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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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14 Aprile 2015
La Fede e il Potere
di Gianni Pezzano



La Fede e il Potere
Il duomo di Modena

Con l’arrivo della primavera sono ricominciate le gite domenicali. La meta della prima è stata Modena, una città che conoscevamo poco e che ha premiato la decisione con una giornata di sole.

 

Come di consueto abbiamo visitato il Duomo della città e ci siamo sorpresi. Per prima cosa, di trovare una chiesa romanica bellissima ancora rivestita dai mattoni rossi originali e che dà, a chi la visita, la serenità dei suoi secoli di preghiera. La seconda sorpresa ha rinforzato questa impressione perché ci ha fatto capire la forza della preghiera sui fedeli. La messa era adatta al luogo perché era in latino e con rito gregoriano.

 

Sin dalle prime note del coro era come se fossimo stati trasportati indietro nel tempo. La bellezza della musica e la cadenza del latino hanno creato l’atmosfera di quando la messa stessa era un Mistero religioso che faceva intravedere ai fedeli la Gloria del mondo che li aspettava dopo la morte. In quel luogo capivamo benissimo come i preti e la Chiesa hanno svolto un ruolo importantissimo nella vita quotidiana dei nostri antenati. Nelle epoche buie della nostra storia la preghiera e la messa erano la strada per una vita migliore.

 

Però, proprio quel Duomo e quella messa ci hanno fatto notare le differenze con le altre chiese che abbiamo visitato negli ultimi anni. Questi luoghi, ora diventati più centri di turismo che rifugi di preghiera, trasmettono ai fedeli un messaggio totalmente diverso, secondo molti di cui Martino Lutero non ne era che uno, del ruolo che la Chiesa assunse nel corso dei suoi duemila anni di Storia, un ruolo che con la Fede aveva ben poco in comune.

 

Chi visita il Duomo di Firenze, le bellissime basiliche sparse per tutto il paese e, infine, San Pietro a Roma non riesce più a vedere i mattoni rossi delle pareti. I fedeli e i turisti vedono pareti di marmo e di affreschi, statue e crocifissi ornati. I visitatori moderni, per qualsiasi motivo si trovino nei templi del Cristianesimo, vedono le glorie delle opere per i quali vescovi, cardinali, Papi e le signorie delle potenti città italiane hanno pagato prezzi altissimi per ricoprire e decorare.

 

Nel mondo moderno le chiese non trasmettono più solo il messaggio dei Vangeli e il messaggio di Cristo, ma trasmettono anche i messaggi contenuti nell’arte che circonda i fedeli. Questo messaggio ora non è più quel messaggio semplice del Nazareno, ma un messaggio di potere.

 

Nella mente di chi le ha commissionate, le opere d’Arte nelle chiese non erano semplici messaggi spirituali diretti ai fedeli. Dovevano, prima di tutto, dimostrare al mondo le ricchezze dei mecenati e mettere in luce la loro fede, vera o presunta che fosse, i loro gusti e infine la loro benevolenza verso la Chiesa.

 

Ma questo primo messaggio non era altro che l’introduzione alla vera intenzione delle opere. Le immagini e i messaggi dei capolavori e i ritratti erano di far conoscere a chi le guardava il potere delle signorie e del papato e di espandere le loro sfere di influenza. I visi dipinti sono spesso dei mecenati stessi, oppure dei loro alleati per far capire al mondo che fanno parte della corte di una famiglia. I ritratti di personaggi religiosi in corazze e con armi volevano dare al mondo il messaggio che il Papa non era solo il discendente di San Pietro sulla Terra, ma anche un re al di sopra di tutti, persino degli imperatori.

 

L’episodio di Canossa del 1077 dimostrò come il Papa utilizzava le sue armi spirituali per scopi politici. La scomunica dell’Imperatore Enrico IV da parte del Papa Gregorio VII non era semplicemente una vicenda religiosa.

 

Nella sua incoronazione il potere dell’Imperatore veniva dalla benedizione papale che gli conferiva l’approvazione di Dio. La scomunica voleva dire che l’Imperatore non era più legittimo agli occhi di Dio e che i suoi sudditi erano autorizzati a trovare un altro sovrano. Ciò spiega la disperazione di Enrico per farsi togliere la scomunica. Questo episodio era l’apice del potere della Chiesa sullo Stato, anche se all’epoca il concetto di Stato non esisteva nel senso moderno, e l’inizio della fine del potere temporale della chiesa perché i sovrani non volevano essere più minacciati da un “prete”. Le lotte tra Chiesa e sovrani continuarono per secoli e finirono a Porta Pia.   

 

Vedere chiese come il Duomo di Modena ci fa ricordare queste lotte tra Chiesa e Signorie, come anche tra città nel Medioevo e nel Rinascimento. Lotte spesso disumane che hanno iniziato guerre orribili, come hanno anche creato le condizioni per le grandi scoperte scientifiche che hanno cambiato il mondo e, insieme ai suoi artisti, hanno reso il Rinascimento italiano uno dei periodi più importanti per la Storia del Mondo.

 

Infatti, essendo circondati da opere che il mondo intero ci invidia, troppe spesso scordiamo che il nostro paese ha fornito artisti (di tutti i generi) e scienziati ben oltre le proporzioni di un paese geograficamente piccolo. Le esigenze delle lotte tra la Chiesa e le Signorie, come anche le guerra tra le Signorie stesse hanno creato generazioni straordinarie. Purtroppo, queste stesse lotte portarono agli interventi delle potenze straniere che Macchiavelli timbrò come la rovina del paese. Questi interventi non sono spariti del tutto, nemmeno oggigiorno.

 

La Chiesa era un mondo a parte e la prova sta nel fatto che solo nel 1969 la chiesa accettò la richiesta di Martin Lutero del 1517 di utilizzare le lingue popolari e non più il latino per le messe. Infatti, durante il giro di Modena ci siamo fermati davanti a una chiesa e abbiamo scoperto che si celebrava la messa nella lingua Tagalog per la comunità filippina della città.

 

Ci vuole poco a capire che nel corso dei secoli il ruolo della Chiesa Cattolica è evoluta con i Papi e i cambiamenti del mondo e della società. Non dobbiamo mai scordare queste trasformazioni nel nostro modo di pregare e come viene celebrata la messa, ci fanno capire come il nostro mondo sia in continua evoluzione e che quel che crediamo immutabile in verità è soggetto agli stessi processi storici dei comuni essere umani.

 

Nel corso della nostra vita abbiamo visto sei Papi che hanno mostrato facce radicalmente diverse della religione che ha Roma come suo epicentro. Chissà quali dei cambiamenti di questi decenni faranno parte della vita quotidiana e della messa dei cattolici tra mille anni? E chissà quale Papa sarà ricordato tra i Grandi Papi che hanno fatto il nostro mondo...     

 








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