, il personaggio è tutt’altro che furbo. 

 

Non dobbiamo credere che un cartone animato voglia dire automaticamente che sia per bambini. Programmi cult come I Simpsons, South Park e American Dad benché abbiano scene e battute che fanno ridere tutti, hanno trame e scene di alto senso satirico e con temi serissimi. In una puntata South Park tratta in modo unico e buffo un tema tutt’altro che banale, l’eutanasia e come negli Stati Uniti casi giudiziari e difficilissimi a livello etico diventano spettacoli televisivi. Questi programmi spesso fanno satira sui personaggi famosi e trattano soggetti difficili.

 

La satira è una tradizione che hanno ereditato da Looney Tunes e Tom e Gerry. Proprio per questo motivo molte puntate dei Simpsons contengono la coppia di Itchy and Scratchy che non sono altro che un omaggio a Tom e Gerry. Allo stesso tempo questo omaggio dimostra quanto la loro commedia fosse sadica di natura.

 

Sono programmi che danno stimoli diversi ad adulti da quelli che danno ai giovani. Infatti, uno dei segreti del loro successo pluridecennale è il fatto di poter far divertire le varie fasce di pubblico. Adulti e giovani che guardano questi programmi insieme non sempre ridono alle stesse battute. Le esperienze di vita degli adulti danno la consapevolezza di capire i bersagli veri di una battuta che i loro figli non possono sapere.

 

Per i traduttori e i doppiatori diventa una sfida non indifferente poter trasmettere al pubblico di lingua italiana tutte le sfumature delle trame. Non solo per i cartoni animati, ma per tutti i programmi importati nel nostro paese. Naturalmente ci sono programmi che non sono altro che passatempi e i film romantici non hanno bisogno di molto da interpretare. Però ci sono programmi che forniscono prove durissime delle capacità tecniche dei loro traduttori.

 

Negli ultimi anni la teleserie Sherlock della BBC, la versione moderna dei classici gialli di Sir Arthur Conan Doyle ambientata nella Londra di questo secolo, ha avuto grandissimo succeso mondiale sia critico che di pubblico non solo per il suo ambientamento, ma anche perchè molti personaggi fanno riferimento a persone attuali. In una puntata l’antagonista non è solo un uomo ricchissimo, in effetti è un riferimento diretto a Rupert Murdoch, il potentissimo magnate spesso accusato di utilizzare il suo impero mediatico in modo spregiudicato come fa l’antagonista del programma e in altre puntate personaggi moderni e ben conosciuti sono trattati allo stesso modo.

 

Per quanto il doppiaggio possa rendere semplice per il pubblico italiano guardare programmi e film stranieri, il doppiaggio sta diventando sempre più spesso bersaglio di critiche perché non permette al pubblico di capirli fino in fondo. Allo stesso tempo non aiuta il pubblico che studia altre lingue a sentire la pronuncia vera delle parole, o per aiutarlo all’ascolto dei vari accenti di queste lingue, soprattutto della lingua inglese.

 

Naturalmente è impossibile tradurre tutto in italiano. La commedia in particolare fa giochi di parole e battute che non sempre è possibile rendere nella nostra lingua. Ci sono casi dove i doppiatori sono riusciti in modo esemplare, come il ululì, ululà di Frankenstein Junior e nessuno pretende che debbano rendere ogni battuta in italiano. Ma dobbiamo esigere di più, soprattutto in film e programmi seri, per aiutare il pubblico a capire il più possibile tutte le sfumature della storie dei film e teleserie.

 

Ma per poter fare questo, i traduttori non possono limitarsi solo ai dettagli tecnici delle lingue da tradurre. I traduttori di film, come anche di libri, devono avere una conoscenza intima del soggetto e della cultura dei paesi d’origine di queste opere. Così i traduttori rendono un doppio servizio al pubblico. ovviamente il primo è fornire una versione fedele dell’opera e il secondo è d'insegnare aspetti delle altre culture che il pubblico probabilmente non conosce.

 

Sembra strano iniziare un discorso del genere partendo dai cartoni animati, ma nel corso della loro storia, che risale quasi all’inizio di quella del Cinema, i cartoni animati sono diventati una parte importante della nostra vita, sia alla televisione che al cinema, come vediamo dal numero di film animati proiettati al cinema.

 

Ma i cartoni dimostrano che il cinema e la televisione sono capaci allo stesso tempo di divertire, informare e ironizzare. Ma che senso ha poterli vedere se poi non riusciamo a capirli al massimo?  

 








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