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12 Ottobre 2010 Agorà di Nicoletta Ravera
È finalmente disponibile in vendita e a noleggio il dvd di "Agorà", pellicola presentata fuori concorso al Festival di Cannes lo scorso anno. Per chi non fosse riuscito a godersene l'uscita nelle sale, si tratta di un film storico-drammatico girato da Alehandro Amenabar, regista iberico già conosciuto per lavori come "The Others" e "Mare dentro". Protagonista della storia è Ipazia, una bellissima filosofa e matematica, interpretata in quest’occasione da Rachel Weisz, che visse nella seconda metà del IV secolo dopo Cristo ad Alessandria d’Egitto. Dotata di rara intelligenza, determinazione e coraggio, Ipazia visse in un periodo storico turbolento segnato dalla lotta per il potere di tre religioni diverse: l’ebraismo, il cristianesimo e il paganesimo con il culto della dività greco-egizia Serapide. In un clima di crescenti violenze, che raggiungono l’apice con la presa della biblioteca cittadina, la filosofa preferì rimanere fedele alla scienza piuttosto che affidarsi alla fede cieca che le era stata richiesta. Una storia intensa che si presenta come forte critica nei confronti di qualsivoglia fanatismo religioso o estremismo capace di sfociare in violenza. "Ipazia è la versione femminile di Gesù. ‘Agorà’ non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fondamentalismi", ha dichiarato il regista nella conferenza stampa organizzata in occasione della presentazione del film. Nonostante la storia sia ispirata a una persona realmente esistita, in mancanza di fonti scritte non vi sono certezze su tutti gli elementi riportati nella pellicola, tra cui le invenzioni attribuite ad Ipazia o gli effettivi esecutori della sua morte che, tuttavia, sembra siano stati i Parabolani, membri di una setta estremista cattolica a capo della quale vi era il vescovo Cirillo, poi fatto santo e tutt’oggi venerato come tale. Non a caso, proprio per questo, in Italia e in altri Paesi europei non poche sono state le polemiche della Chiesa che hanno cercato di porre degli ostacoli per la distribuzione del film. Eppure, se il cinema serve anche a far luce su alcune verità storiche scomode, ben venga.
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