 | | palio di Faenza |
Sono mesi ormai che in tante città italiane durante le serate si sentono gruppi di tamburi e chiarini e in piazzette e cortili si vedono altri gruppi allenarsi con bastoni e bandiere. Questi allenamenti sono la parte più evidente della stagione che sta per iniziare in Italia. Siena, Faenza, Ascoli, Foligno, Città di Castello e Sulmona, per ricordarne soltanto alcune, sono città che ospitano palii di qualche genere e la stagione è agli inizi.
Naturalmente il più famoso e senza dubbio il più appassionante è il Palio di Siena, sia per una cornice medioevale perfetta per l’occasione che per la rivalità tra contrade dove chi non partecipa in un’edizione fa la sua parte ad opporsi al rivale storico. I riti e le contestazioni al Palio senese riflettono la rivalità medioevali nella città. Faenza, per esempio, non è l'unica città dove i rioni mettono in mostra gli stemmi delle loro famiglie aristocratiche.
Non tutti i Palii sono corse di cavalli e in alcuni casi non sono coinvolti nemmeno questi, come ad Alba dove gli animali protagonisti sono asini. Si va dalla corsa semplice come quella di Siena, a Quintane, Giostre, gare con anelli e cosi via. Ogni gara ha le sue caratteristiche e ognuno ha la sua preferita.
Ma il Palio non è soltanto una gara di sport storico. Ogni Palio è una contesto che non solo ci permette di rivedere il passato, ma ci dà l’opportunità, anzi l’incentivo, di non perdere tradizioni e tecniche che senza i Palii rischierebbero di sparire. Queste tradizioni iniziano con quelle legate ai costumi.
Le contrade, i rioni e gli altri quartieri che ne fanno parte cercano di mettere in mostra la Storia e i dettagli che rendono ogni città italiana unica. Per poter fornire questi costumi per le sfilate storiche bisogna avere varie squadre che lavorano per tutto l’anno per ricreare i vestiti, le armature e le armi di una volta.
Nel caso dei costumi si parte dallo studio sui quadri e ritratti d’epoca per riprendere colori e i disegni, si continua poi tramite gli archivi storici per documenti e racconti che descrivono quali materiali venivano utilizzati e come. Poi arriva la parte più impegnativa, quella di mettere insieme il tutto e di far tornare alla luce mode e stili che non si vedevono da secoli. Lo stesso discorso vale per le armi e le ricreazioni di vecchi stili di combattimento e di arti come la falconeria che caraterizzavano la vita dei ricchi e potenti di quel periodo.
La preparazioni dei costumi mantiene in vita, anzi incoraggia, metodi e tecniche secolari di disegno e lavorazioni dei materiali. Nelle città che più tengono al loro passato i costumi sono tutti fatti a meno, in ogni dettaglio un capolavoro degli antichi mestieri tessili. Come anche le scarpe, riproduzioni fedeli dei modelli originali.
Nel frattempo i diretti interessati si preparano. I fantini a conoscere, ad allenare i loro cavalli e animali per gli sforzi necessari a sostenere le gare. Ogni tipo di gara utilizza techiche e animali diversi, ma i fantini spesso partecipano a più Palii e non è un caso che un controllo dei nomi dei fantini di ogni Palio troverebbe gli stessi nomi ripetersi di gara in gara. Soltanto i migliori vengono scelti e i loro servizi sono molto ricercati e la loro retribuzione non è soltanto nella forma dei trofei vinti.
Ma i fantini e i loro animali non sono gli unici elementi in competizione durante la stagione dei Palii. Anche gli sbandieratori sono in gara e la competizione tra di loro non è meno agguerrita di quella tra i fantini. Il pubblico festeggia ogni mossa buona dei suoi beniamini come prende in giro ogni sbaglio dei rioni e contrade avversari. I trofei degli sbandieratori hanno luoghi d’onore nelle sedi rionali quasi alla pari di quelli dei loro fantini.
Queste rievocazioni storiche dimostrano una faccia delle generazioni che hanno dato gloria al nostro paese. I ricordi e le lodi al nostro Medioevo e Rinascimento ci fanno ricordare una grande parte di quel che rende la nostra cultura unica e ricchissima. Perciò questi eventi non sono da mantenere semplicemente per continuare in forma quasi innocua rivalità antiche, ma potrebbero svolgere un ruolo altrettanto importante per il nostro paese.
Con l’eccezione di Siena i Palii sono poco conosciuti all’estero, però hanno il potenziale di attirare turisti che poi non vedrebbero solo le gare agonistiche. Nell’andare ad assistere a queste gare i turisti avrebbero l’opportunità di vedere e godere zone che di solito hanno un numero limitato di turisti quando paragonati a Roma, Firenze e Venezia che sono, senza alcun dubbio, le città italiane più conosciute all’estero e dunque più visitate dai turisti.
Chi va a vedere Palii a Faenza, Ferrara, Alba, San Sepolcro, Teramo e tutte le altre città con feste medioevali vedrebbe musei, gallerie e rocche, conoscerebbe nuovi piatti e prodotti regionali, ne assaggerebbe vini che spesso non escono dalle zone e capirebbe che i tesori culturali italiani non sono limitati ai tre grandi centri nominati, ma si trovano sparsi per tutto il paese. Chi fa il giro delle sedi dei rioni e delle contrade vedrà feste medioevali e mostre che presentano al mondo moderno la vita di una volta. La vita che ha dato luce a queste città bellissime, a opere d’arte straordinarie e anche a guerre feroci che hanno fatto la Storia non solo d’Italia, ma in molti casi anche del mondo.
Questi turisti vedrebberi i centri storici dei Palii al loro meglio, dove le piazze diventano le migliori cornici per i lavori dei rioni per le sfilate storiche e i Palii stessi. Chi va a Piazza del Campo a Siena per il Palio capirebbe all’istante una parte della realtà del passato della città. Chi va a vedere la gara delle bandiera in Piazza del Popolo a Faenza le notti del weekend prima del Palio del Niballo vedrebbe la vera bellezza di una Piazza poco conosciuta fuori della zona.
Purtroppo, ogni Palio ha i suoi critici, per esempio c’è chi non sopporta la confusione dei giorni di gara, chi mette in dubbio la veracità di certe gare, ma in fondo pochi possono negare che i Palli abbiano un impatto notevole sulle città.
Si, i Palii possono far molto per attirare nuovi turisti al Bel Paese ed è ora che siano promossi all’estero come meriterebbero. Ma non scordiamoci che non sono l’unica cosa nel nostro paese degno dei turisti. Cominciamo a guardare bene quel che abbiamo perché il futuro d’Italia dipenderà moltissimo alla nostra capacità di attirare turisti internazionali. E non solo perché i soldi che porterebbero nel paese servono per conservare quel che rischiamo di perdere per mancanza di fondi.
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