 | la mappa del crimine |
Una delle immagini più simpatiche di quando frequentavo le scuole elementari, ormai un paio di decenni or sono, e che fino ad oggi ho ricordato con estrema gioia è stata la cartina del mondo. Quella cartina per me è sempre stata l’emblema della scoperta, della libertà, della felicità di poter esplorare. Non potete immaginare lo sconforto, tutto personale, nell’aver trovato una cartina in cui le linee colorate stanno ad indicare le rotte del crimine mondiale. Non avrei mai e poi immaginato che si potesse arrivare a tanto, magari anche ingenuamente, ma invece l’attualità è stata tristemente dolorosa! Il rapporto dell’ufficio droghe e crimini dell’Onu di Vienna, datato 2010, è stato per me impietoso: le rotte del traffico di droga, di schiavi, di medicinali contraffatti vengono presentate con una tale dovizia di particolari agghiaccianti e l’esito della lettura del rapporto (che consiglio a chi può affrontare la lettura in Inglese) ha avuto lo stesso effetto di un sonoro pugno allo stomaco. La cosa che mi ha più sconvolto è stato realizzare quante siano le frecce indirizzate verso i paesi "cosiddetti sviluppati" quali Europa, Giappone, Cina e Stati Uniti. Cocaina, eroina, armi, droghe di vario tipo, prostitute, migranti in partenza dai paesi più poveri del Mondo e destinati ad arrivare, con buona probabilità, fino anche sotto il mio ufficio o accanto al portone di casa del vicino. La domanda che sorge spontanea è allora questa: siamo noi a vivere davvero in paesi sviluppati, o c’è forse bisogno di rivedere qualcosa?
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