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17 Febbraio 2014 Torino è casa mia, di Giuseppe Culicchia di Alice de Carli Enrico
Come me lo sono potuta perdere, questo piccolo gioiello alla sua prima edizione, nel 2005? E che giustificazioni posso addurre per il 2006? Vogliamo invece parlare del 2007? E magari è meglio se vi risparmio tutta la conta fino a quest’anno, ne?
Il "ne" è la chiave della questione, perché io sono torinese e Torino e casa mia (Editori Laterza), questa piccola guida del capoluogo, della magnifica Augusta Taurinorum, me l’ero vergognosamente persa.
A colmare la mia lacuna ci ha provvidenzialmente pensato un’amica che in un magico pomeriggio di maggio, dopo una scampagnata per Superga – Cremagliera inclusa – ha tirato questo piccolo rettangolino di carta meglio conosciuto come libro e se ne è sortita con "Ah, dimenticavo! Questo l’hai già letto? Magari ti piace, visto che sei di qui".
Ecco allora che Torino è casa mia, giunto tra le mie mani con otto anni di ritardo, mi ha accolta subito tra le sue pagine e i suoi spazi senza neanche darmi il tempo di chiedere permesso, posso entrare? Mi sono ritrovata immediatamente in città, a respirarne profumi e smog, a riapprezzarne colori e storie, con l’ingresso che è la stazione di Porta Nuova, il salotto Piazza San Carlo, il corridoio via Roma e la cucina niente po’ po’ di meno che Porta Palazzo… Uno a uno l’autore, il bravissimo Giuseppe Culicchia, descrive i quartieri o le zone di Torino dando a ciascuna un’utile funzione in ambito abitativo e senza tralasciare nulla, neppure le leggende cittadine e quei piccoli particolari che solo un torinese fatto e finito, cresciuto proprio per queste strade, potrebbe conoscere. Del resto, come spiega: "Vivo a Torno da molti anni. La città è la mia casa. Perciò Torino è casa mia. È una casa abbastanza spaziosa. La divido volentieri con tutti".
Ironico e divertente, ricchissimo di informazioni e aneddoti, Torino è casa mia è una lettura irrinunciabile per chiunque voglia avventurarsi per le strade di questa piccola e meravigliosa città come un autoctono e scoprirne gli aspetti più o meno noti; ed è altrettanto consigliata per qualsiasi torinese che abbia voglia di provare un po’ di nostalgia, commuoversi o anche solo ridere a crepapelle.
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