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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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17 Aprile 2015
Battaglie politiche
di Gianni Pezzano



Battaglie politiche
Il Parlamento
britannico

Il parlamento è il luogo dove i rappresentanti votati dagli elettori decidono la vita e il futuro dei cittadini.

 

Ogni parlamento nazionale nasce dalla Storia del paese. Nel caso dell’Italia è nato in seguito ad una dittatura con una costituzione scritta per evitarne altre nel futuro. Nel caso americano è nato dalla ribellione di tredici colonie inglesi contro la tassazione senza rappresentazione nel parlamento. In Europa esiste un paese che ha un sistema parlamentare nato da una guerra civile segnata dalla decapitazione del re, dall'odio religioso e finita con una dittatura. Quel paese è il Regno Unito.

 

Nessun parlamento dimostra meglio come la sua aula sia un campo di battaglie politiche, spesso senza esclusione di colpi. I parlamentari si siedono affrontandosi direttamente con il Primo Ministro e il Capo dell’Opposizione seduti faccia a faccia come in preparazione per un incontro di pugilato. Chi ha visto l’aula britannica avrà notato le due righe davanti ai panchi dei parlamentari. La distanza tra le righe è precisa, è la lunghezza di due spade, perchè in passato il dibatitto politico è diventato davvero lotta armata all’interno del parlamento.

 

Incredibilmente, per i motivi storici che portarono alla decapitazione dell’ultimo re cattolico,  il sovrano non solo non ha diritto al voto, ma non può nemmeno entrare nel palazzo senza il permesso espresso dall’aula. Solo quest’anno il parlamento ha tolto il divieto al sovrano di sposarsi una cattolica, ma rimane il divieto d’essere lui stesso cattolico. Una decisione comprensibile visto che il sovrano è anche capo della Chiesa Anglicana.

 

Il Question Time è l’ora più significativa del rito quotidiano parlamentare ed è spesso l’atto che scatena le risse parlamentari ed ha più impatto televisivo. Il Primo Ministro ha l’obbligo d’essere presente e rispondere a domande ed è anche l’opportunità per il Capo dell’Opposizione di mettersi in mostra. Tale è l’importanza del Question Time che le prestazioni dei due capi svolgono un ruolo importante per far decidere ai parlamentari se tenerli o  cambiarli.

 

Nel parlamento britannico non esiste il voto segreto, ogni parlamentare vota alla luce del sole. Il primo voto è a voce, però spesso sui temi più importanti e quando la maggioranza non è grande si chiede un voto preciso. In quel caso si contano le teste, letteralmente. Quelli a favore da una parte dell’aula e chi contrario dall’altra. Il parlamentare che vota contro il proprio partito deve fisicamente mettersi tra i parlamentari dell’altro partito. Sono i momenti più drammatici, come dimostra una scena importante del film “Amazing Grace”. Quasi sempre questi parlamentari si dimettono dal partito e finiscono la legislatura come indipendenti oppure, più raramente, si iscrivono all’altro partito.

 

Il presidente della Camera è super partes. Come prova della sua indipendenza il prescelto si dimette dal suo partito e a turno i partiti gli garantiscono che non presenteranno candidati al suo seggio alle prossime elezioni nazionali. In questo modo si riduce il rischio di favoratismi.

 

Però, per quanto il sistema cerchi di garantire il funzionamento regolare del parlamento, la realtà della vita politica inglese è afflitta dagli stessi problemi di tutti i sistemi parlamentari democratici. Il distacco dei politici dai propri elettori.

 

La serie televisiva della BBC “Yes, Minister, seguito poi da “Yes, Prime Minister” dimostra benissimo e in modo divertentissimo come i politici, in modo particolare i ministri, perdano contatto con la vita quotidiana. Il programma fu un successo in tutti i paesi anglosassoni proprio perché questo distacco non esiste solo in Inghilterra e lo vediamo anche quì in Italia.

 

Nella serie la battaglia è tra un neo Ministro e il capo del suo Ministero. Non era un caso che fosse il programma preferito di Margaret Thatcher. I giochi di potere come i conflitti di interessi, la manipolazione dell'informazione, i sondaggi fatti ad arte e i conflitti tra politici e burocrati ambiziosi facevano tutti parte della trama delle puntate. Infatti, molte puntate vennero scritte per le segnalazioni di politici e burocrati, ma gli autori non dissero mai quali furono ispirati da casi veri.

 

Nella lingua inglese moderna non esistono più le versioni formali e informali. Infatti, una volta il moderno “you” inglese era il “voi” in italiano. Nonostante ciò i discorsi nella serie sono esempi classici di come il linguaggio crei barriere tra categorie di cittadini. La situazione è peggio ancora in quei paesi come l’Italia dove la lingua stessa forma queste barriere in modo naturale.

 

Lavorando in ambienti fuori contatto con il pubblico, dove gli unici con cui il politico ha contatti  regolari sono gli altri politici, i burocrati e i potenti e dove le informazioni vengono fornite dai burocratici è sin troppo facile per un parlamentare perdere contatto con i suoi elettori e le realtà della loro vita.

 

Messi insieme ai mass media che spesso riportano notizie in base a interessi personali e di gruppo, un problema non solo italiano come vediamo con le controversie che riguardano FOX News negli Stati Uniti e i giornali di Rupert Murdoch nei paesi anglosassoni, vediamo come i cittadini di molti paesi hanno perso fiducia nei politici e i sistemi parlamentari.

 

Non è un problema di poco conto, crisi di democrazie crearono le condizioni per le dittature in Italia e in Germania e portarono alla Seconda Guerra Mondiale. Oggigiorno vediamo la crescita di gruppi estremisti, non solo religiosi, che cercano di sfruttare questa crisi di fiducia per promuovere le loro ideologie.

 

Poi, i politici in molti paesi troppo spesso pensano alle prossime elezioni invece di pensare a programmare a lungo termine per risolvere i problemi endemici nei loro paesi. La lotta alla povertà, i servizi essenziali, gli aiuti ai paesi in crisi economiche, la risoluzione di conflitti internazionali e le guerre a loro connesse, non si risolvano con tappe temporanee, ma con strategie larghe che guardano avanti per generazioni e non solo alla prossima visita alle urne.

 

È sin troppo facile dire che ogni paesi ha i politici che merita, ma le soluzioni a questa sfiducia non può venire solo dai politici. Anzi, le soluzioni si trovano non con la creazione di partiti populisti, oppure gruppi creati per sfruttare le delusioni, ma dai cittadini stessi che servono come vigili sul comportamento dei propri rappresentanti e che premino quelli bravi e castighino i deludenti alle urne.

 

Parole banali secondo alcuni, ma non è un caso che il benessere economico del pianeta sia venuto e cresciuto proprio con le democrazie. Perciò, noi come cittadini abbiamo il dovere non solo di difenderla, ma di pretendere che i nostri politici facciano la stessa cosa. Attenzione però, sempre all’interno delle regole delle democrazie stesse, perché il momento che agiamo fuori queste regole rischiamo di uccidere quel che vogliamo difendere...

 








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