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Cultura - LibriGianni Pezzano

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17 Ottobre 2015
Appello agli eredi di Indro Montanelli
di Gianni Pezzano



Appello agli eredi di Indro Montanelli
Indro Montanelli

Tramite l’Agenzia Letteraria Internazionale di Milano vorrei fare un appello personale agli eredi di Indro Montanelli, in modo particolare a Letizia Moizzi, di permettermi di poter pubblicare la mia biografia su Montanelli in lingua inglese.
 
Speravo di evitare di dover fare questo passo ma, dopo quasi sette anni di tentativi amichevoli con i diretti interessati e  vane ricerche di trovare  interlocutori capaci di risolvere questa situazione in modo privato e amichevole, tentativi finiti sempre in rifiuti, oppure nel silenzio,  ora non credo d’avere altra scelta che fare un appello pubblico.
 
Come disse e scrisse più volte Montanelli stesso, la sua carriera giornalistica si basava sul  principio che solo il lettore poteva giudicare il lavoro di un giornalista o di un autore. Perciò sembra strano che proprio i suoi eredi blocchino un libro sulla sua carriera.
 
Inoltre, lui scrisse che "la memoria degli italiani per i suoi autori è scritta sull’acqua". Che modo migliore c’è di conservare la sua memoria se non farlo conoscere al mondo?
 
Non metto in dubbio che gli eredi mantengano i diritti legali sulle opere di Montanelli e possono farne quel che vogliono, ma rifiutare il permesso a un libro che vuole farlo conoscere al pubblico anglosassone non segue alcuna logica.
 
Infatti, non ho mai avuto intenzione di ottenere il materiale gratuitamente e sapevo sin dalla prima proposta alla Rizzoli che l’uso del materiale era da pagare. Per di più, non ho utilizzato materiale da fonti private, bensì articoli di giornali e di libri che si troverebbero facilmente in biblioteche in tutto il paese. Semplicemente li ho tradotti in lingua inglese e li ho presentati nel loro contesto storico/politico.
 
Non ho scritto il libro da solo. Ho scritto il libro con il permesso della Rizzoli e Il Corriere della Sera, dopo averlo chiesto tramite un editore australiano. Ho firmato il contratto con l’editore australiano il giorno prima di partire per l’Italia per fare le ricerche e questo contratto stipulava esplicitamente che ero escluso da qualsiasi trattativa per i diritti del materiale d’archivio, o per decidere la data finale d’uscita del libro.
 
Inoltre ho scritto il libro in base alla proposta fatta originariamente tramite l’editore australiano e secondo le linee guida imposte dalla responsabile della Rizzoli. In effetti il libro da me scritto era esattamente il libro che avevo proposto e che il consulente della Rizzoli  ha controllato secondo gli accordi,  conseguentemente approvandolo non soltanto per l’estero, ma persino per il mercato italiano. In sostanza ho scritto il libro in modo trasparente e aperto.
 
Purtroppo l’editore australiano ha sbagliato le trattative nel non aver finalizzato l’accordo con gli eredi, come era stato avvisato dai responsabili della Rizzoli e per il quale io non avevo alcuna responsabilità. Ho saputo questo troppo tardi, cioè dopo il divieto di poter continuare ad  utilizzare il materiale d’archivio che era il cuore e l’anima del libro quando il volume stava per avere l’editing, ed era in preparazione per l’uscita qualche mese dopo. Questo è stato nel gennaio del 2009 e di conseguenza ho potuto cancellare il contratto con l’editore.
 
Dopo averlo cancellato ho immediatamente inviato copia della comunicazione insieme alla richiesta di cosa dovevo fare per poter pubblicare il libro, sia all' agente letteraria che rappresentava gli eredi, sia alla responsabile della Rizzoli. Non ho mai ricevuto risposta, come non ho mai saputo il motivo del rifiuto e da allora nessuno è riuscito a scoprirlo.








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