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Cultura - Cinema e spettacoloStefania Castella

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13 Ottobre 2016
Dario Fo e Franca Rame di nuovo insieme
di Stefania Castella



Dario Fo e Franca Rame di nuovo insieme
Dario Fo e Franca Rame

“Un monumento e il suo basamento”. Questo eravamo noi, insieme per una vita intera. Questo diceva uno dei due. Conterebbe sapere chi dei due? Forse no, perché insieme sono stati uno, per una vita intera. Sarebbe stato più facile scegliere una strada facile, ma non tutti scelgono la via più facile. Franca Rame era una donna grande, grande donna, una teatrante figlia di maestri dell’arte ed era bella, bellissima, tanto che Dario quando la vide pensò che mai avrebbe diretto il suo sguardo bellissimo su di lui, secco spilungone, ridanciano eppur timido, messo da parte per far spazio agli altri. E lei? Mai ignorare una donna grande, una vera donna, così fu lei “A spingermi contro il muro, voltarmi e baciarmi. È lei che ha scelto che fossi il suo uomo”. E divennero l’uomo e la donna dell’altro, per sessant'anni.

 

Anni in cui si cresce insieme si diventa piano due personaggi, spesso scomodi. Scomodi ma sempre insieme, scomodi da essere banditi dalla televisione per tanto tempo, scomodi da doversi reinventare, scomodi da essere grandi, attori e non solo, attori e di più, la voce di tanti. Non si perdona a tutti l’impegno, non si perdona a tutti l’impegno dei teatranti. Saranno sessant'anni di felicità, di orgoglio, ma anche di dolore, di cose, troppe cose da affrontare, così come si è. Così come quando Franca viene sequestrata e stuprata e trova la forza di raccogliersi, e raccontarsi, così improvvisamente sul palcoscenico, tavole che appartengono alla propria anima e che raccolgono la voce elegante del dolore di una donna, con un uomo che abbraccia e piange con lei, e capisce con lei, che in mezzo alla folla essere due, essere insieme, è l’unica certezza che li percorrerà.

 

Franca insegna alle donne a raccontare, Franca come si direbbe oggi, è avanti “La donna saccente che rompe i coglions…” dice in uno dei suoi monologhi moderni, spiritosi, intelligenti. Alla pari, due anime alla pari, nell'ironia, nell'intelligente uso della parola di quella teatralità mai eccesso: “Non c’è bisogno di gesticolare troppo, se c’è costrutto” diceva il maestro Fo, Premio Nobel dal genio distratto: “Cosa si prova ad essere un Premio Nobel? A volte me ne dimentico” diceva… Dario menestrello che gioca con la voce, con le parole con quel modo onomatopeico di vivere e vedere, attorniato di bellezza, solo una donna vedrà per tutta la vita. Tra alti bassi e minacce di bagagli sulla porta, presi lasciati e ripresi, unici a rappresentare l’unione vera dell’amore vero che resiste.

 

Senza lei la vita non aveva più lo stesso sapore. Franca che tornava in sogno, Franca che sorrideva tendendo le mani, riviveva ogni notte, in ogni visione, bella com'era quando si erano conosciuti. Oggi Dario Fo la raggiunge, riacchiappa tra le dita quel sogno di sempre, rideranno di noi, delle nostre parole chissà, si stringeranno in quel Paradiso nel quale “No non ci credo, sono ateo…” diceva Fo ma che magari è semplicemente un angolo in cui ritrovarsi, riconoscersi, ritrovarsi ancora occhi negli occhi, e sorridersi ancora.








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