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Cultura - LibriGianni Pezzano

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08 Agosto 2015
Tra l'autore e il lettore
di Gianni Pezzano



Tra l'autore e il lettore
Il buio
oltre la siepe

Una pagina vuota, anzi nei tempi moderni uno schermo vuoto, fa paura. Vedi il bianco e ti rendi conto che devi trovare le parole per  riempire lei e quelle seguenti, preferibilmente con un messaggio o una storia che provocherà la reazioni e i commenti del lettore. Poi, come sa chiunque abbia messo insieme due parole, inevitabilmente quel che l'autore scrive non è quel che il lettore legge.

 

A scuola avevo un grande insegnante di Storia, grande non solo perché capace di ispirare amore per il soggetto nei suoi studenti, ma anche perché era esigente nei riguardi dei suoi alunni. I nostri temi non erano presentati per poi far dare i voti da lui, ma le classi erano divise in tre gruppi e ogni gruppo presentava il suo tema a turno. Ciascun gruppo sceglieva se scrivere come gruppo, oppure se delegare il compito a due o tre di loro. In ogni caso, il tema era giudicato non solo da come era stato scritto e presentato, ma anche da come era difeso da tutto il gruppo. Allo stesso tempo, gli altri gruppi dovevano trovare falli, sia nei fatti storici presentati che nei ragionamento del tema. L’insegnante svolgeva il ruolo dell’arbitro e come tutti gli arbitri bravi non era sempre muto e, purtroppo per lo sventurato di turno, sapevamo benissimo la reazione se tema e dibattito non fossero stati all’altezza...

 

 

Era proprio durante queste classi che ho imparato la lezione importante per chi vuol scrivere, il messaggio percepito dal lettore può cambiare in base al lettore. Parole e situazioni hanno significati diversi per ognuno di noi e i nostri pregiudizi e idee sono il filtro per come leggiamo.

 

In questi giorni un esempio importante di questa lezione coinvolge uno dei libri più importanti e amati del ventesimo secolo, Il Buio oltre la Siepe di Harper Lee. Per decenni i critici pensavano che fosse l’unico libro scritto dalla misteriosa autrice, però pochi mesi fa la casa editrice Harper Collins ha annunciato la scoperta del primo libro di Lee, Go Set the Watchman. Naturalmente il pubblico americano ha accolto con piacere l’uscita di un libro che avrebbe raccontato la Storia di Scout e Atticus Finch quasi due decenni dagli incidenti del primo libro. Ma tra le voci felici c’erano quelle che mettevano in dubbio la verità della scopertà e l’importanza stessa del libro. Sembra che siano proprio queste voci dubbiose ad avere ragione.

 

Il primo choc per i lettori del nuovo libro era di scoprire che l'Atticus Finch di questo libro era razzista, come ci sono anche altri dettagli importanti diversi dall’opera originale. Il libro ha lasciato molti lettori delusi e spesso persino arrabbiati.

 

In poco tempo una catena nazionale di librerie ha annunciato che rimborserà il costo del nuovo libro ai suoi clienti e tanti clienti delusi di altre librerie ora fanno la fila per chiedere anche loro un rimborso. Il motivo di tutto ciò? Non solo i cambi nella storia, ma la scoperta, anzi la conferma delle voci precedenti, che il libro non era un libro nuovo, ma si trattava del manoscritto originale presentato dall’autrice che fu poi trasformato sotto la tutela degli editors della casa editrice nella versione finale che tutti conosciamo. Un libro d’interesse per gli esperti di moderna letteratura americana più che per il pubblico generale.

 

Allo stesso modo tanti di noi abbiamo avuto l’esperienza di rileggere un libro tanto amato a scuola, per poi rimanere delusi dopo la lettura. Cosa è cambiato nel libro nel frattempo? Niente, il libro è sempre quello, siamo noi che cambiamo. Nel caso di Il Buio oltre la Siepe sappiamo l’effetto che il libro ha avuto e continua ad avere nella lotta alla xenofobia, allora capiamo che il libro uscito in queste settimane non ha la forza del libro originale.

 

Ma questo discorso non riguarda solo i cambi sociologici delle storie, oppure i cambi personali dei lettori. Anche il cambio di significati di parole nel corso del tempo modifica come leggiamo un testo, un esempio di questo si trova con il verbo ignorare che oggigiorno pochi utilizzano nel senso di “non sapere”.

 

Vediamo anche la perdita di memoria storica dove libri scritti come commenti sociali specifici diventano allegorie, oppure racconti a sé stanti, perché il lettore non conosce più il motivo che ispirò l’opera. Un caso è La Fattoria degli Animali di George Orwell che fu scritto come critica allo stalinismo e i lettori originali sapevano esattamente chi fossero i personaggi storici rappresentati dagli animali protagonisti. Chissá quando questo libro sarà insegnato come un’allegoria del potere senza riferimento alla Rivoluzione Sovietica, se non succede già?

 

L’interpretazione delle opere non riguarda solo ed esclusivamente autori di libri, ma anche giornalisti. È  naturale che per ogni soggetto ci siano persone che hanno punti di vista diversi dagli autori, pregiudizi pro o contro certi gruppi, politici e situazioni, siano internazionali che interni. Per questo motivo ognuno di noi reagisce con piacere o fastidio mentre leggiamo gli articoli. Utilizzando un esempio calcistico, un articolo che parla bene di una partita della Juventus spesso dà fastidio ai tifosi di altre squadre.

 

Figuriamoci quando trattiamo temi come i profughi, la lotta al terrorismo (di qualsiasi genere), oppure la nuova finaziaria.

 

Inoltre, chiunque scrive sa che non sempre quel che cominciamo a scrivere finisce come pensiamo, soprattutto nella narrativa. Non credo d’essere l’unico autore che mentre scrive a un punto trova le dita che battono quasi da sole e scrivono sviluppi inattesi. Ho avuto questa esperienza mentre scrivevo il mio primo romanzo di fantascienza e confesso che, a mio parere, sono i migliori passaggi del libro. Non vedo l’ora di poter trovare una editore per questo libro, come anche i miei altri, per mettermi alla prova delle interpretazioni dei lettori.

 

Negli articoli per questo sito ho avuto reazioni di lettori che mi hanno fatto molto piacere, anche quando non erano d’accordo con i contenuti espressi. Capisco che questi scambi mi aiutano non solo a scrivere meglio nel futuro, ma anche a vedere il mondo dal punto di vista degli altri.   

 

Ma non possiamo pensare che le nostre parole siano eterne e immutabili. Come esseri viventi cambiamo nel corso della nostra vita e le nostre idee e pareri mutano secondo le nostre esperienze. Per questo le opere di autori e giornalisti cambiano nel corso della loro vita. Nelle mie ricerche del grande giornalista Indro Montanelli ho letto articoli di tutto l’arco della sua vita e a volte ho avuto quasi l'impressione che fossero stati scritti da persone diverse, anche se  erano sempre suoi.

 

Non posso mettermi nei panni di Montanelli come autore, non ho le sue capacità, ma con il passare degli anni posso capire le controversie che l’hanno seguito per tutta la sua vita. Allo stesso modo capisco la reazione dei lettori al nuovo libro di Harper Lee. La risposta a queste situazioni è facile, è la vita...  








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