Consapevole della delicatezza di quanto andrò a scrivere, oggi vorrei parlare di Daniza. Immagino che non serva spiegare la storia dell’orsa trentina, perché ne hanno parlato in lungo ed in largo in molti e la descrizione sarebbe, evidentemente, ridondante. Ci sono alcune considerazioni che però mi permetto di fare in quanto, nei numerosissimi articoli pubblicati, poco rilievo è stato dato ad un paio di elementi. Premetto che, da amante degli animali, la morte del plantigrado è dispiaciuta anche a me e lo scrivo in maniera molto sincera. La cosa a cui è stata data pochissima evidenza però è la seguente: il progetto Life Ursus, datato 1996, condotto dal Parco Naturale Ademello Brenta e dalla Provincia Autonoma di Trento, è stato un progetto di reinserimento dell’orso bruno nelle Alpi italiane che ha avuto dei risultati zoologici unici in Europa. Un progetto che non è stato voluto e calato dall’alto per sfizio, ma che ha trovato delle valide e fondate motivazioni e che ha fornito dei risultati incredibili, frutto di un lavoro di programmazione, valorizzazione e tutela ambientali inequivocabilmente unici.
L’uccisione di Daniza ha avuto, a mio modo di vedere, una risonanza mediatica smisurata che ha portato a discutere di moltissime cose, la maggior parte delle quali in maniera paradossale. Un esempio su tutti i tanti ambientalisti, ossia coloro che si preoccupano di condurre azioni volte alla tutela ed al miglioramento dell’ambiente naturale, che si sono scagliati contro tutto e contro tutti, in una Provincia che, dal 1966 in poi, ha speso ingenti risorse economiche volte proprio alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente (con l’aggiunta di progetti straordinari come Life Ursus) riuscendo ad arrivare ad un livello di efficienza e di tutela che non ha simili in tutta Europa. Ora, si possono comprendere le ragioni della tristezza di chi ha appreso della morte del plantigrado ma non sono però comprensibili le smisurate forme di protesta che si sono verificate (minacce, insulti, boicottaggi, ecc..), e che tutt’ora bollono in pentola, in Trentino. Un invito alla moderazione, rispettando le tante e varie opinioni a riguardo, perché quasi cinquanta anni di meticoloso lavoro, di programmazione e di ricerca non posso essere confusi con un seppur triste ma comunque circoscritto episodio.
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