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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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05 Maggio 2015
Il mondo che non cambia
di Gianni Pezzano



Il mondo che non cambia
Svetonio

Siamo in mezzo all’ennesima rivoluzione della vita umana. Ormai sono oltre due secoli che siamo in rivoluzione perpetua e dunque in continua evoluzione culturale. La prima fu la rivoluzione l’industriale e poi le violenze che hanno accompagnato le rivoluzioni politiche come quelle in Francia e in Russia. Naturalmente abbiamo visto le rivoluzioni culturali in seguito alle due guerre mondiali e infine quella tecnologica che è la figlia naturale di quella industriale.

 

Il mondo è cambiato in modi impensabili per i nostri avi, ma una cosa non è mai cambiata, l’essere umano, con tutti i suoi pregi e difetti. Viviamo ancora e probabilmente vivremo sempre secondo i nostri vizi e pregiudizi.  

 

Un giorno a scuola ho scoperto il De vita Caesarum di Svetonio. A parte la lettura facile e divertente, il libro mi ha meravigliato per i dettagli più intimi della vita dei Cesari e non solo per i vizi di Tiberio e Caligola. Benché il libro fosse scritto per motivi politici e non per semplice informazione, Svetonio mostra un volto inedito di Roma e della vita degli uomini più potenti dell’Impero Romano.

 

Lui utilizza le debolezze e i punti forti di questi uomini per dare lezioni di vita ai suoi lettori. Dimostra anche che i pettogolezzi e il “sentito dire” non sono limitati alla cronaca rosa moderna, ma che hanno radici nell’anima profonda dell’Uomo. Disgraziatamente, abbiamo visto come, nel corso dei millenni le voci maligne vengono sempre utilizzate per screditare i potenti, come anche per il divertimento dei lettori.

 

La Francia prerivoluzionaria era ricchissima e, ancora di più, potente. I suoi re avevano i mezzi per costuire palazzi enormi e bellissimi che permettevano loro di vivere in un mondo personale, lontano dai problemi quotidiani dei loro sudditi. In questo modo sono diventati bersagli facili per gli autori, i vignettisti satirici e le voci maligne. All'inizio le opere buffe di Molière e di Beaumarchais hanno aperto una breccia nel muro che proteggeva i re e gli altri aristocratici. Poi i disegni satirici, spesso pornografici, dei presunti vizi di Maria Antonietta, l’austriaca mai amata dai francesi, hanno preparato la strada alla Rivoluzione che cambiò il mondo.

 

All’inizio del 900 la famiglia reale russa era soggetta allo stesso trattamento, particolarmente per quel che riguardava il ruolo di Rasputin, il cosidetto “monaco matto”. Di nuovo una famiglia reale separata dalla sua popolazione dalla ricchezza e dal lusso, con un’imperatrice straniera e dunque sospetta per il popolo. I disegni satirici russi erano quasi identici a quelli francesi, come anche la fine dei reali è stata la stessa.

 

Nel secolo dopo la caduta dell’impero russo la progressiva educazione della popolazione mondiale non ha ridotto la loro voglia di sapere dettagli sempre più intimi dei capi e di prenderli in giro per i loro capricci.

 

Lo scandalo Lewinski che rischiava di far cadere il Presidente americano Bill Clinton dimostra come i politici abitino in una campana di vetro, soggetti d’interesse intenso e non solo per il loro comportamento politico.

 

Nei giorni di internet e di una televisione sempre più populista, particolarmente quella privata e non solo in Italia, i potenti sono sempre bersagli di critiche e attacchi. La differenza dal passato è che tra i potenti, vediamo sempre di più anche personaggi non politici. Peggio ancora i mezzi moderni di comunicazione, e internet in particolare, sono in grado di spargere notizie in giro per il mondo in pochi secondi e ciò rende quasi impossibile correggere o eliminare notizie false o diffamatorie.

 

Per questi motivi le democrazie stanno passando un periodo di transizione. Regole parlamentari, usanze e modi di comportamento creati nell’epoca dei primi giornali ora vedono cambiamenti del rapporto tra i politici e i cittadini. Il livello di sfiducia verso i parlamentari è in continuo aumento e siti come Facebook e Twitter svolgono un ruolo che i loro inventori sicuramente non immaginavano solo pochi anni fa.

 

Allo stesso tempo questi mezzi di comunicazione non sono ancora in grado di poter svolgere un ruolo politico attivo. Dibattito su disegni di legge e di programmi politici non si risolvono con un semplice si o no, via, un click con il mouse di un pc o sullo schermo di un tablet. Le leggi sono documenti complicati che devono comprendere non solo le proposte, ma anche le modalità di attuazione e, in ogni caso, devono rimanere strettamente entro i limiti delle regole stabilite dalle costituzioni di tutti i paesi.

 

Però, internet svolge un ruolo attivo molto negativo.

 

La facilità con la quale un utente può mettere online una vignetta brutale, oppure condividere notizie false e diffamatorie semplicemente perché un certo personaggio gli sta antipatico, spesso non fa altro che aumentare il livello di dissenso del pubblico. Una situazione resa ancora più difficile dal fiorire di siti internet che fingono d’essere agenzie giornalistiche e che non fanno altro che perpetuare la disinformazione, in molti casi di bufale create ad arte e spesso già smentite da tempo.

 

Chi entra nella politica con gli occhi aperti capisce che entra in un’arena pubblica e che sarà soggetto di critiche e di satira. I più intelligenti sono capaci di reagire con le armi della risata in risposta alla satira e con argomenti logici alle critiche. Però, dobbiamo tutti conoscere che c’è un limite agli attacchi. Un conto è prendere in giro un politico, ma è ben altro conto creare notizie false, immagini diffamatorie e scrivere citazioni false attribuite a certi politici. Questi fanno solo danno al  dibattito politico serio necessario per il buon funzionamento di un paese. 

 

La soluzione non è facile. Facebook riconosce da tempo il fenomeno e ha iniziato a istituire nuove metodologie per identificare siti del genere e rendere più facile agli utenti segnalarli. Ma il controllo di questi siti è molto più complicato della sola segnalazione ai responsabili. Internet permette la creazione di identità false, di siti in altri paesi, di poter cancellare un sito e riaprirne un altro in pochi minuti e allora il lavoro per le agenzie come la Polizia Postale in Italia diventa sempra più difficile.

 

Non si tratta di censurare ciecamente. La satira ha un ruolo importante nella vita, come anche le critiche ai potenti. Servono come sfogo per il pubblico e non solo come mezzo di protesta. Però non servono a niente se fatte con il solo scopo di demolire personaggi o progetti. Chi vigila su internet ha il compito difficilissimo di sapere distinguere tra chi opera entro  i limiti del dibattito civile, dunque nella legalità e chi cerca solo di distruggere.

 

Il danno alla nostra società non viene solo da proteste violente nelle nostre strade e piazze, ma anche attraversp parole e idee. La sfida per il futuro è di proteggere i nostri diritti, senza perdere la nostra libertà d’espressione. In altre parole, sapere proteggere la democrazia che è la base fondamentale della nostra vita.








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